Dal -8 al -18 in 53 giorni: l'Inter non ha un piano B e ora su Inzaghi incombe l'ombra di Motta
Al Dall'Ara Thiago Motta ha incartato la partita a Simone Inzaghi. Il suo Bologna ha mostrato fin da subito maggiore dinamicità in mezzo al campo, un gap colmato solo con l'ingresso a gara in corso di Barella. Ma l'ha incartata anche grazie ai movimenti di attaccanti e centrocampisti che non hanno mai dato punti di riferimento ai difensori avversari. Il gol, è vero, è arrivato nei minuti finali solo per un errore in fase di impostazione di Danilo D'Ambrosio, ma le parole di Lautaro a fine partita fanno capire che non può essere l'episodio a spiegare l'ennesimo passo falso dei nerazzurri.
E adesso?
Inzaghi ha rinnovato il contratto con l'Inter lo scorso 21 giugno e ha un contratto anche per la prossima stagione. Non è in discussione la sua permanenza fino a giugno anche perché l'Inter, in questo momento, è in lotta su tre fronti: Coppa Italia, Champions League e qualificazione alla prossima Champions League. Ma questo finale di stagione determinerà molto del futuro di Inzaghi e proprio Thiago Motta è uno dei candidati principali per la panchina se a fine stagione l'Inter dovesse decidere di cambiare allenatore.
Il profilo è molto apprezzato e non da ieri. Già a settembre, dopo il difficile avvio di stagione, l'Inter contattò Thiago Motta. Una chiamata solo esplorativa con uno dei protagonisti del Triplete che di lì a poco avrebbe detto sì a quel Bologna che sta trascinando nelle zone nobili della classifica a suon di vittorie.