Mozart, non il suonatore. Anche se il centrocampo lo dirigeva a passo di musica

All'inizio dello scorso millennio, a Reggio Calabria, Mozart non era austriaco ma brasiliano. Pescato dal Flamengo, dove aveva giocato solamente sei mesi con undici presenze, aveva tutte le caratteristiche per essere la più classica delle meteore: nome altisonante, necessità di sostituire due grandi centrocampisti - come vedremo in seguito - e soprattutto retrocessione in B con solamente dodici partite nella prima stagione. Invece l'anno successivo diventerà un pilastro della Reggina che risalirà in A, confermandosi poi nelle tre stagioni successive, diventandone il capitano.

Ritornando al suo trasferimento a Reggio Calabria, Mozart l'ha descritto così qualche anno fa. “Giocavo nel Flamengo e andammo in Spagna per due amichevoli con Atletico Madrid e Betis Siviglia. Il ds della Reggina dell’epoca venne ad osservare un terzino destro del nostro club, giocai molto bene e agli amaranto mancava un regista, visto gli addii di Baronio e Pirlo, così fui contattato ed acquistato. Ho vissuto cinque anni magici”.

Il brasiliano durerà appunto un lustro, facendo benissimo e attirando su di sé l'attenzione dello Spartak Mosca, che stacca un assegno da 6,5 milioni di euro per acquistarlo. Quattro stagioni (e un ritorno al Palmeiras) dopo, ritorna in Italia per vestire la maglia del Livorno, senza la stessa fortuna. Oggi Mozart compie 45 anni.