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Capello sull'esonero di Gilardino: "Tempistiche mi lasciano perplesso. Stava riprendendo il filo"
Nella sua lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello, ex allenatore di Milan, Juventus, Roma e Real Madrid, ha parlato della situazione di Alberto Gilardino, esonerato dal Genoa: "C'è una certa facilità a cambiare, in barba a progettualità e coerenza. Confesso che certe scelte fatico a capirle... Ormai non mi sorprende più nulla (ride, ndr). A parte gli scherzi, Gila ha fatto un gran lavoro lo scorso anno e mi sembrava che nelle ultime settimane stesse riprendendo il filo dopo un inizio problematico, tra cessioni importanti sul mercato
e tanti infortuni. Ma sono soprattutto le tempistiche a lasciarmi perplesso...".
Perché?
"Innanzitutto, perché tenere Gilardino un mese fa, nel momento peggiore del Genoa, per poi allontanarlo ora che qualche punto stava arrivando? E poi: contro il Como i rossoblù hanno giocato giovedì 7 novembre, sono passate quasi due settimane in cui il campionato è stato fermo, eppure la decisione viene presa a pochi giorni da una partita delicatissima come quella al Ferraris con il Cagliari. Se mi permettete, tutto fa pensare che nel frattempo sia successo qualcosa che non sappiamo tra tecnico e società".
I risultati però non sono soddisfacenti.
"Indubbiamente. Ma se cedi calciatori come Gudmundsson e Retegui, è normale poi avere delle difficoltà, al di là di chi siede in panchina".
e tanti infortuni. Ma sono soprattutto le tempistiche a lasciarmi perplesso...".
Perché?
"Innanzitutto, perché tenere Gilardino un mese fa, nel momento peggiore del Genoa, per poi allontanarlo ora che qualche punto stava arrivando? E poi: contro il Como i rossoblù hanno giocato giovedì 7 novembre, sono passate quasi due settimane in cui il campionato è stato fermo, eppure la decisione viene presa a pochi giorni da una partita delicatissima come quella al Ferraris con il Cagliari. Se mi permettete, tutto fa pensare che nel frattempo sia successo qualcosa che non sappiamo tra tecnico e società".
I risultati però non sono soddisfacenti.
"Indubbiamente. Ma se cedi calciatori come Gudmundsson e Retegui, è normale poi avere delle difficoltà, al di là di chi siede in panchina".
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