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Genoa, Leali: "Su Strefezza la parata più importante. Giocare al Ferraris un sogno"
Nicola Leali, portiere del Genoa promosso a titolare dopo l'infortunio a Gollini, ha parlato così al Secolo XIX di questa seconda chance ad altissimo livello che la sorte gli ha regalato: "Il calcio mi ha insegnato che bisogna sempre essere pronti. E io mi sono sempre allenato bene nella speranza di avere la possibilità di giocare. La cosa più importante per me era farsi trovare pronto fisicamente anche se non era semplice perché, quando non giochi, ti manca la partita".
Che Serie A ha ritrovato?
"Sono passati tanti anni da Frosinone, ho trovato una serie A fisica con un livello d’intensità molto alto. Un campionato molto competitivo sia in alto che in basso".
Come si trova ad impostare l’azione dal basso e a giocare tanto con i piedi?
"Questa è stata la più grande evoluzione del ruolo negli ultimi anni. Cercare di migliorare in questo gesto tecnico è sicuramente uno stimolo. Nell’impararlo è normale che ci siano difficoltà, non avendolo fatto da ragazzo. Ma fa parte del calcio di oggi e quindi è giusto così".
Che rapporto ha con Gollini?
"È chiaro che lui ha riportato la competitività che c’era un anno fa con Martinez. Quest’anno col suo arrivo è stato mantenuto un livello alto di sana competizione e penso che ciò sia molto importante in una squadra".
Che effetto le fa parare sotto la Gradinata Nord? Sente la pressione del pubblico?
"Il Genoa è una piazza importante, è normale che ci sia un po’ di pressione. Poi, però, quando entri in quello stadio diventa tutto bello. Giocare al Ferraris è il sogno di tanti ragazzi".
Qual è stata la parata più difficile quest’anno?
"In questo momento mi viene in mente l’ultima, non per difficoltà, ma per importanza: quella su Strefezza, sul primo palo, che ci ha consentito poi di raggiungere il pareggio contro il Como. Mentre nel primo tempo ne avevo fatta un’altra su Nico Paz".
Che Serie A ha ritrovato?
"Sono passati tanti anni da Frosinone, ho trovato una serie A fisica con un livello d’intensità molto alto. Un campionato molto competitivo sia in alto che in basso".
Come si trova ad impostare l’azione dal basso e a giocare tanto con i piedi?
"Questa è stata la più grande evoluzione del ruolo negli ultimi anni. Cercare di migliorare in questo gesto tecnico è sicuramente uno stimolo. Nell’impararlo è normale che ci siano difficoltà, non avendolo fatto da ragazzo. Ma fa parte del calcio di oggi e quindi è giusto così".
Che rapporto ha con Gollini?
"È chiaro che lui ha riportato la competitività che c’era un anno fa con Martinez. Quest’anno col suo arrivo è stato mantenuto un livello alto di sana competizione e penso che ciò sia molto importante in una squadra".
Che effetto le fa parare sotto la Gradinata Nord? Sente la pressione del pubblico?
"Il Genoa è una piazza importante, è normale che ci sia un po’ di pressione. Poi, però, quando entri in quello stadio diventa tutto bello. Giocare al Ferraris è il sogno di tanti ragazzi".
Qual è stata la parata più difficile quest’anno?
"In questo momento mi viene in mente l’ultima, non per difficoltà, ma per importanza: quella su Strefezza, sul primo palo, che ci ha consentito poi di raggiungere il pareggio contro il Como. Mentre nel primo tempo ne avevo fatta un’altra su Nico Paz".
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