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Il caso Dani Olmo spiegato nei dettagli dalla firma col Barça all'intervento del Governo
Cosa sta succedendo in Catalogna con Dani Olmo? Dopo aver saltato le prime due giornate di Liga in attesa della sua regolare iscrizione al campionato, il trequartista spagnolo è stato protagonista della buona prima parte di stagione del Barcellona con 15 presenze, 6 gol e 1 assist (813 minuti complessivi in campo). Un contributo importante e un ruolo sempre più centrale nelle gerarchie di mister Flick, almeno fino al 31 dicembre 2024. Poi, l'ex RB Lipsia è finito nuovamente sui titoli dei giornali più per questioni politiche che sportive. Facciamo un po' di chiarezza insieme al giornalista di Cadena COPE, Victor Navarro.
Cos'è successo?
Dani Olmo ha potuto giocare nella prima parte della stagione, fatta eccezione per le due sopracitate partite contro Valencia e Athletic Club di agosto, grazie... all'infortunio del suo compagno di squadra Andreas Christensen. Il centrale danese sarebbe dovuto restare fuori per circa due mesi, ma alla fine il suo stop si è prolungato fino a 4 mesi, consentendo quindi al Barcellona di iscrivere Dani Olmo al suo posto per sopperire all'assenza a lungo termine di un suo tesserato. L'obiettivo del presidente Joan Laporta, del resto, era risolvere il caso Dani Olmo - l'impossibilità di iscriverlo rispettando il Fair Play finanziario, per intenderci - entro la fine dell'anno, ma così non è stato e il talento di Terrassa, con l'inizio del 2025, è tornato dunque fuori saltando le due gare di Copa del Rey e Supercoppa. In attesa di una decisione definitiva da parte del Governo, che intanto in queste ore ha concesso al Barça la "cautelare" fino ad aprile. Detto in altre parole: il Barcellona può continuare a schierare Dani Olmo per altri due mesi e mezzo circa, aspettando una risoluzione definitiva del Governo.
Cosa c'entra il Governo spagnolo?
Il Barcellona avrebbe dovuto risolvere i suoi problemi economici, o meglio la parte di essi necessaria per iscrivere Dani Olmo rispettando i parametri imposti dal Fair Play finanziario e dalla Liga, entro il 31 dicembre 2024. Come? Vendendo l'area più esclusiva del nuovo Spotify Camp Nou, che peraltro non è stata ancora costruita dato lo slittamento dei lavori che porterà Yamal e compagni nella loro nuova casa soltanto a partire dalla prossima stagione, a degli acquirenti del mondo arabo. Quotata inizialmente 200 milioni di euro, l'esigenza di risolvere la questione in tempi brevi ha costretto però il numero uno del club catalano ad accettare circa 100 milioni in meno. Tutto sistemato, anzi no. Perché, pur avendo chiuso quest'operazione entro fine anno, il Barcellona ha fisicamente incassato i 100 milioni nei primi giorni di gennaio (il 3 gennaio alle ore 12, per la precisione), non rispettando quindi la scadenza del 31 dicembre fissata dalla Liga. Il Barça ha provato tutte le strade, appellandosi al diritto al lavoro sia di Dani Olmo sia dell'altro giocatore al centro di questo caso - il canterano Pau Vitor - trovando tuttavia una chiusura netta da parte sia della Liga sia dei giudici interpellati. Da qui la decisione di ricorrere addirittura al Governo, in concreto al Consejo Superior de Deportes (CSD), presentando un atto di 52 pagine e 60 documenti per dimostrare il pieno rispetto dei parametri del Fair Play. Dopo aver ottenuto la "cautelare", Laporta e i suoi attendono ora una decisione definitiva da parte del Governo, attesa al più tardi ad aprile. Come ultima spiaggia, qualora anche questa via dovesse portare alla mancata iscrizione dei due giocatori, resterebbe comunque la giustizia ordinaria.
Esiste davvero la clausola nel contratto di Dani Olmo?
Proprio con l'obiettivo di tutelarsi in vista di questo possibile scenario, Dani Olmo ha chiesto al suo entourage di inserire una clausola all'interno del contratto firmato lo scorso agosto che gli permetta di liberarsi gratuitamente in caso di impossibilità da parte del Barça di iscriverlo al campionato. Tutto questo, continuando comunque a incassare lo stipendio pattuito fino al 2030. In più, sempre per mezzo di questa clausola, il Barcellona è obbligato a versare nelle casse del RB Lipsia l'intera parte fissa della cifra concordata per il trasferimento del calciatore in Catalogna (circa 50 milioni di euro). Anche per questo motivo, oltre al fatto di essere fortemente tifoso culé, Dani Olmo ha deciso di fidarsi. Non l'ha fatto invece Nico Williams dell'Athletic, più perplesso dai possibili problemi di iscrizione che stimolato dal grande salto in carriera.
Dani Olmo può andare al Milan (o in un'altra squadra) se ad aprile il Governo dice no?
Hanno destato sicuramente grande curiosità le voci sul possibile addio di Dani Olmo al Barcellona (prima della "cautelare"), con qualche indiscrezione anche in ottica Milan per quanto riguarda il nostro campionato. La realtà dei fatti è che, se il Governo dovesse pronunciarsi negativamente dinanzi all'iscrizione di Dani Olmo, il Barça cercherà un club amico che possa tesserarlo da aprile fino a fine stagione. Non si tratterebbe di un prestito, in quanto il Barcellona non potrebbe prestare Dani Olmo in questa specifica condizione (né tantomeno Pau Vitor), ma di una risoluzione di contratto che consentirebbe a Dani Olmo di liberarsi gratuitamente dal Barcellona pur continuando regolarmente a incassare il suo stipendio, firmare per un'altra società fino al 30 giugno e poi essere nuovamente messo sotto contratto dai blaugrana in estate. Uno scenario davvero surreale, ma inevitabile se Laporta non dovesse vedere premiati i suoi sforzi. Da Barcellona si respira comunque fiducia e ottimismo in merito alla decisione del Governo (la "cautelare", in tal senso, è stato un segnale molto positivo): se è vero che tanti club della Liga sono pronti a denunciare il Barça per il mancato rispetto delle regole, è altrettanto vero che una decisione del Governo risulterebbe praticamente inappellabile. E il Real Madrid? L'eterno rivale del Barça non si è stranamente messo nel mezzo, ma un motivo in questo caso c'è eccome: gli interessi comuni sulla Superlega. Questa però è tutta un'altra storia...
Cos'è successo?
Dani Olmo ha potuto giocare nella prima parte della stagione, fatta eccezione per le due sopracitate partite contro Valencia e Athletic Club di agosto, grazie... all'infortunio del suo compagno di squadra Andreas Christensen. Il centrale danese sarebbe dovuto restare fuori per circa due mesi, ma alla fine il suo stop si è prolungato fino a 4 mesi, consentendo quindi al Barcellona di iscrivere Dani Olmo al suo posto per sopperire all'assenza a lungo termine di un suo tesserato. L'obiettivo del presidente Joan Laporta, del resto, era risolvere il caso Dani Olmo - l'impossibilità di iscriverlo rispettando il Fair Play finanziario, per intenderci - entro la fine dell'anno, ma così non è stato e il talento di Terrassa, con l'inizio del 2025, è tornato dunque fuori saltando le due gare di Copa del Rey e Supercoppa. In attesa di una decisione definitiva da parte del Governo, che intanto in queste ore ha concesso al Barça la "cautelare" fino ad aprile. Detto in altre parole: il Barcellona può continuare a schierare Dani Olmo per altri due mesi e mezzo circa, aspettando una risoluzione definitiva del Governo.
Cosa c'entra il Governo spagnolo?
Il Barcellona avrebbe dovuto risolvere i suoi problemi economici, o meglio la parte di essi necessaria per iscrivere Dani Olmo rispettando i parametri imposti dal Fair Play finanziario e dalla Liga, entro il 31 dicembre 2024. Come? Vendendo l'area più esclusiva del nuovo Spotify Camp Nou, che peraltro non è stata ancora costruita dato lo slittamento dei lavori che porterà Yamal e compagni nella loro nuova casa soltanto a partire dalla prossima stagione, a degli acquirenti del mondo arabo. Quotata inizialmente 200 milioni di euro, l'esigenza di risolvere la questione in tempi brevi ha costretto però il numero uno del club catalano ad accettare circa 100 milioni in meno. Tutto sistemato, anzi no. Perché, pur avendo chiuso quest'operazione entro fine anno, il Barcellona ha fisicamente incassato i 100 milioni nei primi giorni di gennaio (il 3 gennaio alle ore 12, per la precisione), non rispettando quindi la scadenza del 31 dicembre fissata dalla Liga. Il Barça ha provato tutte le strade, appellandosi al diritto al lavoro sia di Dani Olmo sia dell'altro giocatore al centro di questo caso - il canterano Pau Vitor - trovando tuttavia una chiusura netta da parte sia della Liga sia dei giudici interpellati. Da qui la decisione di ricorrere addirittura al Governo, in concreto al Consejo Superior de Deportes (CSD), presentando un atto di 52 pagine e 60 documenti per dimostrare il pieno rispetto dei parametri del Fair Play. Dopo aver ottenuto la "cautelare", Laporta e i suoi attendono ora una decisione definitiva da parte del Governo, attesa al più tardi ad aprile. Come ultima spiaggia, qualora anche questa via dovesse portare alla mancata iscrizione dei due giocatori, resterebbe comunque la giustizia ordinaria.
Esiste davvero la clausola nel contratto di Dani Olmo?
Proprio con l'obiettivo di tutelarsi in vista di questo possibile scenario, Dani Olmo ha chiesto al suo entourage di inserire una clausola all'interno del contratto firmato lo scorso agosto che gli permetta di liberarsi gratuitamente in caso di impossibilità da parte del Barça di iscriverlo al campionato. Tutto questo, continuando comunque a incassare lo stipendio pattuito fino al 2030. In più, sempre per mezzo di questa clausola, il Barcellona è obbligato a versare nelle casse del RB Lipsia l'intera parte fissa della cifra concordata per il trasferimento del calciatore in Catalogna (circa 50 milioni di euro). Anche per questo motivo, oltre al fatto di essere fortemente tifoso culé, Dani Olmo ha deciso di fidarsi. Non l'ha fatto invece Nico Williams dell'Athletic, più perplesso dai possibili problemi di iscrizione che stimolato dal grande salto in carriera.
Dani Olmo può andare al Milan (o in un'altra squadra) se ad aprile il Governo dice no?
Hanno destato sicuramente grande curiosità le voci sul possibile addio di Dani Olmo al Barcellona (prima della "cautelare"), con qualche indiscrezione anche in ottica Milan per quanto riguarda il nostro campionato. La realtà dei fatti è che, se il Governo dovesse pronunciarsi negativamente dinanzi all'iscrizione di Dani Olmo, il Barça cercherà un club amico che possa tesserarlo da aprile fino a fine stagione. Non si tratterebbe di un prestito, in quanto il Barcellona non potrebbe prestare Dani Olmo in questa specifica condizione (né tantomeno Pau Vitor), ma di una risoluzione di contratto che consentirebbe a Dani Olmo di liberarsi gratuitamente dal Barcellona pur continuando regolarmente a incassare il suo stipendio, firmare per un'altra società fino al 30 giugno e poi essere nuovamente messo sotto contratto dai blaugrana in estate. Uno scenario davvero surreale, ma inevitabile se Laporta non dovesse vedere premiati i suoi sforzi. Da Barcellona si respira comunque fiducia e ottimismo in merito alla decisione del Governo (la "cautelare", in tal senso, è stato un segnale molto positivo): se è vero che tanti club della Liga sono pronti a denunciare il Barça per il mancato rispetto delle regole, è altrettanto vero che una decisione del Governo risulterebbe praticamente inappellabile. E il Real Madrid? L'eterno rivale del Barça non si è stranamente messo nel mezzo, ma un motivo in questo caso c'è eccome: gli interessi comuni sulla Superlega. Questa però è tutta un'altra storia...
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