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Le pagelle della Fiorentina - Gosens dove sa far male, su invito di Dodo. Ndour ha presenza
Risultato finale: Fiorentina - Lecce 1-0
De Gea 6 - Quelli del Lecce non arrivano poi così di frequente dalle sue parti, ma a volte si fanno minacciosi. Quando non arriva (come su Veiga) ringrazia le imprecisioni.
Pongracic 6,5 - Rieccolo, dopo due panchine, per la sfida alla sua ex squadra. Si fa trovare pronto all’appuntamento: nessuna emozione, solo interventi fatti come si deve.
Dall’81’ Comuzzo sv.
Mari 6,5 - Al debutto assoluto in viola ha commesso un errore, ecco l’esordio da titolare e al centro della difesa a tre. La zona per lui è più confortevole e la prova lo dimostra.
Ranieri 6 - Braccetto di sinistra c’è nato, non ha problemi a ritornarci. Con il Lecce che di rado attacca in massa, ha anche modo di sganciarsi in avanti palla al piede.
Dodo 7 - Si trova meglio da terzino che esterno di centrocampo, ma si tramuta presto in incubo di serata per Gallo. Tra le altre cose, gli mette la freccia per l’assist a Gosens.
Dall’88’ Moreno sv.
Ndour 6,5 - Scelto per dare maggior compattezza, dinamismo ed equilibrio al centrocampo, sembra capire al volo. E al netto di qualche errore, fa sentire la presenza.
Cataldi 6 - Si è ripreso il suo posto in cabina di regia, oggi ha un compagno in più a dargli mano nella fase di non possesso e a garantirgli un’impostazione più tranquilla.
Dal 69’ Fagioli 6 - Messo dentro in una fase non banale, aiuta con la personalità in alcune fasi di possesso, soffrendo con i suoi quando non ha la palla.
Mandragora 6 - Appare più a suo agio all’interno di una mediana più folta. Non si risparmia nell’interpretazione della partita sul lato della generosità, sufficienza piena.
Gosens 7,5 - Torna a fare il ruolo che più ama e i benefici arrivano in neanche dieci minuti, quando insacca di testa il vantaggio. Conquista pure il rigore sbagliato da Beltran.
Zaniolo 5 - Mestiere complicato, deve rincorrere un’infinita quantità di palloni. Si connette male però con Beltran e non solo con lui. Errori e nervosismo in sequenza.
Dall’88’ Gudmundsson 5,5 - Manca due volte il colpo del potenziale raddoppio: sulla prima situazione era in fuorigioco, il secondo errore grida vendetta.
Beltran 5 - Tanto sacrificio, poca lucidità. La scivolata disperata da ammonito racconta spirito e rischio corso. Due legni nella ripresa: il rigore è un errore, il secondo sfortuna.
Raffaele Palladino 6 - Difficoltà recenti e assenze impongono il cambio d’assetto: decide di tornare alla difesa a tre come a inizio stagione, ma con più robustezza a centrocampo. La mossa regala un’ottima partenza alla Fiorentina, che una volta trovato il gol del vantaggio ricade però nel brutto vizio di impaurirsi e abbassarsi. Ciononostante, e col raddoppio due volte cestinato, ritrova la vittoria: oltre quella, però, c’è davvero poco altro da prendere.
De Gea 6 - Quelli del Lecce non arrivano poi così di frequente dalle sue parti, ma a volte si fanno minacciosi. Quando non arriva (come su Veiga) ringrazia le imprecisioni.
Pongracic 6,5 - Rieccolo, dopo due panchine, per la sfida alla sua ex squadra. Si fa trovare pronto all’appuntamento: nessuna emozione, solo interventi fatti come si deve.
Dall’81’ Comuzzo sv.
Mari 6,5 - Al debutto assoluto in viola ha commesso un errore, ecco l’esordio da titolare e al centro della difesa a tre. La zona per lui è più confortevole e la prova lo dimostra.
Ranieri 6 - Braccetto di sinistra c’è nato, non ha problemi a ritornarci. Con il Lecce che di rado attacca in massa, ha anche modo di sganciarsi in avanti palla al piede.
Dodo 7 - Si trova meglio da terzino che esterno di centrocampo, ma si tramuta presto in incubo di serata per Gallo. Tra le altre cose, gli mette la freccia per l’assist a Gosens.
Dall’88’ Moreno sv.
Ndour 6,5 - Scelto per dare maggior compattezza, dinamismo ed equilibrio al centrocampo, sembra capire al volo. E al netto di qualche errore, fa sentire la presenza.
Cataldi 6 - Si è ripreso il suo posto in cabina di regia, oggi ha un compagno in più a dargli mano nella fase di non possesso e a garantirgli un’impostazione più tranquilla.
Dal 69’ Fagioli 6 - Messo dentro in una fase non banale, aiuta con la personalità in alcune fasi di possesso, soffrendo con i suoi quando non ha la palla.
Mandragora 6 - Appare più a suo agio all’interno di una mediana più folta. Non si risparmia nell’interpretazione della partita sul lato della generosità, sufficienza piena.
Gosens 7,5 - Torna a fare il ruolo che più ama e i benefici arrivano in neanche dieci minuti, quando insacca di testa il vantaggio. Conquista pure il rigore sbagliato da Beltran.
Zaniolo 5 - Mestiere complicato, deve rincorrere un’infinita quantità di palloni. Si connette male però con Beltran e non solo con lui. Errori e nervosismo in sequenza.
Dall’88’ Gudmundsson 5,5 - Manca due volte il colpo del potenziale raddoppio: sulla prima situazione era in fuorigioco, il secondo errore grida vendetta.
Beltran 5 - Tanto sacrificio, poca lucidità. La scivolata disperata da ammonito racconta spirito e rischio corso. Due legni nella ripresa: il rigore è un errore, il secondo sfortuna.
Raffaele Palladino 6 - Difficoltà recenti e assenze impongono il cambio d’assetto: decide di tornare alla difesa a tre come a inizio stagione, ma con più robustezza a centrocampo. La mossa regala un’ottima partenza alla Fiorentina, che una volta trovato il gol del vantaggio ricade però nel brutto vizio di impaurirsi e abbassarsi. Ciononostante, e col raddoppio due volte cestinato, ritrova la vittoria: oltre quella, però, c’è davvero poco altro da prendere.
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