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Chivu: "Adoro Bastoni, ma con me vorrei Mkhitaryan. L'Inter può competere su tutti i fronti"
"In termini individuali come difensore adoro Bastoni: ho visto da vicino la sua evoluzione, più passa il tempo e più diventa completo, in Nazionale gioca anche da centrale puro". Parla così Cristian Chivu, ex di Inter e Roma, a La Gazzetta dello Sport del classe '99, che esalta a più riprese: "Io lo vedo più come braccetto, può sfruttare meglio il suo piede nell'impostazione, in fase offensiva, con lui Inzaghi guadagna tanto perché crea superiorità sulla zona sinistra".
L'Inter può competere in Serie A e Champions?
"Ci si dimentica sempre sbagliando della Coppa Italia e del valore di alzare un trofeo, qualsiasi trofeo. La risposta è sì. La società nerazzurra ha costruito una squadra in grado di reggere fino in fondo, di arrivare a giocarsi tutto in qualsiasi competizione. Lo si capisce quando Inzaghi sceglie di volta in volta il turnover, il livello non si abbassa mai".
Qual è la difficoltà nel ripetersi?
"La motivazione, ma accade soprattutto in club storicamente non abituati ai cicli di vittorie, il Napoli è solo l'ultimo degli esempi, ce ne sono diversi. L'Inter non corre grandi rischi, il club è abituato a gestire gli entusiasmi. E in ogni caso, credo che i due pareggi siano stati un segnale che la squadra ha recepito, sono serviti".
Chi porterebbe con sé in una squadra tra i giocatori di Inter e Roma?
"Senza dubbio Mkhitaryan. Ho visto ad Appiano come si allena, la sua qualità, il modo di interagire con i compagni. Non è cosa comune nel calcio trovare giocatori che pensano di gruppo e non in termini individuali. Lui è davvero così, è intelligenza pura".
L'Inter può competere in Serie A e Champions?
"Ci si dimentica sempre sbagliando della Coppa Italia e del valore di alzare un trofeo, qualsiasi trofeo. La risposta è sì. La società nerazzurra ha costruito una squadra in grado di reggere fino in fondo, di arrivare a giocarsi tutto in qualsiasi competizione. Lo si capisce quando Inzaghi sceglie di volta in volta il turnover, il livello non si abbassa mai".
Qual è la difficoltà nel ripetersi?
"La motivazione, ma accade soprattutto in club storicamente non abituati ai cicli di vittorie, il Napoli è solo l'ultimo degli esempi, ce ne sono diversi. L'Inter non corre grandi rischi, il club è abituato a gestire gli entusiasmi. E in ogni caso, credo che i due pareggi siano stati un segnale che la squadra ha recepito, sono serviti".
Chi porterebbe con sé in una squadra tra i giocatori di Inter e Roma?
"Senza dubbio Mkhitaryan. Ho visto ad Appiano come si allena, la sua qualità, il modo di interagire con i compagni. Non è cosa comune nel calcio trovare giocatori che pensano di gruppo e non in termini individuali. Lui è davvero così, è intelligenza pura".
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