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…con Salvatore Foti
“Abbiamo fatto otto vittorie, due pareggi e due sconfitte. Peccato essere usciti al 118’ dalla Champions League con un rigore discutibile contro una squadra forte come il Lille che poi ha battuto il Real Madrid”. Così a TuttoMercatoWeb.com Salvatore Foti, vice di José Mourinho al Fenerbahce, fotografa la prima parte della stagione della squadra turca.
Com’è José Mourinho da vicino?
“Passione ed energia le noti subito. Vedi da vicino il suo modo di relazionarsi con la squadra e e la capacità di creare un gruppo. È un manager che ha lavorato e vinto tanto”.
Lei quest’estate avrebbe potuto allenare da primo. In Italia…
“Mi aveva cercato il Cosenza, ma tre giorni prima che partissi e con il contratto pronto. Avevo già dato la parola al Fenerbache e al mister”.
È pronto per il grande salto?
“Si. A volte si dice che uno sente la necessità. Questo è il mio nono che tra Giampaolo e Mourinho lavoro come vice e collaboratore”.
Ha lavorato con Giampaolo e oggi lavora con Mourinho. Due personalità differenti.
“Molto diversi. Però a livello di formazione per me sono stati in maniera diversa entrambi molto importanti. Con Giampaolo ho tutt’ora un ottimo rapporto. I tre anni alla Sampdoria sono stati meravigliosi”.
Tatticamente a chi è più vicino?
“Nella mia formazione professionale Giampaolo è stato fondamentale. Con Mourinho invece capisci la necessità di vincere e vivi per il risultato. Non importa come, ma bisogna vincere. Poi ognuno quando inizia ha il proprio modo di pensare. E dipende dalle squadre. Devi capire i giocatori che hai a livello tecnico e di gestione. A volte quando si parla e si dice che un determinato allenatore è solo un gestore. Mica è facile gestire…”.
Insomma, è pronto per allenare in Italia. Da primo.
“La voglia c’è. Sono italiano e sono cresciuto nel campionato italiano. Sono pronto per il salto. È arrivato il momento dentro di me, lo sento. Ma al Fenerbahce mi trovo bene, qui c’è tutto per lavorare nel migliore dei modi”.
Com’è José Mourinho da vicino?
“Passione ed energia le noti subito. Vedi da vicino il suo modo di relazionarsi con la squadra e e la capacità di creare un gruppo. È un manager che ha lavorato e vinto tanto”.
Lei quest’estate avrebbe potuto allenare da primo. In Italia…
“Mi aveva cercato il Cosenza, ma tre giorni prima che partissi e con il contratto pronto. Avevo già dato la parola al Fenerbache e al mister”.
È pronto per il grande salto?
“Si. A volte si dice che uno sente la necessità. Questo è il mio nono che tra Giampaolo e Mourinho lavoro come vice e collaboratore”.
Ha lavorato con Giampaolo e oggi lavora con Mourinho. Due personalità differenti.
“Molto diversi. Però a livello di formazione per me sono stati in maniera diversa entrambi molto importanti. Con Giampaolo ho tutt’ora un ottimo rapporto. I tre anni alla Sampdoria sono stati meravigliosi”.
Tatticamente a chi è più vicino?
“Nella mia formazione professionale Giampaolo è stato fondamentale. Con Mourinho invece capisci la necessità di vincere e vivi per il risultato. Non importa come, ma bisogna vincere. Poi ognuno quando inizia ha il proprio modo di pensare. E dipende dalle squadre. Devi capire i giocatori che hai a livello tecnico e di gestione. A volte quando si parla e si dice che un determinato allenatore è solo un gestore. Mica è facile gestire…”.
Insomma, è pronto per allenare in Italia. Da primo.
“La voglia c’è. Sono italiano e sono cresciuto nel campionato italiano. Sono pronto per il salto. È arrivato il momento dentro di me, lo sento. Ma al Fenerbahce mi trovo bene, qui c’è tutto per lavorare nel migliore dei modi”.
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