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Sucu: "Primi contatti con il Genoa in estate. La mia ossessione è avere un club sano"
Dan Sucu è il nuovo proprietario del Genoa ormai da qualche giorno e ha rilasciato una lunga intervista a Ziarul Financiar per spiegare che cosa lo ha portato a scegliere di investire nel Grifone: "Ciò che abbiamo costruito finora è l’idea dell’integrazione verticale. Nella letteratura sportiva si parla di proprietà multi-club. Abbiamo studiato questo fenomeno in Europa. Dal momento in cui ho investito nel Rapid ho pensato che non sarei mai riuscito a costruire qualcosa di veramente speciale con un solo club. La voglia di multicanalità, l’idea di dover partecipare a qualcosa del genere era obbligatoria nella mia mente. I vantaggi possono essere sviluppati all’infinito. Per ogni club è meglio appartenere ad un gruppo. Per ora dal nostro punto di vista vanno bene due, uno in un campionato medio, uno in un campionato di punta. Possono sostenersi facilmente a vicenda, ciascuno di loro deve essere guidato molto bene da un punto di vista manageriale allo stesso tempo, guidato in modo responsabile, essere sostenibile, essere in grado, in un periodo di tempo ragionevole, di raggiungere e coprire le spese del attività attuale".
Qual è il suo parere su 777 Partners?
"Quello che sta succedendo in Europa, in tutti i campionati, ci sono tanti club che vengono guidati in modo irrealistico dal punto di vista economico. Impegna spese irrealistiche rispetto ai risultati e alle capacità economiche. Ho visto questo gruppo, il Gruppo 777, che dal mio punto di vista avrebbe come idea un certo numero di club in tutta Europa e poi quotare queste azioni di questi gruppi alla Borsa di Londra. Ad un certo punto, come idea imprenditoriale, l’ho trovata interessante. Ho avuto un tentativo di discussione che non si è concretizzato. Ho guardato i club che componevano questa unione di cui parlavamo, perché avevano club in Brasile, in Germania, in Belgio, in Italia".
Com'è nata la trattativa con il Genoa?
"Volevo realizzare questa partnership con il club genovese, ho contattato la dirigenza del club per discutere come avremmo potuto realizzare la partnership. Mi sono messo in contatto con loro durante l’estate, sono venuti fin qui, hanno guardato tutto quello che abbiamo nel settore giovanile, nella nostra squadra. Man mano che andavamo avanti, abbiamo anche provato qualcosa di concreto che non ha funzionato per noi, cioè la possibilità di un trasferimento diretto di un giocatore (Melegoni, ndr). Siamo rimasti in contatto e ad un certo punto dal consiglio di amministrazione del Genoa ci hanno informato che c’era questa richiesta di aumento di capitale".
A livello tecnico quale sarà l'intervento?
"L’investimento viene effettuato sotto forma di aumento di capitale, il club ha emesso nuove azioni che abbiamo acquistato. Sono 40 milioni di euro, siamo arrivati ad una percentuale del 77%. C’è un cash in, cioè non abbiamo acquistato azioni da qualcuno. Alla Rapid ho fatto la stessa cosa, ho investito strada facendo, fino ad ora ho raggiunto il 90% delle azioni. Abbiamo fatto una due diligence sul lato economico, finanziario e legale e abbiamo pensato che dovessimo investire".
Qual è il suo obiettivo?
"La mia ossessione in questo momento è riuscire ad avere un club finanziariamente ed economicamente sano, in generale. La prima rata che ho spedito lì subito è stata 'mangiata' in larghissima parte dai pagamenti ai finanziamenti, alle tasse, ai ritardi nei pagamenti alle banche, ai fornitori che non ricevevano i loro soldi da molto tempo. Non puoi permetterti di arrivare in ritardo in banca perché ti ritrovi in una situazione in cui perdi la tua credibilità".
Qual è il suo parere su 777 Partners?
"Quello che sta succedendo in Europa, in tutti i campionati, ci sono tanti club che vengono guidati in modo irrealistico dal punto di vista economico. Impegna spese irrealistiche rispetto ai risultati e alle capacità economiche. Ho visto questo gruppo, il Gruppo 777, che dal mio punto di vista avrebbe come idea un certo numero di club in tutta Europa e poi quotare queste azioni di questi gruppi alla Borsa di Londra. Ad un certo punto, come idea imprenditoriale, l’ho trovata interessante. Ho avuto un tentativo di discussione che non si è concretizzato. Ho guardato i club che componevano questa unione di cui parlavamo, perché avevano club in Brasile, in Germania, in Belgio, in Italia".
Com'è nata la trattativa con il Genoa?
"Volevo realizzare questa partnership con il club genovese, ho contattato la dirigenza del club per discutere come avremmo potuto realizzare la partnership. Mi sono messo in contatto con loro durante l’estate, sono venuti fin qui, hanno guardato tutto quello che abbiamo nel settore giovanile, nella nostra squadra. Man mano che andavamo avanti, abbiamo anche provato qualcosa di concreto che non ha funzionato per noi, cioè la possibilità di un trasferimento diretto di un giocatore (Melegoni, ndr). Siamo rimasti in contatto e ad un certo punto dal consiglio di amministrazione del Genoa ci hanno informato che c’era questa richiesta di aumento di capitale".
A livello tecnico quale sarà l'intervento?
"L’investimento viene effettuato sotto forma di aumento di capitale, il club ha emesso nuove azioni che abbiamo acquistato. Sono 40 milioni di euro, siamo arrivati ad una percentuale del 77%. C’è un cash in, cioè non abbiamo acquistato azioni da qualcuno. Alla Rapid ho fatto la stessa cosa, ho investito strada facendo, fino ad ora ho raggiunto il 90% delle azioni. Abbiamo fatto una due diligence sul lato economico, finanziario e legale e abbiamo pensato che dovessimo investire".
Qual è il suo obiettivo?
"La mia ossessione in questo momento è riuscire ad avere un club finanziariamente ed economicamente sano, in generale. La prima rata che ho spedito lì subito è stata 'mangiata' in larghissima parte dai pagamenti ai finanziamenti, alle tasse, ai ritardi nei pagamenti alle banche, ai fornitori che non ricevevano i loro soldi da molto tempo. Non puoi permetterti di arrivare in ritardo in banca perché ti ritrovi in una situazione in cui perdi la tua credibilità".
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