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Inter, alla fine Frattesi resta? Inzaghi (200, critiche a zero) docet: il suo ruolo è quelloTUTTO mercato WEB
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ieri alle 07:00Serie A
di Ivan Cardia

Inter, alla fine Frattesi resta? Inzaghi (200, critiche a zero) docet: il suo ruolo è quello

Il mare, il vento, ma soprattutto il sole. È quello che spunta a Lecce sul futuro di Davide Frattesi, seppur di tardo pomeriggio: il centrocampista dell'Inter ritrova la maglia da titolare e subito il gol. Come piace a lui, ma anche a Simone Inzaghi, che infatti lo ricorda: "È stato uno dei segreti dell'anno scorso, lui come altri". La coccola a chi gioca meno, certo. Ma anche una sacrosanta verità, il motivo per il quale, quando il giovane gli è andato a chiedere spazio, l'allenatore interista gli ha replicato che le gerarchie non sarebbero cambiate.

Il ruolo di Frattesi nell'Inter è quello: il supersub che segna gol pesanti, e pure in quantità. Non è facile da accettare, specie nel lungo periodo: le ambizioni di un ragazzo giovane, che in Nazionale è titolatissimo, che - l'ha raccontato lui - sta vivendo un periodo complicato anche fuori dal campo, sono più che legittime. Anche il richiamo di Roma, per carità. Però Frattesi ha scelto la Milano nerazzurra per essere al top, e al top ci può essere con quel ruolo lì, nei meccanismi di Inzaghi. È stato il quarto miglior realizzatore nella stagione dello scudetto, non è proprio un dettaglio. Alla fine rimarrà: non è ancora una certezza, ma la convinzione di molti, dalle parti di viale della Liberazione. Anche perché la Roma a 45 milioni di euro finora non ci si è mai neanche avvicinata. Questione rimandata all'estate, certo, perché la voglia di giocare è normale e tornerà prepotente, ma anche i colloqui di Inzaghi gli hanno chiarito che si può essere importanti in tante maniere.


Il sole brilla anche su Inzaghi, il più rapido allenatore a raggiungere le 200 vittorie in Serie A. Non si raggiungono per caso certi traguardi, eppure ogni mezzo passo falso della sua Inter finisce per essere minuziosamente analizzato. Le critiche, però, restano indietro. Almeno quelle poco costruttive: anche Inzaghi può sempre migliorare, è il primo a saperlo. Ma quei 200 successi non sono tutti scontati, anzi. All'estero osservano ammirati, e pure interessati: in Italia no, quanto è strano questo Paese.