
22 aprile 1973, la Roma ha un nuovo capitano: Agostino Di Bartolomei è titolare con l'Inter
Il 22 aprile 1973, domenica di Pasqua, a San Siro l'Inter ospita la Roma. Una squadra più che gloriosa, con Facchetti e Mazzola, Boninsegna e Corso. La partita non sembrerebbe destinata a passare alla storia, invece è il palcoscenico perfetto per un diciottenne all'esordio in Serie A, che diventerà uomo copertina per la sua storia, straordinaria e tragica allo stesso tempo.
Tra i titolari della Roma c'è Agostino Di Bartolomei. Maglia bianca, numero undici, l'orario è inusuale ora: 15.30, come tutte le altre in quella domenica. Arrivato da Tor Marancia, quartiere della Capitale, aveva detto di no al Milan da ragazzino. Poi aveva vinto lo Scudetto Primavera con la fascia da capitano al braccio, proprio contro i rossoneri. Poi ci giocherà, undici anni dopo, in un Milan di Niels Liedholm.
La partita, come detto, non passerà alla storia per il risultato. Zero a zero finale con in panchina Antonio Trebiciani, suo ex allenatore nella Primavera che era subentrato al posto di Helenio Herrera. Di Bartolomei invece prende la piazza di Cordova, sbagliando un gol semplice ma dimostrando di potere starci fra i professionisti. Perderà la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, nel 1984, andando incontro al proprio tragico destino dieci anni dopo, quando si toglie la vita sparandosi nel petto con una Smith & Wesson.
Tra i titolari della Roma c'è Agostino Di Bartolomei. Maglia bianca, numero undici, l'orario è inusuale ora: 15.30, come tutte le altre in quella domenica. Arrivato da Tor Marancia, quartiere della Capitale, aveva detto di no al Milan da ragazzino. Poi aveva vinto lo Scudetto Primavera con la fascia da capitano al braccio, proprio contro i rossoneri. Poi ci giocherà, undici anni dopo, in un Milan di Niels Liedholm.
La partita, come detto, non passerà alla storia per il risultato. Zero a zero finale con in panchina Antonio Trebiciani, suo ex allenatore nella Primavera che era subentrato al posto di Helenio Herrera. Di Bartolomei invece prende la piazza di Cordova, sbagliando un gol semplice ma dimostrando di potere starci fra i professionisti. Perderà la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool, nel 1984, andando incontro al proprio tragico destino dieci anni dopo, quando si toglie la vita sparandosi nel petto con una Smith & Wesson.
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