Paolillo esalta Lautaro: "Che campione, siamo noi a dimenticare cosa sa fare"
Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell'Inter ai tempi di Massimo Moratti come presidente, ha rilasciato una intervsita a Sportitalia nella quale ha parlato anche dei nerazzurri di Simone Inzaghi.
La Champions per l'Inter è un sogno o un obiettivo?
"Un obiettivo. Questi giocatori si meriterebbero di vincerla, così come Inzaghi. Ovviamente il campo internazionale non è semplice, ci sono competitor agguerrite, soprattutto in Inghilterra, o a squadre come il Real Madrid che prima o poi torneranno al loro miglior livello od alle tedesche. Però ci credo".
Con un Lautaro che è tornato a fare tutti questi gol è più semplice?
"Assolutamente, è un campione. Non c'è niente da fare e mi aspettavo che tornasse presto ai suoi migliori livelli. Non si poteva pensare che si fosse dimenticato come si gioca, siamo noi che ci siamo dimenticati di quello che aveva fatto questo atleta, Non aveva mai riposato, si era aggregato in ritardo alla squadra per la Copa America. Il suo esempio ci porta a ribadire un tema: si gioca troppo. Ed il vantaggio del Napoli è che gioca meno".
A proposito di campioni e di chi lo sta diventando: Thuram nonostante sia appena stato staccato da Retegui in vetta alla classifica marcatori, ha lasciato il rigore del 4-0 a Taremi. Che ne pensa di questo gesto?
"È il segnale che l'Inter è una grande squadra. È un segnale che l'allenatore ha lavorato molto bene sul gruppo e che il gruppo ci tenga al di là degli obiettivi personali. Prima viene la squadra".
Vale anche per Frattesi?
"Sì, se poi un giocatore della sua qualità scalpita un pochino è normale, l'importante è che non ci siano gli eccessi. Ovviamente sente di poter dare il suo apporto ancora di più, giocando meno di altri. Fa sentire la personalità che ha questo suo rammarico, ma tutto si mette a posto".
Anche nella sua Inter c'erano giocatori di forte personalità, che potevano avere certi mal di pancia.
"Altroché, cito sempre un caso emblematico. L'Inter era forte con Ibrahimovic, perché era un giocatore molto forte. Ma poi è arrivato Eto'o. Uno ancora più forte soprattutto dal punto di vista di amalgama con la squadra e questo ha portato la squadra ad avere ancora più risultati".
Si aspetta un innesto in difesa, al di là della possibile partenza di Palacios o Buchanan?
"E' chiaro che bisogna far quadrare i bilanci, non c'è niente da fare. Quindi certe operazioni magari vanno fatte, però parliamoci chiaramente: in tutti questi anni l'Inter ha sempre dovuto vendere giocatori anche importanti, per questo sottolineerei il grande merito, oltre alla grande intelligenza di Marotta, che è stato in grado di costruire grandi squadre partendo dal dover vendere. Una cosa non da poco".