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Gravina: "Tecnologia per identificare gli accessi allo stadio non è più procrastinabile"
A margine del Consiglio Federale andato in scena a Roma, il presidente Gabriele Gravina ha parlato dell'inchiesta che coinvolge gli ultras di Milan ed Inter:
Un suo commento su quanto sta succedendo a Milano con gli ultras?
“Parliamo della situazione generale, siamo alle prime battute perché non abbiamo elementi concreti. Pare uno spaccato sicuramente censurabile, sicuramente è una situazione che dà una grande svolta al rapporto tra alcune tifoserie e alcuni club, senza entrare nel merito o nello specifico perché non abbiamo gli elementi. Certo credo che la legge dello stato italiano e gli organi di polizia stiano svolgendo una grande opera di supporto al mondo del calcio italiano che ne esce ancora una volta ferito, in un momento in cui stiamo cercando di compattare nel miglior modo possibile tutte le qualità del nostro calcio. Questo però dà grande supporto alla necessità del calcio di vedere espulsi ed estraniati dei soggetti che non possono assolutamente entrare nel nostro mondo e in uno spettacolo dedicato soprattutto alle famiglie. Non so cosa rischieranno le società, la Procura Federale ha chiesto gli atti e farà i suoi approfondimenti quando riceverà gli atti. Ci andrei molto cauto però, ho già sentito opinionisti che hanno espresso delle idee che sono fuori dalle nostre regole”.
Cosa si può fare in collaborazione con il governo per estirpare questa piaga?
“Le forze devono sicuramente unirsi e mirare tutte nella stessa direzione. È evidente che il mondo del calcio non ha a disposizione gli strumenti che ha la polizia, noi dobbiamo essere grati a chi sta mettendo a disposizione tutte le tecnologie e gli strumenti che servono per rendere più fruibile il nostro evento. Noi siamo a disposizione, tutto quello che si può fare deve essere fatto. L’uso della tecnologia per identificare tutti i soggetti che entrano all’interno dello stadio non è più procrastinabile”.
Un suo commento su quanto sta succedendo a Milano con gli ultras?
“Parliamo della situazione generale, siamo alle prime battute perché non abbiamo elementi concreti. Pare uno spaccato sicuramente censurabile, sicuramente è una situazione che dà una grande svolta al rapporto tra alcune tifoserie e alcuni club, senza entrare nel merito o nello specifico perché non abbiamo gli elementi. Certo credo che la legge dello stato italiano e gli organi di polizia stiano svolgendo una grande opera di supporto al mondo del calcio italiano che ne esce ancora una volta ferito, in un momento in cui stiamo cercando di compattare nel miglior modo possibile tutte le qualità del nostro calcio. Questo però dà grande supporto alla necessità del calcio di vedere espulsi ed estraniati dei soggetti che non possono assolutamente entrare nel nostro mondo e in uno spettacolo dedicato soprattutto alle famiglie. Non so cosa rischieranno le società, la Procura Federale ha chiesto gli atti e farà i suoi approfondimenti quando riceverà gli atti. Ci andrei molto cauto però, ho già sentito opinionisti che hanno espresso delle idee che sono fuori dalle nostre regole”.
Cosa si può fare in collaborazione con il governo per estirpare questa piaga?
“Le forze devono sicuramente unirsi e mirare tutte nella stessa direzione. È evidente che il mondo del calcio non ha a disposizione gli strumenti che ha la polizia, noi dobbiamo essere grati a chi sta mettendo a disposizione tutte le tecnologie e gli strumenti che servono per rendere più fruibile il nostro evento. Noi siamo a disposizione, tutto quello che si può fare deve essere fatto. L’uso della tecnologia per identificare tutti i soggetti che entrano all’interno dello stadio non è più procrastinabile”.
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