
Klinsmann: "L'Italia è la mia seconda casa, grazie all'Inter ho imparato a stare al mondo"
Jurgen Klinsmann, allenatore, è intervenuto ai taccuini de La Stampa in vista del match tra Italia e Germania: "L’Italia è la mia seconda casa e il passaggio dallo Stoccarda all’Inter nel 1989 è stato il più importante della mia carriera. Poi, grazie ad amici di Milano, ho conosciuto mia moglie Debbie e appena posso vengo a trovarvi, anche perché mio figlio Jonathan fa il portiere a Cesena".
Perché il passaggio all’Inter è stato il più importante?
"Perché ho imparato a stare al mondo. Quando sono arrivato a Milano era proprio un “tedesco tedesco”, ma non potevo restare fisso sulle mie idee e dovevo prendere le persone così come sono. Ho capito come vivere e pensare: Trapattoni, il presidente Pellegrini e i compagni di squadra mi hanno aiutato e se sono diventato un cittadino del mondo lo devo a loro. È la cosa più bella che potessi ricevere dall’Italia".
Più del Mondiale vinto nel 1990 con la Germania?
"Quando sei così giovane non capisci il valore di aver vinto la Coppa del Mondo, lo comprendi 15 anni dopo. Ecco perché il ricordo italiano più bello sono le persone che ho conosciuto in quei tre anni a Milano: con gli ex compagni dell’Inter ci sentiamo sempre via WhatsApp, mentre una volta all’anno il presidente ci invita a casa sua per fare festa".
Perché il passaggio all’Inter è stato il più importante?
"Perché ho imparato a stare al mondo. Quando sono arrivato a Milano era proprio un “tedesco tedesco”, ma non potevo restare fisso sulle mie idee e dovevo prendere le persone così come sono. Ho capito come vivere e pensare: Trapattoni, il presidente Pellegrini e i compagni di squadra mi hanno aiutato e se sono diventato un cittadino del mondo lo devo a loro. È la cosa più bella che potessi ricevere dall’Italia".
Più del Mondiale vinto nel 1990 con la Germania?
"Quando sei così giovane non capisci il valore di aver vinto la Coppa del Mondo, lo comprendi 15 anni dopo. Ecco perché il ricordo italiano più bello sono le persone che ho conosciuto in quei tre anni a Milano: con gli ex compagni dell’Inter ci sentiamo sempre via WhatsApp, mentre una volta all’anno il presidente ci invita a casa sua per fare festa".
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