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Galante: "Ho la patente grazie a Spalletti. Giocassi oggi sarei titolare in Nazionale"
L'ex difensore Fabio Galante è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna: "Ovunque ho dato il meglio, ovunque mi hanno apprezzato. Ancora oggi me lo fanno notare e ne vado fiero, anche senza essere stato Cannavaro o Maldini. E sono ancora il più pagato della Serie C, il Genoa mi comprò per 3 miliardi (di lire, ndr) dall'Empoli. Ringrazio il Signore per avermi fatto giocare in cinque città in cui, quando torno, tutti i tifosi si ricordano di me".
Quindi Galante rivela anche il suo primo sfizio che si è tolto con i soldi del calcio (una Mercedes cabrio a due posti) e di come Spalletti l'avesse aiutato a prendere la patente: "Ai tempi di Empoli, prima di ogni allenamento mi dava la sua macchina. È stato un fratello maggiore: dormivo da lui, sua mamma mi trattava come un figlio. Luciano mi ha fatto capire i valori".
E ancora: "Sempre col sorriso. Vieri un giorno mi ha detto di non avermi visto arrabbiato. E che se giocassi oggi sarei titolare in Nazionale. Era una battuta, ma a me piaceva impostare e far partire l'azione, anche se a quei tempi ti urlavano di tornare indietro. A Coverciano, durante un corso, mi hanno preso come esempio: grande difensore, pensate che sfiga a giocare quando in Italia avevamo sia i difensori sia gli attaccanti più forti del mondo".
Quindi Galante rivela anche il suo primo sfizio che si è tolto con i soldi del calcio (una Mercedes cabrio a due posti) e di come Spalletti l'avesse aiutato a prendere la patente: "Ai tempi di Empoli, prima di ogni allenamento mi dava la sua macchina. È stato un fratello maggiore: dormivo da lui, sua mamma mi trattava come un figlio. Luciano mi ha fatto capire i valori".
E ancora: "Sempre col sorriso. Vieri un giorno mi ha detto di non avermi visto arrabbiato. E che se giocassi oggi sarei titolare in Nazionale. Era una battuta, ma a me piaceva impostare e far partire l'azione, anche se a quei tempi ti urlavano di tornare indietro. A Coverciano, durante un corso, mi hanno preso come esempio: grande difensore, pensate che sfiga a giocare quando in Italia avevamo sia i difensori sia gli attaccanti più forti del mondo".
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