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L'avvocato e piccolo azionista del Genoa D'Angelo: "Operazione Sucu inaccettabile"
L'avvocato Andrea D'Angelo, che in passato è stato vicepresidente e ora è piccolo azionista del Genoa, ha usato parole molto dure dopo l'acquisto di Dan Sucu della maggioranza delle quote del Grifone: "La chiave è la delega con la quale si è presentata in assemblea l'avvocata Anna Cerbara. Da quanto ho capito, A Cap sostiene che gli azionisti non erano stati coinvolti, ma in realtà all'assemblea c'era invece qualcuno che era stato delegato per loro", spiega all'edizione locale de La Repubblica.
D'Angelo prosegue: "L'ad rossoblù Andres Blazquez è anche amministratore unico di alcune società che fanno riferimento ai 777 che hanno il Genoa Cfc Spa nel loro patrimonio e dunque penso avesse piena facoltà a delegare qualcuno in rappresentanza dei 777. Come azionista dico che ci hanno chiamato a votare un'operazione al buio. Serviva un aumento di capitale? Benissimo, ma andavano motivate le ragioni, soprattutto doveva essere spiegato perché agli azionisti veniva negato il diritto di opzione, se né i 777 né A Cap avevano le risorse per sottoscrivere l’aumento di capitale, se vi fossero terzi disponibili a sottoscriverlo e chi fossero. Non si capiva perché, se 777 era favorevole all’operazione, come appariva dalla partecipazione e dal voto favorevole
in assemblea di un suo delegato, non cedesse il diritto di opzione a chi era disposto a entrare nel capitale, salvaguardando così il diritto di opzione dei piccoli azionisti? Ma, una volta che si è manifestato l’ingresso del nuovo socio, come genoano dico anche che sia benedetto questo signore che arriva dalla Romania e porta 40 milioni nelle casse di una società che era in grandissima difficoltà e doveva far fronte a scadenze impellenti".
D'Angelo era stato l'unico a votare contro l'approvazione del bilancio: "Mancavo già da qualche assemblea. Il voto contrario è stato
determinato dalla mancanza di trasparenza e dalla perplessità sulle operazioni di mercato. Non dimentichiamo che noi piccoli azionisti siamo soprattutto tifosi. E allora mi ha fatto un po’ specie che venissero accettate incondizionatamente le cessioni dei quattro giocatori migliori: Dragusin, Martinez, Retegui e Gudmundsson. Ma quando veniva data battaglia per le cessioni di Pruzzo e Milito, eravamo tutti più giovani. E i vari Spagnolo, Paccagnini, Birone, De Florentis, Kessisoglu, Gualco, Acetta e Milena Epifani non ci sono più. Ora sono in pace con la mia coscienza. I tifosi del Genoa meritano chiarezza e trasparenza ed è questo che ho chiesto, per altro non ricevendo risposte".
E ora cosa succederà? A Cap ha preannunciato una battaglia legale: "Proprio a seguito dei dubbi che avevo espresso in assemblea era inevitabile che si venisse a creare una situazione di conflitto. Le vertenze sono sempre fastidiose, e mi spiacerebbe che il Genoa potesse esserne coinvolto. Però, per le
ragioni che ho detto, non penso che si possa tornare indietro. Ad A Cap e ai soci della catena proprietaria del Genoa penso restino essenzialmente azioni risarcitorie".
D'Angelo prosegue: "L'ad rossoblù Andres Blazquez è anche amministratore unico di alcune società che fanno riferimento ai 777 che hanno il Genoa Cfc Spa nel loro patrimonio e dunque penso avesse piena facoltà a delegare qualcuno in rappresentanza dei 777. Come azionista dico che ci hanno chiamato a votare un'operazione al buio. Serviva un aumento di capitale? Benissimo, ma andavano motivate le ragioni, soprattutto doveva essere spiegato perché agli azionisti veniva negato il diritto di opzione, se né i 777 né A Cap avevano le risorse per sottoscrivere l’aumento di capitale, se vi fossero terzi disponibili a sottoscriverlo e chi fossero. Non si capiva perché, se 777 era favorevole all’operazione, come appariva dalla partecipazione e dal voto favorevole
in assemblea di un suo delegato, non cedesse il diritto di opzione a chi era disposto a entrare nel capitale, salvaguardando così il diritto di opzione dei piccoli azionisti? Ma, una volta che si è manifestato l’ingresso del nuovo socio, come genoano dico anche che sia benedetto questo signore che arriva dalla Romania e porta 40 milioni nelle casse di una società che era in grandissima difficoltà e doveva far fronte a scadenze impellenti".
D'Angelo era stato l'unico a votare contro l'approvazione del bilancio: "Mancavo già da qualche assemblea. Il voto contrario è stato
determinato dalla mancanza di trasparenza e dalla perplessità sulle operazioni di mercato. Non dimentichiamo che noi piccoli azionisti siamo soprattutto tifosi. E allora mi ha fatto un po’ specie che venissero accettate incondizionatamente le cessioni dei quattro giocatori migliori: Dragusin, Martinez, Retegui e Gudmundsson. Ma quando veniva data battaglia per le cessioni di Pruzzo e Milito, eravamo tutti più giovani. E i vari Spagnolo, Paccagnini, Birone, De Florentis, Kessisoglu, Gualco, Acetta e Milena Epifani non ci sono più. Ora sono in pace con la mia coscienza. I tifosi del Genoa meritano chiarezza e trasparenza ed è questo che ho chiesto, per altro non ricevendo risposte".
E ora cosa succederà? A Cap ha preannunciato una battaglia legale: "Proprio a seguito dei dubbi che avevo espresso in assemblea era inevitabile che si venisse a creare una situazione di conflitto. Le vertenze sono sempre fastidiose, e mi spiacerebbe che il Genoa potesse esserne coinvolto. Però, per le
ragioni che ho detto, non penso che si possa tornare indietro. Ad A Cap e ai soci della catena proprietaria del Genoa penso restino essenzialmente azioni risarcitorie".
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