Insofferenza all'Inter, Frattesi risponde: "In estate il mio unico pensiero era un altro..."
Intervistato dall'edizione odierna di La Stampa, Davide Frattesi si è ritagliato un momento per raccontarsi, dalle tappe svolte per arrivare fino all'Inter, con vari allenatori che lo hanno trasformato. Il primo anno in nerazzurro è stato formidabile, da uomo in più dalla panchina è entrato più volte e ha stravolto gli equilibri avversari, trasformando ben 8 gol e infiocchettando 7 assist, sollevando a fine anno il ventesimo Scudetto della storia del club.
In estate, però, sono sorte diverse voci di un addio prematuro, dopo appena 12 mesi vissuti con la maglia nerazzurra indosso e a proposito di questo il centrocampista italiano, ex Sassuolo, ha risposto così: "Insofferenza per il minutaggio all'Inter? In quel momento (in estate, ndr) l'unico mio pensiero era trovare le esche giuste per andare a pesca in Sardegna. Ho fatto il permesso per praticare l'altra mia grande passione: la pesca subacquea. Poi si è messo in mezzo mio fratello ed è stato un disastro. Avevo paura che mi colpisse con la fiocina. Faceva un tale macello con le pinne e il fucile".
Strano essere titolare in Nazionale e non all'Inter? "Per me è uno stimolo in più. Ogni cosa va sempre presa per il verso giusto. Altrimenti diventa tutto troppo grande. La concorrenza aiuta a dare il massimo. Quando andiamo in Nazionale i miei compagni dell'Inter mi prendono in giro: 'Ecco, vai da papà Luciano', scherzano sul ct che mi schiera dall'inizio. Come giocava bene la sua Roma, quando ero nella Primavera giallorossa".