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17 marzo 2020, il Coronavirus induce la UEFA a rinviare l'Europeo itinerante al 2021TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

17 marzo 2020, il Coronavirus induce la UEFA a rinviare l'Europeo itinerante al 2021

Il 17 marzo del 2020 avviene una decisione storica. La UEFA decide di rinviare il campionato europeo di calcio all'anno successivo, il 2021, a causa dell'epidemia di Coronavirus che investe l'Europa, in particolare l'Italia. "La UEFA - si legge ancora sul sito ufficiale - ha annunciato oggi il rinvio della sua competizione di punta riservata alle nazionali - UEFA EURO 2020 - che si doveva giocare a giugno e luglio di quest'anno. La priorità è tutelare la salute di tutti coloro che sono coinvolti nel gioco del calcio ed evitare di esercitare inutili pressioni sui servizi pubblici nazionali coinvolti nell'organizzazione delle partite. Lo spostamento inoltre aiuterà a completare tutte le competizioni nazionali attualmente sospese a causa dell'emergenza COVID-19.

Tutte le competizioni e le partite UEFA (comprese le amichevoli) per club e nazionali sia maschili che femminili sono state sospese fino a nuova comunicazione. Le partite degli spareggi di UEFA EURO 2020 e le amichevoli internazionali previste per la fine di marzo, verranno giocate nella finestra di inizio giugno riservata alle nazionali, fatto naturalmente salvo un eventuale riesame della situazione".


Nei giorni precedenti il presidente dell'Aic - l'associazione italiana calciatori - Damiano Tommasi aveva chiesto di prendere provvedimenti. "La Uefa deve prendere in considerazione la possibilità di spostare l'Europeo di calcio, per dare più tempo ai campionati: il problema Coronavirus non è solo italiano. Altri sport hanno deciso di non andare in campo, c'è spazio per il calendario. Ma il calcio no, non c'è spazio né tempo: si è deciso di giocare, per altre considerazioni, a porte chiuse

"Dobbiamo prendere tutte le precauzioni per la sicurezza di chi gioca: in campo non si può certo rispettare la distanza di un metro, ma vanno prese tutte le misure per garantire la sicurezza di chi è allo stadio, compresi staff e personale, per ridurre al minimo quel rischio. Tra i giocatori c'è chi è convinto di andare avanti e chi esprime preoccupazioni, ci sono molti stranieri ed è sotto gli occhi di tutti quel che sta succedendo dall'estero verso l'Italia...".