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Frattesi non dimentica: "Ero appena arrivato all'Inter, quei due gol all'Ucraina..."TUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:25Primo piano
di Yvonne Alessandro
per Linterista.it

Frattesi non dimentica: "Ero appena arrivato all'Inter, quei due gol all'Ucraina..."

La vita in Nazionale è tutta un'altra cosa che all'Inter. Davide Frattesi, centrocampista nerazzurro, ha rilasciato un'intervista a Vivo Azzurro TV per parlare dell'Italia, del ct Luciano Spalletti, offrendo un'analisi generale del suo boom con la maglia azzurra, anche per record di gol realizzati: "Scherzosamente dico che con il mister c’è un rapporto di odio-amore. La prima volta in ritiro mi ha detto: ‘Di te ho tanta stima, ma sarai il giocatore a cui romperò più le scatole’. Se un allenatore ti sta addosso vuol dire che vuole farti migliorare e io con lui sono migliorato".

L'ex Sassuolo si è poi soffermato su una caratteristica che lo contraddistingue rispetto ad altri giocatori: "Penso che il segreto sia stato quello di avere avuto sempre fame e voglia di arrivare. Anche con un talento non smisurato, col lavoro e la voglia si può arrivare ovunque".

Ricordi molto dolci per Frattesi, poi, solo le prime reti a San Siro siglate per l’Italia: "I due gol contro l’Ucraina sono stati i più importanti che ho realizzato in maglia azzurra, anche perché ero appena arrivato all’Inter e li ho segnati nel mio nuovo stadio, San Siro".

I sacrifici compiuti dai suoi genitori: "Se mi guardo indietro, più che ai miei sacrifici guardo a quelli dei miei genitori. Si sono fatti in quattro. Io giocavo anche a tennis quindi ero impegnato tutti i gironi, sabati e domeniche. Il sacrificio è stato più che altro il loro. Mamma mi segue dappertutto, l'unico problema è che se non c'è la palestra vicina viene mal volentieri, è una patita. Mi segue da sempre, da quando ero all'Under 16. Nonna è un po' la mascotte. Cerchiamo di includerla dappertutto, ce la portiamo sempre in vacanza e lei si presta perché qualsiasi cosa le diciamo di fare lei si butta".

Un momento simbolico col padre: "Con mio padre stavamo tornando da una trasferta. Stavo guidando e lui si addormenta, lo vedevo proprio stanco. Gli dico scusa, avete fatto sacrifici per 40 anni, se avete la possibilità perché non smetti di lavorare? Goditi la vita... Non glielo avessi mai detto, un altro po' e mi fa scendere dalla macchina. E' una persona orgogliosa, sapevo già la risposta". 

Cos'è la Nazionale per Frattesi: "La Nazionale da bambino la vivevo come un sogno, qualcosa di eccezionale. Il club ti dava gioia ma la nazionale andava oltre. Oggi la vivo cercando di dare delle gioie importanti ai bambini che una volta eravamo noi. Anche se ultimamente non ci siamo riusciti ora stiamo lavorando per realizzarli".

La prima chiamata in Azzurro: "Non lo sapevo ancora e mi ha chiamato un amico per complimentarsi. Sono andato a leggere su internet e chiaramente è stata un'emozione". 

Passaggio da attaccante a centrocampista: "La trasformazione da attaccante a centrocampista non l'ho vissuta bene. Nelle giovanili della Lazio avevo Francheschini come allenatore. Mi disse che secondo lui da attaccante non rendevo al 100% e che quindi mi avrebbe spostato da mezzala. Volevo scappare dagli allenamenti... Ma non smetterò mai di ringraziarlo perché il cambio di ruolo mi ha portato qui. Ogni tanto quando lo risento ci scherziamo su".

Cosa lo appassioni oltre al calcio: "Guardo poco calcio, preferisco il tennis. Nel tempo libero le passioni che posso fare tutto l'anno sono i Lego, sul nostro tavolo in cucina ce n'è sempre uno da montare. E quando posso vado a pesca. Saluto tutti e me ne vado 3-4 ore per conto mio. Un grande anti-stress perché ti stacchi da tutto e tutti. Quest'anno ho portato anche mio fratello finalmente, dopo dieci anni. Adesso è lui che rompe le scatole a me per andare...