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C'era una volta il Genoa di Gudmundsson e Retegui: Gila non sa più dove trovare quei 25 gol
C'era una volta il Genoa di Albert Gudmundsson e Mateo Retegui: 16 gol l'attaccante islandese, 9 l'italo-argentino. Un Genoa capace di strappare applausi e anche risultati su tanti campi, persino quelli più blasonati, chiudendo il campionato all'undicesimo posto nonostante fosse solo una neo-promossa. Con 49 punti e quindi a -4 dall'ex campione in carica Napoli, tanto per capirci. Ebbene, oggi quel Genoa non esiste più ed è terzultimo in classifica con appena 5 punti.
Se è vero che l'allenatore è rimasto lo stesso, e con lui i principi di gioco della squadra, il Grifone ha perso pezzi troppo importanti durante quest'estate e neanche il finora ottimo lavoro di mister Alberto Giardino è riuscito a tamponare questa ferita. Una ferita profonda, nell'orgoglio e nei numeri, visto che chi è rimasto e chi è arrivato non è ancora riuscito a dare le risposte che servono (i capocannonieri attuali sono Pinamonti e Junior Messias, che di ruolo fa l'esterno, con appena 2 centri ciascuno).
"C'è amarezza, è naturale per questo momento. Molto probabilmente è inaspettato a livello mentale dopo la scorsa stagione, ma siamo cambiati in modo notevole. Non è un alibi, però è la realtà il fatto che giocatori di qualità oggi ci mancavano. Quando poi vai sotto 2-0 diventi fragile... Non deve essere un alibi perché la resa non deve mai esserci", ha dichiarato uno sconsolato Gilardino dopo la manita incassata ieri dall'Atalanta (5-1). La quinta sconfitta stagionale in nove partite tra campionato e Coppa Italia: un trend da invertire quanto prima per non rischiare di restare invischiati in un tunnel senza uscita.
Se è vero che l'allenatore è rimasto lo stesso, e con lui i principi di gioco della squadra, il Grifone ha perso pezzi troppo importanti durante quest'estate e neanche il finora ottimo lavoro di mister Alberto Giardino è riuscito a tamponare questa ferita. Una ferita profonda, nell'orgoglio e nei numeri, visto che chi è rimasto e chi è arrivato non è ancora riuscito a dare le risposte che servono (i capocannonieri attuali sono Pinamonti e Junior Messias, che di ruolo fa l'esterno, con appena 2 centri ciascuno).
"C'è amarezza, è naturale per questo momento. Molto probabilmente è inaspettato a livello mentale dopo la scorsa stagione, ma siamo cambiati in modo notevole. Non è un alibi, però è la realtà il fatto che giocatori di qualità oggi ci mancavano. Quando poi vai sotto 2-0 diventi fragile... Non deve essere un alibi perché la resa non deve mai esserci", ha dichiarato uno sconsolato Gilardino dopo la manita incassata ieri dall'Atalanta (5-1). La quinta sconfitta stagionale in nove partite tra campionato e Coppa Italia: un trend da invertire quanto prima per non rischiare di restare invischiati in un tunnel senza uscita.
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