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Un'Inter amministrativa batte in serenità il LecceTUTTO mercato WEB
domenica 25 agosto 2024, 23:00Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

Un'Inter amministrativa batte in serenità il Lecce

Tre punti importanti per sbloccare il campionato. La prima Inter dell’anno a San Siro è stata pratica, poco luccicante, solida ma ancora imbastita per il caldo e una preparazione probabilmente diversa dalle stagioni passate.
La vittoria interna col Lecce restituisce il sorriso e permette di guardare al primo big match della stagione con la più forte e ambiziosa Atalanta di sempre, venerdì prossimo, con maggiore serenità.

Il ritorno a San Siro è coinciso col piacere di rivedere i tifosi dell’Inter alle prese con i riti pre partita, l’arrivo dei pullman da tutta Italia, le bancarelle prese d’assalto tra birre, salamelle e sciarpe, davanti al monumento di San Siro, il quale resiste a tutti i pettegolezzi che lo vorrebbero ora abbattuto, ora acquistato da Inter e Milan.
La sconfitta del Milan carica ulteriormente l’entusiasmo e, una volta entrati ci si accorge che è tutto come prima. Manca solo la conferma che anche la squadra sia la stessa della seconda stella.

L’inizio è incoraggiante, anche se l’Inter attacca senza arrembare. Il ritmo non si alza e si abbassa a comando, ma resta moderato, con qualche spunto che approfitta del netto predominio territoriale.
Il gol arriva presto, dopo soli 5 minuti, grazie a una discesa di Dimarco che la mette in mezzo per Taremi, il quale sceglie di fare da sponda per Darmian che non si fa pregare, a due passi dalla porta.
Con la partita già ben apparecchiata l’Inter gestisce e cerca il raddoppio ma senza dannarsi troppo. Il Lecce sceglie di rintanarsi e ripartire ma senza creare pericoli.
La partita non è entusiasmante ma ci sono diversi preziosismi e altrettanti errori in disimpegno che animano e smorzano lo stadio a tratti.
Interessa vedere all’opera Taremi, in coppia con Thuram. L’iraniano ha classe, sa muoversi, fa sponde, finte e cerca anche un gol impossibile in rovesciata ma è anche lezioso e finisce col sembrare troppo timido o troppo generoso. La sua gara è appena sufficiente, considerando il potenziale.



Alla fine del primo tempo la sensazione è che la squadra vada in terza, quarta marcia ma manchi la cattiveria, sapendo che tutto è ancora in bilico, come dimostra nel finale di tempo una giocata tra Kristovic e Rafia che costringe Calhanoglu a intervenire per sventare il pericolo.
E’ il segnale d’allarme di una partita che nei primi 45 minuti è stata dominata territorialmente ma con pochi tiri verso la porta.

Nella ripresa l’Inter costruisce subito una palla gol con Thuram, mentre Taremi, in un’azione convulsa in area leccese sembra essere toccato da Gaspar. L’attaccante cade ma il Var non certifica il calcio di rigore.
Acerbi cuce bene in un paio di passaggi e si propone ma le sue avanzate tendono a far perdere un tempo di gioco, oltre ad un paio di verticalizzazioni che non vanno a buon fine.
Anche Calhanoglu sembra particolarmente appannato, lento e prevedibile nel manovrare, non trova l’ispirazione e alla lunga sembra spegnersi. Vale anche per Taremi che tende a nascondersi nel corso della gara. Al minuto 66 Kristovic fa venire qualche brivido ai tifosi, con un colpo di testa diretto verso la porta che si rivela centrale. Quando pensi che Inzaghi dovrebbe far entrare qualcuno arriva il cross per Thuram che viene marcato troppo affettuosamente in area, con una cintura che l’arbitro individua come fallosa. il Var conferma e Calhanoglu dal dischetto non tradisce.
Il 2-0 permette a Simone Inzaghi di poter effettuare i primi cambi, con Frattesi, Carlos Augusto e Dumfries al posto di Barella, Darmian e Dimarco. Poco dopo esce anche Thuram per far posto ad un Arnautovic apparso positivo e ispirato..
Poco dopo entra anche Asllani al posto di Calhanogli e la gara scivola verso la fine senza più sussulti.

La sensazione che lascia è quella di un Inter ancora poco brillante, con alcuni giocatori al di sotto del loro standard. Basti osservare la fatica di Mkhitaryan. L’assenza di Lautaro non si nota grazie ad un Thuram che fa reparto quasi da solo ma è evidente il gioco imbastito e tanti errori causati da una mancanza di lucidità. Il vantaggio è quello di conoscere già bene meccanismi e tasso tecnico degli interpreti. Grazie a questo si notano difetti riconducibili più all’aspetto fisico che alla qualità tecnica.
Con l’Atalanta servirà però un Inter che funzioni molto meglio e sia più in palla. Quella vista col Lecce è stata ministeriale. Tra cinque giorni dovrà essere tutto più veloce e preciso.