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Barella: "Tanti sacrifici dai miei genitori, lo rifarei per i miei figli. Il calcio una passione prima che un lavoro"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 13:07Primo piano
di Alessandra Stefanelli
per Linterista.it

Barella: "Tanti sacrifici dai miei genitori, lo rifarei per i miei figli. Il calcio una passione prima che un lavoro"

È stata pubblicata l’intervista completa rilasciata da Nicolò Barella al canale YouTube di Matteo Caccia. Il centrocampista dell’Inter è tornato anche sui suoi esordi e sulla nascita della sua passione per il calcio: “Il calcio rimane una passione perché, prima di tutto, è un gioco, nonostante diventi anche un lavoro - ha esordito -. Tuttavia, ci sono aspetti spiacevoli, come le critiche, soprattutto sui social. Questo può pesare mentalmente, portando malumori anche a casa. Da bambino non immaginavo che ci sarebbero state così tante sfaccettature nella vita di un calciatore”.

Si parla anche di quando era ragazzino: "I sacrifici li facevano i miei genitori, ed è quello che farei anch'io oggi per i miei figli. Li ringrazio per tutti gli insegnamenti. Per me non è mai stato un peso, ho coltivato molte amicizie e mi sono divertito tantissimo. Posso solo dire grazie al calcio. Da adulto, le cose diventano più impegnative. Non so se c'è stato un momento preciso in cui ho pensato che sarei diventato un professionista, ma quando venivo convocato in nazionale, ho iniziato a realizzare che era possibile, dato che lì ci vanno solo i migliori. Dopo il passaggio dalla Primavera alla prima squadra, non mi sentivo del tutto pronto, ma continuavo a dirmi che potevo farcela. Non pensavo di diventare un giocatore dell'Inter o della Nazionale, ma ho sempre lavorato per farlo accadere. Solo allenarmi con i miei idoli era una cosa incredibile. Pochi arrivano pronti fin dall'inizio, a tutti serve tempo per imparare e maturare”.

Come mai alcuni arrivano in alto e altri no? Barella prova a spiegarlo: “Ho vissuto tante situazioni diverse, ci sono molteplici ragioni. Ad esempio, i miei genitori hanno fatto sacrifici, mentre altri non hanno avuto le stesse opportunità. Ci sono poi gli infortuni, le difficoltà emotive, il dover sopportare la lontananza da casa. I fattori sono tanti, e devi avere una grande forza interiore per fare le scelte giuste. A volte è la presunzione a fermarti, e in quei casi è giusto che paghi”, ha concluso.