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Inter-Monaco 3-0, le pagelle: Lautaro tris, Thuram travolgente. Mkhitaryan, che discesaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:15Serie A
di Ivan Cardia
fonte Inviato a San Siro

Inter-Monaco 3-0, le pagelle: Lautaro tris, Thuram travolgente. Mkhitaryan, che discesa

INTER-MONACO 3-0
(4', 16' e 67' Lautaro)


Le pagelle dell'Inter - A cura di Ivan Cardia

Sommer 6 - Il brivido più freddo lungo la schiena degli interisti scende quando finisce a terra e sembra essersi fatto male. Nulla di che, e nulla di particolare da fare se non con la palla tra i piedi.

Pavard 6,5 - Causa assenza di pericoli dalle sue parti, si sgancia spesso e sfiora anche la rete. Si fosse sbloccato, Gigi l'amoroso avrebbe meritato un posto nella tracklist di San Siro. Forse lo meriterebbe comunque.

De Vrij 6,5 - Titolare anche quando quasi tutti lo immaginavano a tirare il fiato, e tutto sommato lo fa comunque, vista la pochezza degli avversari. Ironia a parte: zero rischi, anche per meriti suoi.

Bastoni 7 - Il gioiellino Akliouche esce dopo un quarto d'ora e lui può dedicarsi a spingere come fosse un'ala sinistra. Non che prima si fosse trattenuto: da una sua iniziativa nasce il 2-0. Altro livello. (Dal 59' Carlos Augusto 6,5 - Tranquillità massima: anche lui, come i compagni, non ha grandi pericoli da fronteggiare, ma si fa trovare pronto).

Dumfries 6,5 - Serata "normale", visti gli standard recenti: zero pericoli corsi, qualche incursione delle sue, un'occasione non sfruttata. Promosso, senza niente di memorabile. (Dal 76' Darmian 6,5 - Mette sulla testa di Arnautovic la palla del 4-0).

Barella 7 - Facile, per uno come lui, dominare una serata del genere. Un'ora di controlli, ovunque: mette in cascina anche l'assist per il secondo gol di Lautaro. (Dal 59' Frattesi 6 - Difficile incidere in una gara già apertamente in ghiaccio).

Asllani 6,5 - Tiene viva la candidatura per il ruolo di regista nel derby, anche se il giallo non è mai un colore gradito a Inzaghi. 110 tocchi del pallone, quasi tutti precisi, pur senza picchi.

Mkhitaryan 7 - Prende palla e parte, come se avesse vent'anni: sessanta metri di coast to coast per propiziare il 3-0 di Lautaro sono la fotografia dello stradominio nerazzurro.

Dimarco 6,5 - Manda Tikus in corsia e il Monaco resta in dieci. Continua a sfornare palloni, alcuni non precisi e altri non sfruttati dai compagni.

Thuram 7 - Spacca subito la non proprio irresistibile difesa monegasca: nel primo quarto d'ora conquista un rigore e fa espellere Mawissa. Galoppa dove gli pare, nelle praterie offerte dagli avversari: il gol gli resta in canna, ma stasera è un dettaglio. (Dal 59' Arnautovic 5 - Due gol mangiati, il secondo clamoroso. Nota stonata).

Lautaro 9 - Torna a segnare su calcio di rigore, peraltro tirato malissimo, a un anno dal'ultima volta in nerazzurro: nel suo magic moment c'è anche questo. Tempo dieci minuti e ha un altro penalty, in movimento: potente e centrale, tanto si è capito che Majecki ha le mani di frolla, e infatti è gol. Nella ripresa aggiunge la rete di rapina: sono 17 in Champions, ormai in fuga come miglior realizzatore interista nella competizione. E supera Lorenzi al sesto posto nella classifica al time. (Dal 76' De Pieri 6,5 - Bell'esordio, sfiora anche il gol).

Simone Inzaghi 7,5 - Prima il Monaco, poi il derby: non è solo una questione cronologica e infatti giocano i migliori. La serata si mette in discesa sin da subito, già al 60' può iniziare a pensare con serenità al Milan. A chi si chiedeva se facesse calcoli, risponde con una grande notte europea. Tiene alta la bandiera italiana con un percorso europeo ai limiti della perfezione.


Le pagelle del Monaco - A cura di Marco Pieracci

Majecki 4,5 - Toglie dall'incrocio la punizione di Dimarco, salva su Pavard però le conclusioni di Lautaro sembrano tutt'altro che imparabili, così come la respinta sul tris. E quell'uscita...

Vanderson 4,5 - Rispecchia in pieno lo stereotipo del terzino brasiliano, spinge ma si dimentica di coprire: urgono delle ripetizioni intensive per memorizzare la fase difensiva.

Kehrer 4 - Lautaro è tornato il bomber spietato che tutti conoscono, il Thuram di questi tempi è semplicemente immarcabile. Traete voi le conseguenze. Dal 46' Teze 5,5 - Vittima della legge di Murphy, esce in barella: come se non bastasse già di per sé il pesante passivo.

Salisu 4 - Inizio di partita che definire complicato è un eufemismo, si trasforma presto in un incubo dal quale non riuscirà più a svegliarsi.

Mawissa 3 - Una dozzina di minuti di puro terrore, tanto dura la disastrosa serata milanese. Thuram lo bullizza, rosso diretto sacrosanto. E gara subito compromessa.

Camara 4,5 - Barella è ispirato, ma lui gli concede estrema libertà: nel primo tempo dà l'impressione di capirci davvero poco. Rimane negli spogliatoi a meditare. Dal 46' Magassa 5,5 - Corsa facile, controllo di palla un po' meno: la perde troppo facilmente quando viene pressato.

Zakaria 4,5 - Meteora juventina, in tre minuti cucina una frittata indigesta. Tampona l’indiavolato Thuram, mandando Lautaro dal dischetto. É l’inizio della fine.

Akliouche sv - L'espulsione lampo di Mawissa lo fa togliere subito dalla vetrina. Il talento più luccicante avrà altre occasioni per mettersi in mostra. Dal 20’ Caio Henrique 5,5 - La prima mossa per riportare un minimo di equilibrio, Dumfries e Pavard non lo fanno stare tranquillo.

Golovin 5 - Prova a darsi da fare, ma dal suo girovagare per il prato di San Siro raccoglie poco o nulla: si muove parecchio, prestazione fumosa. Dal 79' Ben Seghir sv

Minamino 5 - Sovrastato da De Vrij nell’azione che porta al primo gol interista, è un po' la fotografia che sintetizza il leitmotiv della sfida. dal 69' Michal 5,5 - Movenze eleganti, anche se le condizioni non sono quelle ideali per mostrare il potenziale.

Embolo 5 - Risucchiato dalla linea Maginot di Inzaghi, Sommer non lo vede nemmeno col binocolo. Prova a dare respiro, però è impreciso nei tentativi di coinvolgere i compagni.

Adolf Hutter 4 - Partenza a petto in fuori, ma il rovescio della medaglia sono le praterie concesse a un’Inter imbarazzante nella sua superiorità. Ritarda eccessivamente il primo cambio, sacrificando il suo miglior giocatore: forse non sarebbe cambiato molto però il beneficio del dubbio resta.