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Cristiano Giuntoli e Thiago Motta inseguono il Sacro Graal del calciomercato. Funzionalità e condivisione ma il difficile per il dirigente della Juventus sta per arrivare
Conduttore e speaker di Radio Sportiva, editorialista e uomo mercato di Tuttomercatoweb, è in RAI con la trasmissione storica 90° Minuto
La Juventus ha rispettato finora quello che è uno dei sacri dogmi del calciomercato moderno, nella costruzione di un progetto tecnico. 'Funzionalità'. Il giocatore ideale nell'impianto di gioco voluto dall'allenatore. Che possa integrarsi bene nell'ambiente, che possa essere subito parte attiva di uno spogliatoio, che sia stato portato a casa in totale sintonia e accordo anche col comparto manageriale. L'era di Cristiano Giuntoli e Thiago Motta è appena partita e l'impressione è che ci sia un'assoluta condivisione d'intenti, d'obiettivi, di strategie. Il dirigente ha voluto fortemente l'italo-brasiliano in panchina che, carattere da decisionista, da uomo che vuole e sa imporsi, ha indicato i suoi paletti. E in quelli, Giuntoli si sta muovendo alla perfezione. Ma il difficile deve venire, e tra poco ci arriviamo.
Solo colpi funzionali
Non c'è soltanto il valore tecnico assoluto di un calciatore, a renderlo ideale per un determinato club, per uno spogliatoio, per un allenatore. Ieri in un bello speciale, La Gazzetta dello Sport ha fatto 'dieci domande al calciomercato' e una di queste era 'c'è un calciatore che adesso farebbe comodo a tutte?'. La risposta non può è che essere nessuna, se escludiamo i campioni universali che si contano sulle dita di una mano. No. Se guardiamo le potenzialità economiche delle società della Serie A e i papabili obiettivi, ogni club deve avere una sua strategia univoca con dei proprio nomi. Alcuni possono intersecarsi, ma è chiaro che la strada debba essere autonoma. E la Juventus in questo sta agendo con profonda coerenza. Prendiamo i giocatori arrivati finora in rosa. Khephren Thuram, per esempio, un ragazzo con una cultura del lavoro familiare e una storia che lo porta naturalmente a sposare una big italiana. Un giocatore che tatticamente rispecchia a pieno l'idea di uno dei due centrocampisti centrali voluta dallo stesso Thiago Motta che sin dall'inizio lo aveva messo in cima alla sua lista dei desideri. Poi Douglas Luiz. Non è un caso se direttamente nel ritiro del Brasile, proprio Danilo e Gleison Bremer si siano a più riprese confrontati con un giocatore che Motta ritiene a livello tattico quello che a Bologna ha rappresentato per lui Remo Freuler. Lo ha detto il tecnico stesso: sa fare le due fasi, può giocare anche in mezzo ai due dietro. Andiamo a studiare il nuovo arrivato tra i pali, Michele Di Gregorio: in una squadra che gioca col baricentro basso, con un portiere che in fase difensiva debba rischiare 'meno', che in quella di costruzione sia meno dentro al gioco, Wojchech Szczesny ha pochi eguali, al Mondo. Nella strategia di Motta, è invece poco affine e per questo Di Gregorio era quello ritenuto ideale dagli uomini mercato e tecnici. Lo stesso dicasi per Juan Cabal: la Juventus avrebbe voluto Riccardo Calafiori ma il colombiano dell'Hellas Verona è ritenuto tatticamente quel 'tipo' di giocatore. Funzionale.
Ora viene il difficile
I vecchi saggi del mercato dicono che comprare sia complicato, soprattutto sulla traccia del Sacro Graal della funzionalità, ma che la parte difficile del lavoro sia un'altra. Vendere, senza fare minusvalenze, cercando magari di non rinforzare le dirette concorrenti. Un'impresa, per ora Cristiano Giuntoli è in ritardo, sebbene abbia già sistemato, con dei bei più a bilancio, Enzo Barrenechea e Samuel Iling, oltre ad aver trovato una nuova casa a Moise Kean. Il difficile, dicevamo. Federico Chiesa pesa 23 milioni a bilancio, cederlo a quella cifra sarà una sconfitta tecnica ma almeno non economica per la Juventus. Per Matias Soulè la Roma è arrivata a 25 (sarebbero tutti plusvalenza!), ma la Juve proverà ancora per un po' a non rinforzare i giallorossi tentando di convincerlo (missione per ora fallita) ad accettare il Leicester e la Premier League. Arthur pesa ancora 11 milioni a bilancio, Arkadiusz Milik per 6, Filip Kostic altrettanti, Weston McKennie per 5. Dean Huijsen sarà plusvalenza pura (un'altra intuizione della Next Gen), ma l'offerta giusta non sta arrivando. Perché comprare prima, farlo benissimo come ha fatto la Juventus, è complicatissimo. Il rovescio della medaglia è che tutti ora sanno che la Vecchia Signora 'deve' cedere. E non alzeranno di un euro le proprie proposte. Il difficile per Cristiano Giuntoli arriva paradossalmente proprio ora.
Solo colpi funzionali
Non c'è soltanto il valore tecnico assoluto di un calciatore, a renderlo ideale per un determinato club, per uno spogliatoio, per un allenatore. Ieri in un bello speciale, La Gazzetta dello Sport ha fatto 'dieci domande al calciomercato' e una di queste era 'c'è un calciatore che adesso farebbe comodo a tutte?'. La risposta non può è che essere nessuna, se escludiamo i campioni universali che si contano sulle dita di una mano. No. Se guardiamo le potenzialità economiche delle società della Serie A e i papabili obiettivi, ogni club deve avere una sua strategia univoca con dei proprio nomi. Alcuni possono intersecarsi, ma è chiaro che la strada debba essere autonoma. E la Juventus in questo sta agendo con profonda coerenza. Prendiamo i giocatori arrivati finora in rosa. Khephren Thuram, per esempio, un ragazzo con una cultura del lavoro familiare e una storia che lo porta naturalmente a sposare una big italiana. Un giocatore che tatticamente rispecchia a pieno l'idea di uno dei due centrocampisti centrali voluta dallo stesso Thiago Motta che sin dall'inizio lo aveva messo in cima alla sua lista dei desideri. Poi Douglas Luiz. Non è un caso se direttamente nel ritiro del Brasile, proprio Danilo e Gleison Bremer si siano a più riprese confrontati con un giocatore che Motta ritiene a livello tattico quello che a Bologna ha rappresentato per lui Remo Freuler. Lo ha detto il tecnico stesso: sa fare le due fasi, può giocare anche in mezzo ai due dietro. Andiamo a studiare il nuovo arrivato tra i pali, Michele Di Gregorio: in una squadra che gioca col baricentro basso, con un portiere che in fase difensiva debba rischiare 'meno', che in quella di costruzione sia meno dentro al gioco, Wojchech Szczesny ha pochi eguali, al Mondo. Nella strategia di Motta, è invece poco affine e per questo Di Gregorio era quello ritenuto ideale dagli uomini mercato e tecnici. Lo stesso dicasi per Juan Cabal: la Juventus avrebbe voluto Riccardo Calafiori ma il colombiano dell'Hellas Verona è ritenuto tatticamente quel 'tipo' di giocatore. Funzionale.
Ora viene il difficile
I vecchi saggi del mercato dicono che comprare sia complicato, soprattutto sulla traccia del Sacro Graal della funzionalità, ma che la parte difficile del lavoro sia un'altra. Vendere, senza fare minusvalenze, cercando magari di non rinforzare le dirette concorrenti. Un'impresa, per ora Cristiano Giuntoli è in ritardo, sebbene abbia già sistemato, con dei bei più a bilancio, Enzo Barrenechea e Samuel Iling, oltre ad aver trovato una nuova casa a Moise Kean. Il difficile, dicevamo. Federico Chiesa pesa 23 milioni a bilancio, cederlo a quella cifra sarà una sconfitta tecnica ma almeno non economica per la Juventus. Per Matias Soulè la Roma è arrivata a 25 (sarebbero tutti plusvalenza!), ma la Juve proverà ancora per un po' a non rinforzare i giallorossi tentando di convincerlo (missione per ora fallita) ad accettare il Leicester e la Premier League. Arthur pesa ancora 11 milioni a bilancio, Arkadiusz Milik per 6, Filip Kostic altrettanti, Weston McKennie per 5. Dean Huijsen sarà plusvalenza pura (un'altra intuizione della Next Gen), ma l'offerta giusta non sta arrivando. Perché comprare prima, farlo benissimo come ha fatto la Juventus, è complicatissimo. Il rovescio della medaglia è che tutti ora sanno che la Vecchia Signora 'deve' cedere. E non alzeranno di un euro le proprie proposte. Il difficile per Cristiano Giuntoli arriva paradossalmente proprio ora.
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