
Genoa, cercasi bomber per chiudere la pratica salvezza
Dovrebbe succedere un cataclisma per vedere il Genoa risucchiato nella querelle salvezza, ma ha ragionissima mister Vieira a tenere alta la concentrazione dei suoi ragazzi. La metà si scorge all'orizzonte, ma va raggiunta al più presto, in tempo utile per poter affrontare con i nervi distesi una collana di impegni tutt'altro che agevoli.
In quest'ennesimo anticipo al venerdì imposto al Grifo, arriva a Marassi un Lecce che resta abbarbicato alla salvezza più per demeriti altrui che per le proprie qualità. I salentini provengono da tre batoste di fila, precedute da uno sciapo 0-0 col Monza fanalino di coda: non appaiono in crisi nera, ma si confermano fragili, scarsamente concreti, incapaci di dare una perentoria sterzata al proprio futuro. Mister Giampaolo è un maestro di calcio, sa come conferire un precisa impronta alle proprie squadre, ma non sempre l'accademia e la predisposizione al calcio organizzato pagano. A sua discolpa, la recente cessione, per una somma prossima ai 40 milioni,del gioiello Dorgu allo United: classe pura partita dal Salento verso la Premier, con inevitabile influsso sul rendimento dei giallorossi.
Il Genoa insomma è davanti ad un succulento match-ball. Ha fallito quello con l'Empoli, ma è deciso a riprovarci contro una formazione più in alto in graduatoria rispetto ai toscani ma, sulla carta, non più temibile. I numeri recitano che il team salentino è ultimo nella graduatoria delle reti realizzate: un dato confortante, attenuato però dal momento d'oro attraversato dal suo bomber, il centravanti Krstovic, montenegrino, a lungo corteggiato anche dal Grifo prima che la scelta societaria cadesse su Pinamonti.
Il Lecce pratica un football brillante e veloce, ma concede anche parecchio agli avversari. Doveroso approfittarne, magari esprimendosi a livelli elevati già nel primo tempo: evento assai raro nella cavalcata stagionale rossoblù, nobilitata soprattutto da secondi tempi all'arrembaggio. Vieira insiste sulla necessità di un approccio felice, che certamente dipende anche dalla sua capacità di favorirlo a livello psicologico.
Sulla scelta degli undici titolari, invece, il francese non deve slalomeggiare fra troppi dubbi. In difesa, complice l'infortunio a Bani, giocherà la collaudata coppia De Winter-Vasquez, e non mancherà neppure Martin a sinistra. Invece, sul corridoio opposto potrebbe registrarsi una novità: il rientro di Sabelli, che non ha bisogno di provini futuristici ma risulta ben più affidabile di Norton-Cuffy: e siccome la gara è da vincere...
Più complessa è la questione attacco, data la morìa specialisti disponibili, che coinvolge i vari Messias, Ekuban, Cornet e Vitinha. In pratica restano gli uomini contati o quasi. Pinamonti è senza concorrenti, mentre per le altre due mglie concorrono Zanoli, Ekhator e Miretti, il quale proviene dalla prova stagionale più esaltante proprio perché offerta nel suo ruolo naturale, centrocampista. Chiunque venga schierato, non dispone del classico fiuto del gol. Chissà che, nella ripresa, possa sopperire almeno parzialmente Malinovskyi, che dopo aver riassaggiato il terreno erboso a Cagliari dovrebbe crescere in fatto di minutaggio: le sue notorie qualità balistiche potrebbero rivelarsi utilissime in un Grifone pressoché nullo nelle conclusioni dalla distanza.
A centrocampo, con Badelj in campo – ma una sua esclusione a metà secondo tempo è altamente prevedibile – e Frendrup a correre per lui, occorre trovare il terzo elemento nell'esiguo ventaglio di opzioni che rggruppa lo stesso Miretti, Masini e Onana: tutti giocatori di complemento, non certo provvisti di pericolosità in zona gol.
Ed ecco il vero nocciolo della questione: fatto salvo Pinamonti, che però ha bisogno di accettabili e frequenti munizioni, chi potrebbe firmare l'agognato successo? Qui si torna ai “tuttofare” De Winter e Vasquez, abituati a sobbarcarsi un doppio lavoro: quello primario di baluardi e quello aggiuntivo, ma non meno importante, di frombolieri.
PIERLUIGI GAMBINO







