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Salcedo: "In Grecia per rilanciarmi, con i consigli di Lautaro. Sogni? Inter e Nazionale"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 18:40News
di Daniele Najjar
per Linterista.it

Salcedo: "In Grecia per rilanciarmi, con i consigli di Lautaro. Sogni? Inter e Nazionale"

Dopo aver fatto la preparazione estiva con annesse amichevoli pre-campionato con l'Inter di Inzaghi, Eddie Salcedo ha lasciato Milano per accasarsi in questa stagione in prestito all'OFI Creta. L'attaccante è in cerca di affermazione e riscatto: il primo prestito fatto all'uscita dalla Primavera nerazzurra, per due stagioni all'Hellas Verona, aveva fatto ben sperare, ma i successivi - dallo Spezia al Lecco - non sono andati come sperava.

Per il fatto di essere entrato nel giro della prima squadra già a 16-17 anni però, il rischio è quello di dimenticarsi che oggi Salcedo ha ancora solamente 23 anni e dunque tutto il tempo davanti a sé per affermarsi. 

Intervenuto in esclusiva per la redazione de L'Interista, ha ripercorso i propri passi fatti fino a qui, spiegando i propri obiettivi per il futuro e raccontandosi fuori dal campo".

Come stai e come sta andando in Grecia?

"Sta andando tutto bene, ormai sono qui da un mese. Peccato per l'ultima sconfitta subita contro un'avversaria forte come il Panathinaikos, ma ce la siamo giocata alla pari e questo è positivo. E' un campionato tosto".

Ti stai ambientando bene in un Paese differente?

"Sì, mi sono ambientato subito molto bene, mi sento bene anche nel gruppo, cerchiamo di puntare all'Europa e magari a vincere la coppa di Grecia".

Cosa ti ha convinto a scegliere l'Ofi Creta?

"Volevo provare una nuova esperienza fuori dall'Italia. Mi ha convinto il mister Dellas, facendomi capire che aveva grande fiducia in me, quindi ho accettato l'offerta e sono qui soprattutto grazie a lui".

Sei arrivato molto presto nel calcio dei grandi, ma hai ancora solamente 23 anni. Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione e per il futuro?

"In questa stagione spero di fare tanti tanti gol e tanti assist per aiutare la squadra ed arrivare a qualificarmi alle coppe europee e vincere la Coppa Nazionale, come dicevo. Per il futuro spero di guadagnarmi il posto in Nazionale. E' sempre stato il mio obiettivo, fin da bambino. Ho giocato fino all'Under 21 con gli azzurri, facendo poi degli stage con la Nazionale maggiore".

Dove c'è Spalletti, che ti conosce dall'Inter.

"Sì, mi conosce, mi aveva voluto con sé quando avevo 16 anni. E' uno dei migliori allenatori che ci siano in circolazione. Spero ovviamente si ricordi di me, ma so che sta a me guadagnarmi la sua considerazione. Parla il campo".

Cosa ti fa dire che sia uno dei migliori? E quanto è importante che sia attento ai giovani?

"L'ho avuto all'Inter. Prima di lui i nerazzurri arrivavano da un periodo negativo. Dal suo arrivo ha dato un suo stile di gioco e da quello l'Inter è ripartita qualificandosi in Champions. L'Inter di oggi è nata da lui, secondo me. Ha una grandissima personalità ed è un grandissimo allenatore".

Nel tuo percorso giovanile fra Genoa ed Inter, chi è stato più importante degli altri per la tua crescita?

"Al Genoa Palladino, Perin e Miguel Veloso, che poi ho reincontrato anche al Verona, sono sempre stati con me, credendo in me e dandomi sempre tanti consigli. Anche Taarabt mi parlava spesso. All'Inter i primi anni Lautaro mi parlava sempre. Allora lui era più giovane. Ricordo anche Perisic. Mi martellavano quando dovevano martellarmi e mi coccolavano quando potevano farlo".

Alcuni di loro sono rimasti tuoi riferimenti?

"Certo. Vedi la crescita di Lautaro, che mi ha impressionato tanto. L'ho visto arrivare quando aveva 21 anni, osservarne la salita fino a diventare capitano dell'Inter e candidato al Pallone d'Oro beh, è fonte d'ispirazione. E' un sogno quello di seguire bene i suoi passi".

Gli scriverai in vista della premiazione di lunedì per augurargli di vincere il Pallone d'Oro?

"Certo, faccio sempre il tifo per lui".

In estate hai fatto la preparazione con l'Inter, arrivando a giocare in amichevoli prestigiose. Com'è stato?

"E' sempre un'esperienza unica giocare per l'Inter, che è uno dei migliori club in Italia ed in Europa. Ho fatto un gol in amichevole, è molto formativo far parte di un gruppo così. Si vede anche da fuori quanto sia solido ed avendoci fatto parte l'ho constatato con i miei occhi. Quando siamo stati a giocare allo Stamford Bridge è stato qualcosa di meraviglioso. Sinceramente da dove vengo io, non avrei mai pensato di giocare in uno stadio così e nemmeno di arrivare anche soltanto alla Primavera dell'Inter. Spero di tornare a giocare a quei livelli, lavoro per arrivare al massimo livello nel calcio".

In quella partita Thuram ha sfondato la porta, contro il Chelsea.

"Sì, davvero impressionante. Marcus è un mio grandissimo amico. Un bravissimo ragazzo, spero il meglio per lui. Sono contento che abbia segnato anche ieri. E' veramente molto, molto forte".

C'è stato un momento nel corso dell'estate dove l'Inter ragionava sul reparto avanzato e su chi tenere come quinto attaccante. Ne avevi parlato con Inzaghi? C'era la possibilità per te di restare?

"Inzaghi mi ha sempre spinto e motivato, facendomi anche giocare e dandomi la possibilità di giocarmi le mie carte. Poi certo, sapevo che davanti c'erano Lautaro, Thuram, Taremi, Arnautovic e Correa. Quindi uno poi deve anche pensare a fare al meglio il proprio percorso. Ho bisogno di giocare, di sviluppare il mio talento, soprattutto dopo che l'ultima stagione non è stata molto buona".

E c'è stata per te l'opportunità di restare in Italia, in generale?

"Sì, ma la mia idea era quella di fare una esperienza all'estero, è stata una mia scelta fin dall'inizio del mercato"

L'esperienza di Verona è stata la più importante per te fin qui? Com'è stata?

"Un'esperienza unica, perché è stata la mia prima fuori dalla Primavera. Ero un ragazzino di 17-18 anni, ho trovato Juric che è stato il mio padre calcistico. Mi ha fatto esordire in Serie A, sono stati due anni veramente bellissimi, abbiamo fatto grandi cose. Un'esperienza davvero gratificante".

Ti senti un attaccante di Serie A? A volte nel tuo ruolo vediamo giocatori fare delle tappe intermedie prima di esplodere. Per il fatto di aver esordito così presto, magari si rischia di giudicare presto un giocatore.

"Sono uscito presto sì, è normale che sembra che siano passati tanti anni (ride, n.d.r.). Però sì, mi sento da Serie A, credo in me. Prima ero un po' bambino caratterialmente. Penso di essere maturato in questi anni. Non ho gli stessi comportamenti che avevo quando ne avevo 16-18 anni. Per le mie qualità sono convinto di poter stare in A, poi starà a me dimostrarlo sul campo. Ora avevo chiaro in testa di aver voglia di venire qui e dimostrare chi sono".

Hai sentito qualche difficoltà nel salto dalla Primavera alla prima squadra?

"Non ho sentito la differenza per quelle che sono le mie qualità. Il mio problema secondo me fin qui è stato a livello caratteriale come dicevo. Mi è arrivato tutto troppo in fretta e dovevo imparare come si sta fra i professionisti. Non ti parlo di cose fuori dal campo, non sono il tipo che va in discoteca o cose simili, ma a livello di atteggiamento si impara tanto crescendo e lo sto facendo".

Hai incontrato Thiago Motta nel tuo percorso. Come lo vedi alla Juve?

"Ero partito molto bene con lui e avevo un grandissimo rapporto, infatti mi faceva giocare. Poi proprio a Spezia ho avuto quegli atteggiamenti da rivedere, di cui parlavo. Poi se parliamo di lui come allenatore beh, sapevo benissimo che, per il tipo di idee che aveva, con a disposizione più qualità non avrebbe potuto che fare molto bene. Si è visto con il Bologna ed ora, anche se è appena arrivato alla Juventus, lo sta facendo già vedere secondo me anche a Torino. Come giocatore è stato forte, ma come allenatore può essere uno dei top".

Il tuo idolo da piccolo?

"Neymar, ero innamorato di lui. Da quando l'ho visto la prima volta".

Ad Inter e Genoa sei rimasto legato come tifoso?

"Assolutamente. Con il Genoa ho vinto il campionato di Serie B. Vincere a casa tua e riportare il club in A, è qualcosa di bellissimo. Faccio il tifo per entrambe".

A Valentin Carboni vuoi dire qualcosa? Magari di incontrarvi nuovamente all'Inter in futuro, quando avrà superato questo infortunio.

"Gli auguro di recuperare quanto prima dall'infortunio, così come lo aguro a Satriano. Sono due grandissimi giocatori, spero in futuro che potremo essere tutti e tre giocatori dell'Inter nuovamente".