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Le variabili della lotta scudetto: cos’hanno in comune Inter, Napoli e AtalantaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Marchetti

Le variabili della lotta scudetto: cos’hanno in comune Inter, Napoli e Atalanta

Più nel vivo di così non si può. Generalmente si dice che i campionati si decidono in primavera, stavolta - non soltanto per questioni climatiche - evidentemente la primavera è arrivata prima, ma potrebbe sempre tardare, visto che difficilmente ci sarà qualcosa di deciso, da qui a breve.
Il campionato italiano ci sta regalando una situazione quasi inedita. Tre squadre in tre punti, con uno scontro diretto in vista che potrebbe rendere la situazione ancora più ingarbugliata. E contemporaneamente per l’Inter la sfida con l’Atalanta sarà soltanto l’antipasto di un Aprile che sarà decisivo e determinante per tutte le competizioni in cui è ancora impegnata.
Ovviamente è questa la variabile imponderabile nella corsa a tre per lo scudetto. Perché se da una parte c’è l’orgoglio e il prestigio di poter essere ancora in pista per tutto, dall’altra c’è un raddoppio di energie da spendere che potrebbe risultare determinante. Insomma, parlando chiaramente, l’Inter che oggi punta ad arrivare in fondo sia in campionato che nelle coppe, corre il rischio anche di non poter festeggiare nulla. E come avversarie ha invece due squadre, in campionato, che possono anche permettersi il lusso di vivere questo momento particolare della stagione come un sogno da fare ad occhi aperti, come un’opportunità più che come un obbligo, come un regalo, anzi un premio, per lo straordinario lavoro fatto in stagione o per il culmine di un percorso, e che ora si trovano a scartare con l’entusiasmo di un bambino.
Questa variabile non è possibile calcolarla. E’ assolutamente fuori controllo. E la stessa Inter ha deciso di non fare calcoli. Rischiando, certo, ma avendo bene chiaro in testa l’obiettivo. Anzi gli obiettivi. Arrivati a questo punto della stagione non si può scegliere o privilegiare una competizione o l’altra. Non avrebbe senso, non è nel dna di questa Inter.
E’ l’ambizione che sta muovendo ora le scelte nerazzurre. Un’ambizione sana, forse anche irrazionale, non certo presunzione. L’Inter non si sente inferiore a nessuno: non a caso non si nasconde. Allo stesso tempo sa che potrebbe non andare tutto come previsto, ma accetta il rischio. Perché la possibilità di essere protagonisti e di scrivere la storia del proprio club esiste ed è allettante. E’ una mentalità europea, che va oltre l’eventuale stanchezza.
E’ chiaro che l’Inter dovrà trovare il modo di recuperare un benessere psicofisico, dovrà essere in grado di dosare le energie. Ma le energie potrebbero arrivare anche dai risultati: una sorta di volano positivo.
Come è successo a Napoli e Bergamo. Il percorso di avvicinamento alla prima posizione operato a Napoli da Conte è stato più rapido ed efficace del previsto. E si sa che l’appetito vien mangiando. Come durante la stagione è arrivato prima il recupero dei titolari e poi in questa seconda fase (complici anche infortuni e mercato) quello delle cosidette seconde linee. Oggi il Napoli si trova a duellare con Inter e Atalanta con maggiori consapevolezze rispetto a 6 mesi fa. Con una grande determinazione e con un entusiasmo ritrovato che certamente ha contribuito ad assecondare il lavoro di Conte. Giusto - come dice lui stesso - non dare nulla per scontato, giusto tenere alta la concentrazione e non rischiare passi falsi. Ma il Napoli in questa stagione ha recuperato il terreno perduto l’anno precedente e ha ritrovato lo spirito, oltre ai giocatori.
E l’Atalanta lo spirito invece l’ha mantenuto. La conquista dell’Europa League della passata stagione non è stata semplicemente un punto d’arrivo. Ma la presa di coscienza che le imprese possono essere realizzate. Lo scudetto, anche soltanto a pronunciarlo, qualche mese fa sembrava un’eresia. Ora dopo il grande lavoro della famiglia Percassi, di D’Amico e ovviamente di Gasperini se vai in giro a parlare di Atalanta in corsa nessuno ti prende per pazzo. Anzi i pazzi sono quelli che non pensano sia possibile. Attenzione: possibile non significa probabile. Ma questo non frena i bergamaschi. Il calendario è tosto, ci sono gli infortuni a complicare le cose, per tutti (piazza, giocatori, società, allenatore) è una grande novità essere lì. Ma proprio tutto questo potrebbe portare l’Atalanta a dare sempre più del 100% in ogni partita: avere la coscienza “pulita” di averci provato davvero senza avere (eventualmente) alcun tipo di rammarico.
Ecco che quindi ambizione ed entusiasmo sono le due parole chiave e i motori di questa straordinaria corsa a tre. Dove quelli potenzialmente più attrezzati vogliono portare avanti il più possibile il sogno di un trionfo multiplo, dove gli altri vogliono continuare a sognare, fino alla fine. E’ l’essenza stessa dello sport: provarci sempre, competere per vincere, primeggiare.
E ora non è tempo di fare calcoli: non è possibile più farli. Ogni settimana assisteremo, probabilmente, a cambi di umore determinati dai risultati. Ma il metro non potrà essere un pareggio in più o in meno, ma la voglia di provarci sempre, ognuno con le proprie armi. E’ il regalo più bello da fare agli appassionati e ai propri tifosi. Con una consapevolezza: chi insegue sogni così grandi, così a lungo e ci va così vicino non potrà mai dire di aver fallito.