
Il rovescio della medaglia: Inter, il triplete è andato. Ma restano i due obiettivi più importanti
Niente più sogni di gloria, niente più triplete. E nemmeno poker, visto che lo stesso Simone Inzaghi aveva ricordato - Mondiale per club compreso - quanti trofei potesse sollevare la sua Inter. Il primo vola via, dopo un derby vissuto nel segno di un complesso di inferiorità stagionale abbastanza inspiegabile nei confronti del Milan, se si considera il nono posto in classifica dei rossoneri. Emulare Mourinho, almeno nel grande slam firmato nel 2010, sarà impossibile.
Il rovescio della medaglia. È che l’Inter resta in corsa per tutto. Come, ma questo è sempre stato vero, per niente. I due trofei più importanti e più ambiti sono sempre lì: lo scudetto, nel testa a testa con il Napoli che è anche una pericolosa guerra di nervi (e quelli nerazzurri stanno saltando). La Champions, per la quale si passa dal doppio confronto con il Barcellona nelle semifinali: andata il 30 aprile a Montjuic, ritorno il 6 maggio a San Siro.
Ricordarlo, dopo il ko di ieri, è in parte una banalità. Ma è l’aspetto su cui probabilmente a Inzaghi conviene lavorare di più: “Dobbiamo ripartire nel modo giusto”, ha detto ieri nel post partita. Ecco, a prescindere dai limiti numerici della rosa, dalle riserve - Taremi su tutti - che non stanno dando quanto sperato, ci sono pochi dubbi sulla prima medicina da usare con un’Inter stanca: il jackpot è andato, però alla fine la Coppa Italia era sì il trofeo più raggiungibile ma anche quello meno prestigioso del lotto. I due pezzi grossi restano lì.
Il rovescio della medaglia. È che l’Inter resta in corsa per tutto. Come, ma questo è sempre stato vero, per niente. I due trofei più importanti e più ambiti sono sempre lì: lo scudetto, nel testa a testa con il Napoli che è anche una pericolosa guerra di nervi (e quelli nerazzurri stanno saltando). La Champions, per la quale si passa dal doppio confronto con il Barcellona nelle semifinali: andata il 30 aprile a Montjuic, ritorno il 6 maggio a San Siro.
Ricordarlo, dopo il ko di ieri, è in parte una banalità. Ma è l’aspetto su cui probabilmente a Inzaghi conviene lavorare di più: “Dobbiamo ripartire nel modo giusto”, ha detto ieri nel post partita. Ecco, a prescindere dai limiti numerici della rosa, dalle riserve - Taremi su tutti - che non stanno dando quanto sperato, ci sono pochi dubbi sulla prima medicina da usare con un’Inter stanca: il jackpot è andato, però alla fine la Coppa Italia era sì il trofeo più raggiungibile ma anche quello meno prestigioso del lotto. I due pezzi grossi restano lì.
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