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Genoa, Badelj: "Gilardino mi capisce. Retegui fa la differenza, meno male che è tornato"
Intervenuto dal ritiro di Moena, il centrocampista del Genoa Milan Badelj ha parlato del suo stato di forma innanzitutto: "Ho avuto un po’ di febbre, ho saltato un giorno, due perché ho saltato il Venezia ma mi sono ripreso".
Retegui è tornato: ti ha chiesto il permesso?
"No ma anche se me l’avesse chiesto glielo avrei dato. Siamo contenti che sia rientrato perché fa la differenza. La prima partita ufficiale è il 10 agosto, meno male che è ritornato".
Il primo impegno ufficiale sarà la Coppa Italia: può diventare un obiettivo?
"Oggi come oggi non abbiamo pensato di andare a vincere la Coppa Italia. Ma non abbiamo nemmeno pensato all’Inter. Se mi chiede in generale della coppa ti direi sì, c’è la finale all’Olimpico e tutti vorrebbero arrivare lì".
La rosa è molto ampia, c'è la possibilità di gestire le forze.
"La possibilità deve esistere. Poi credo che siamo in buone mani per quanto riguarda la condizione. Poi ognuno è più predisposto o meno ad infortuni. Ognuno poi la possibilità di tenersi in forma perché poi il campionato si è prolungato da quando è stata tolta la sosta. Ognuno ha la possibilità e l’obbligo di stare bene".
Per le partite ore si gioca in sedici.
"La partita ha un ritmo più alto. I cinque cambi per le big sono importanti, avendo 12 giocatori e avere la possibilità i tre cambi lascia otto giocatori fuori. E questo è pesante dal punto di vista mentale. Avendone cinque, anche da quel punto di vista, ancor più ragazzi si sentono coinvolti nel calcio".
Che allenatore è Gilardino? Tu parli molto in campo...
"Se parlo di più corro di meno (ride ndr). Ogni squadra questo tipo di gerarchia esiste. L’allenatore è responsabile, poi ci sono due tre giocatori che hanno più esperienza hanno la responsabilità in campo che le cose vadano bene. Gila l’ho avuto anche come compagno di squadra e per me è stato un onore giocare insieme ad un campione del mondo. Ora avendolo come allenatore aiuta tanto perché mi capisce, fa crescere la mia fiducia e mi permette di giocare più libero. Uno spessore umano veramente di ispirazione i più giovani se ne accorgeranno più tardi ma tutti siamo consapevoli che siamo fortunati ad averlo".
Le linee in campo?
"E’ solo un orientamento per la posizione".
Come è diventato il calcio?
"Il calcio è diventato molto più uomo su uomo, la pressione è sempre più alta sennò ci si abbassa di più. All'Europeo abbiamo visto alcune partite dove una certa Francia, se perdeva il pallone, si difendeva bassa".
Cosa è mancato alla tua Croazia all'Europeo?
"Siamo partiti con il piede sbagliato e non ci ha aiutato poi seconda partita che di solito è dove facciamo molto bene guardando storicamente. Lì siamo un po' mancati".
Retegui è tornato: ti ha chiesto il permesso?
"No ma anche se me l’avesse chiesto glielo avrei dato. Siamo contenti che sia rientrato perché fa la differenza. La prima partita ufficiale è il 10 agosto, meno male che è ritornato".
Il primo impegno ufficiale sarà la Coppa Italia: può diventare un obiettivo?
"Oggi come oggi non abbiamo pensato di andare a vincere la Coppa Italia. Ma non abbiamo nemmeno pensato all’Inter. Se mi chiede in generale della coppa ti direi sì, c’è la finale all’Olimpico e tutti vorrebbero arrivare lì".
La rosa è molto ampia, c'è la possibilità di gestire le forze.
"La possibilità deve esistere. Poi credo che siamo in buone mani per quanto riguarda la condizione. Poi ognuno è più predisposto o meno ad infortuni. Ognuno poi la possibilità di tenersi in forma perché poi il campionato si è prolungato da quando è stata tolta la sosta. Ognuno ha la possibilità e l’obbligo di stare bene".
Per le partite ore si gioca in sedici.
"La partita ha un ritmo più alto. I cinque cambi per le big sono importanti, avendo 12 giocatori e avere la possibilità i tre cambi lascia otto giocatori fuori. E questo è pesante dal punto di vista mentale. Avendone cinque, anche da quel punto di vista, ancor più ragazzi si sentono coinvolti nel calcio".
Che allenatore è Gilardino? Tu parli molto in campo...
"Se parlo di più corro di meno (ride ndr). Ogni squadra questo tipo di gerarchia esiste. L’allenatore è responsabile, poi ci sono due tre giocatori che hanno più esperienza hanno la responsabilità in campo che le cose vadano bene. Gila l’ho avuto anche come compagno di squadra e per me è stato un onore giocare insieme ad un campione del mondo. Ora avendolo come allenatore aiuta tanto perché mi capisce, fa crescere la mia fiducia e mi permette di giocare più libero. Uno spessore umano veramente di ispirazione i più giovani se ne accorgeranno più tardi ma tutti siamo consapevoli che siamo fortunati ad averlo".
Le linee in campo?
"E’ solo un orientamento per la posizione".
Come è diventato il calcio?
"Il calcio è diventato molto più uomo su uomo, la pressione è sempre più alta sennò ci si abbassa di più. All'Europeo abbiamo visto alcune partite dove una certa Francia, se perdeva il pallone, si difendeva bassa".
Cosa è mancato alla tua Croazia all'Europeo?
"Siamo partiti con il piede sbagliato e non ci ha aiutato poi seconda partita che di solito è dove facciamo molto bene guardando storicamente. Lì siamo un po' mancati".
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