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Si ritira Nicolas Domingo. Fu meteora nel Genoa di Gian Piero Gasperini
Con una lunga lettera pubblicata sui social, Nicolás Mario Domingo ha annunciato il suo ritiro dal calcio professionistico. A 39 anni, il centrocampista argentino e meteora del Genoa (una presenza in Coppa Italia nella prima parte della stagione 2008/09) ha deciso di appendere le scarpette al chiodo: "Sono felice di aver vissuto tutto ciò. Ricordo come se fosse ieri quando avevo sette anni e sognavo solo di diventare un giocatore professionista ed ero arrabbiato con mia madre per il semplice fatto che mi aveva fatto nascere lontano da Buenos Aires. Povera mamma, ma io pensavo che non avrei potuto giocare a River, perché era troppo lontano .
Ma quel giorno arrivò e quel sogno cominciò a trasformarsi in realtà. Febbraio 2000, avevo 14 anni quando lasciai i miei amati Totoras con una borsa piena di sogni da realizzare. Passarono gli anni, trascorsi condividendo la passione con innumerevoli amici; il liceo, il mio primo lavoro, gli allenamenti, le partite, i momenti belli e quelli meno belli.
Poi un giorno sono diventato sparring partner della nazionale maggiore e un certo Loco Bielsa mi ha portato in panchina per due amichevoli della nazionale maggiore, cosa inimmaginabile anche nei miei sogni. Con quello arrivò il mio primo contratto e finalmente, quel giorno tanto atteso, il 29 maggio 2005, al Monumental, contro il Gimnasia, mio padre sugli spalti e, a 15 minuti dalla fine, Negro Astrada mi chiamò e mi fece debuttare nel mio amato River Plate.
Giocare bene e male, i ritiri, i viaggi infiniti, gli infortuni, le gioie, le frustrazioni, essere un titolare, essere escluso dalla lista, ascoltare infinite opinioni. Cambiare club, ricominciare, rialzarsi ancora e ancora, continuare a perseverare, non mollare mai e riprovare. Certo che sì, perché la vita è questa e ciò che è facile non dura a lungo. Oggi vorrei semplicemente ringraziare i miei compagni di squadra, da quelli delle serie inferiori a quelli dell'ultimo giorno. Siamo cresciuti insieme, abbiamo riso di gioia, abbiamo festeggiato qualche traguardo, vinto una partita o un titolo e abbiamo anche pianto con tanto dolore per quelle benedette sconfitte che fanno crescere così tanto. Agli allenatori delle serie inferiori, a ciascuno degli allenatori della prima divisione, al CT, ai magazzinieri, allo staff medico, a quelle persone silenziose che mi hanno aiutato in ogni club in cui sono passato, a ogni presidente, rappresentante, giornalista e a voi tifosi... vi porterò sempre con me".
Ma quel giorno arrivò e quel sogno cominciò a trasformarsi in realtà. Febbraio 2000, avevo 14 anni quando lasciai i miei amati Totoras con una borsa piena di sogni da realizzare. Passarono gli anni, trascorsi condividendo la passione con innumerevoli amici; il liceo, il mio primo lavoro, gli allenamenti, le partite, i momenti belli e quelli meno belli.
Poi un giorno sono diventato sparring partner della nazionale maggiore e un certo Loco Bielsa mi ha portato in panchina per due amichevoli della nazionale maggiore, cosa inimmaginabile anche nei miei sogni. Con quello arrivò il mio primo contratto e finalmente, quel giorno tanto atteso, il 29 maggio 2005, al Monumental, contro il Gimnasia, mio padre sugli spalti e, a 15 minuti dalla fine, Negro Astrada mi chiamò e mi fece debuttare nel mio amato River Plate.
Giocare bene e male, i ritiri, i viaggi infiniti, gli infortuni, le gioie, le frustrazioni, essere un titolare, essere escluso dalla lista, ascoltare infinite opinioni. Cambiare club, ricominciare, rialzarsi ancora e ancora, continuare a perseverare, non mollare mai e riprovare. Certo che sì, perché la vita è questa e ciò che è facile non dura a lungo. Oggi vorrei semplicemente ringraziare i miei compagni di squadra, da quelli delle serie inferiori a quelli dell'ultimo giorno. Siamo cresciuti insieme, abbiamo riso di gioia, abbiamo festeggiato qualche traguardo, vinto una partita o un titolo e abbiamo anche pianto con tanto dolore per quelle benedette sconfitte che fanno crescere così tanto. Agli allenatori delle serie inferiori, a ciascuno degli allenatori della prima divisione, al CT, ai magazzinieri, allo staff medico, a quelle persone silenziose che mi hanno aiutato in ogni club in cui sono passato, a ogni presidente, rappresentante, giornalista e a voi tifosi... vi porterò sempre con me".
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