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Giuseppe Pastore: "Anche con la Coppa Italia Milan non da 6. Disastri incontrovertibili"TUTTO mercato WEB
ieri alle 21:23Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Giuseppe Pastore: "Anche con la Coppa Italia Milan non da 6. Disastri incontrovertibili"

Giornata di vigilia per Barcellona e Real Madrid che domani si sfideranno allo Stadio Olimpico de la Cartuja a Siviglia della finale di Copa del Rey. Un clasico che vale dunque il trofeo nazionale, con i blaugrana che mercoledì prossimo sfideranno poi l'Inter in Champions League. Per parlare di tutto questo è intervenuto, in esclusiva a TMW, Giuseppe Pastore, talent di Cronache di Spogliatoio, visto anche che la partita sarà trasmessa sul canale YouTube proprio del media che nelle ultime stagioni ha trasmesso vari eventi.

La finale di Copa del Rey ultima partita del Barcellona prima dell'Inter. Come stanno i catalani?
"Come sta una squadra in corsa su tre fronti. Non penso che saranno molto più freschi dell'Inter. Hanno molti più solisti dei nerazzurri ma anche qualche infortunio, come Lewandowski e Balde. Il Barcellona è una squadra molto brillante, con Flick che ha disegnato la sua squadra in modo estremo fin dall'inizio dell'anno e questa cosa sta pagando, ma credo che l'Inter abbia le caratteristiche per sfruttare i punti deboli del Barcellona, soprattutto se avesse Thuram. Dall'altra parte però il Barcellona, come il Bologna, fa della riaggressione immediata la sua forza e abbiamo visto quanto faccia fatica l'Inter a essere lucida nel palleggio in questo momento".

Quanto peserà l'assenza di Lewandowski?
"Il Barcellona è una squadra che ha fatto 152 gol in stagione, quindi non penso che avranno troppi problemi in attacco nonostante l'assenza del polacco. Ne ha qualcuno in più dietro, ma dobbiamo ricordare che il Barça non vince solo 4-3, nel 2025 ha vinto già sei volte per 1-0".

L'Inter sembra stanca: come si recuperano le forze mentali e fisiche?
"Questo è un grande tema del calcio, ci si stanca prima mentalmente o fisicamente? La stanchezza mentale è causa o conseguenza di quella fisica? L'Inter comunque ha un modo di giocare che non le contente di riposare in partita, rispetto per esempio a un Barcellona che ha giocatori che possono decidere una gara da soli. I nerazzurri hanno bisogno di andare a tutta per competere e in una stagione dove si è deciso di puntare su tutte le competizioni ogni partita va giocata al massimo. Non ha giocatori che saltano l'uomo o sopra la media a livello tecnico. L'Inter quando arriva a meta significa che tutti hanno giocato bene. Non so come si recupera. Il turnover può essere una chiave ma non si può nascondere il fatto che chi entra dalla panchina è sempre deludente. Questo è un tema che chiama in causa anche chi ha costruito la rosa, specialmente nel reparto offensivo. Correa e Taremi hanno fatto una stagione pessima, Arnautovic ha fatto qualcosina, ma tutto è sulle spalle di Thuram e Lautaro. Fisicamente comunque è difficile recuperare giocando ogni tre giorni, sotto l'aspetto mentale invece l'Inter deve fare un bel respiro e dire 'ok la Coppa Italia non c'è più ma siamo in corsa su altri due obiettivi'. Non favoriti, ma in corsa".


Da grande storico del calcio, vedi similitudini tra Inter-Barcellona di oggi e quella del 2010?
"Intanto ci fu, tra il sacro e il profano, un imprevisto anche nel 2010, con l'eruzione del vulcano islandese che influì tanto. Questa volta a essere penalizzata è l'Inter, anche se giocare domenica e poi mercoledì non penso che sia un grande problema. Che l'Inter abbia voluto chiedere il rinvio di una partita chiave come quella contro la Roma a maggio ci fa capire che si è accesa la spia della stanchezza e si è fatto un tentativo. Credo che l'Inter di oggi sia molto meno forte di quella del 2010, quando aveva grandi fuoriclasse. Il Barcellona è un bel tema. Io dico che il Barcellona del 2025 potrebbe anche essere più forte di quello di quelle due partite. Non dico in generale di quello di Guardiola, sia chiaro, ma in quelle gare mancava Iniesta e Ibrahimovic era una sorta di tappo a livello tattico per i blaugrana. Questo Barcellona non ha un giocatore indispensabile, gli manca un po' di esperienza, ma è stato costruito molto bene. Poi metto anche Szczesny in porta che ha un valore sia in campo che nello spogliatoio".

Il Milan può vincere la Coppa Italia dopo la Supercoppa: quale voto avrebbe la stagione con due trofei ma con fallimento in campionato e Champions?
"Anche con la vittoria della Coppa Italia il Milan arriverebbe molto a stento alla sufficienza. I disastri in Champions e in Serie A sono incontrovertibili. Il Milan non può essere nono in classifica in campionato. Negli scontri diretti poi la stagione è stata sconcertante. Bisogna cogliere questa finale non per mettere altra polvere sotto il tappeto, deve essere fatto un ragionamento su cosa non è andato nel rapporto tra calciatori, allenatori e società. I dialoghi in corso per un nuovo direttore sportivo spiegano molto bene l'intenzione del Milan di mettere un figura che possa aiutare".

Conceicao andrebbe confermato in caso di vittoria della Coppa Italia?
"Secondo me se Conceicao dovesse perdere la Coppa Italia verrebbe mandato via, ma se la dovesse vincere andrebbe via lui, a testa alta dopo aver vinto due coppe. La prima dopo una settimana e la seconda dopo aver battuto Roma, Inter e Bologna. Il Milan ha deciso di voltare pagina, l'arrivo di Conceicao è stato guidato da Jorge Mendes che ha poi influito anche nel mercato di gennaio che si è rivelato inutile, visto che nel derby contro l'Inter hanno giocato coloro che erano già presenti a inizio stagione. Il miglior Milan è uscito quando è stato ripescato Jovic. Conceicao comunque ha commesso anche tanti errori in questa sua avventura in rossonero ed è giusto voltare pagina".

Il ruolo di Ibrahimovic?
"È stato un esperimento non riuscito. L'intenzione era magari quella di creare un nuovo Maldini ma non ha l'esperienza e la finezza dialettica per fare il dirigente. Gli farebbe bene, se avrà l'umiltà di mettersi all'ombra di uno come Igli Tare, di imparare da chi fa questo lavoro da più tempo di lui. Penso che vorrà rimanere nel calcio ma se vorrà restare al Milan dovrà impegnarsi e ragionare in maniera più seria e silenziosa sulla sua nuova carriera".