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tmw / inter / Serie A
L'inter nell'Inferno dantescoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 06:54Serie A
di Redazione TMW
fonte BRUNO CADELLI per l'interista.it

L'inter nell'Inferno dantesco

L'Inter a Firenze è scesa in un inferno dantesco.
La partita del Franchi era anomala sotto ogni punto di vista: si ripartiva dal 17', c'era il peso psicologico dell'aggancio al Napoli e anche il ricordo nefasto di Bologna, quando in un altro recupero sfumò lo scudetto 2021-2022. Un cocktail ubriacante capace di stendere totalmente Simone Inzaghi e tutti i giocatori, nessuno escluso.

Raffaele Palladino ha invece giocato la partita perfetta. Una Fiorentina in netta difficoltà con la panchina cortissima ha stretto i ranghi in maniera ermetica. Un approccio alla gara molto simile a quello utilizzato più volte da Conceicao contro Inzaghi, ma con una capacità maggiore di gestire palla ed essere presente su ogni pallone vagante. Le basi del calcio per bucare le certezze dei campioni d'Italia mai così fragilie e tremanti.


L'inter ha mostrato tutti i limiti di un modulo inefficace se non ci sono velocità di passaggio e pulizia tecnica.
Il possesso nerazzurro è stato lento e sgonfio, penalizzato dalla regia di un Calhanoglu ancora una volta ampiamente insufficiente. Se poi manca anche l'aggressività, il disastro è servito.
Ai limiti tecnici e fisici, sono sopraggiunte anche tutte le lacune caratteriali di un approccio alla partita totalemente sbagliato. L'Inter d'assalto pronosticata alla vigilia è apparsa impaurita e rinchiusa in un guscio fragile. Inzaghi, come dopo la disfatta in Supercoppa, ha ammesso ogni responsabilità: "Una prova negativa a livello generale e ripeto, sono io il primo responsabile".

Per l'Inter nulla è perduto ma ora il Napoli viaggia da solo in testa alla classifica con tre punti in più. Lunedì l'Inter potrà giocare la sua personale rivincita contro la viola, ma potrebbe scendere in campo anche a -6 se la banda di Antonio Conte dovesse vincere con l'Udinese. Il margine di errore, quindi, si restringe sempre di più. E il calendario è opprimente.