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I genitori vendono le procure dei figli. Chi decide però fa come le tre scimmietteTUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:06Serie A
di Andrea Losapio

I genitori vendono le procure dei figli. Chi decide però fa come le tre scimmiette

La FIGC e la FIFA hanno spesso detto che non ci possono essere "terze parti" oltre a club e giocatori nel decidere la carriera di un calciatore. Almeno da un punto di vista del cartellino, che non può essere frazionato. In questo modo molti fondi di investimento, soprattutto in Sudamerica, sono stati banditi e messi fuori gioco, forse anche in maniera giusta. Un'eliminazione tout court che però ha avuto anche riflessi negativi, perché forse sarebbe stato meglio regolamentarlo. Ai tempi c'era la Doyen che aiutava sia calciatori che club - l'Atletico Madrid è uscito da una crisi economica enorme anche grazie a loro - mentre ora c'è una pratica diversa che, di fatto, lega mani e piedi i calciatori a determinate dinamiche.

Perché i genitori, soprattutto nelle fasi iniziali della carriera di un giocatore, spesso vendono la procura dei figli. Cosa significa? Che possono avere un agente e lo cambiano perché qualcuno arriva con i soldi e ne "compra" le prestazioni, almeno per un tot di anni. Virtualmente due, visto che ogni due anni le procure scadono e potrebbero essere cambiate. Ma quando ci sono centinaia di migliaia di euro in ballo, ecco che le cose cambiano. Quando un giocatore firma per un agente perché vengono offerti soldi alla famiglia - succede molto più spesso di quanto si pensa - il suo percorso professionale ne sarà intaccato. Poi c'è chi farà bene in qualunque caso, ma gli svantaggi sono quasi sempre più dei vantaggi. Perché quando vendi qualcosa poi devi offrire qualcosa in cambio, in qualche modo.


È una pratica fuori legge. Anzi, sarebbe, visto che tutti conoscono queste pratiche ma che la Federazione fa come le tre scimmiette: non vedo, non sento e non parlo. Il motivo non è ancora dato saperlo, però è evidente che un certo sistema di leggi sarebbe da implementare, invece che dare sempre conto a chi lavora seriamente per chi rappresenta.

Queste le parole di Giuseppe Galli, confermato presidente dell'AssoAgenti. “A nessuno fa piacere che il pallone si sgonfi. Noi siamo sempre il male, quando andiamo a parlare e discutere capiscono che non è così. Mi farebbe piacere avere una collaborazione con i club e la federazione. Ci sono tante criticità, anche nel nostro mondo. Una di quelle cose su cui farò battaglia è il problema delle procure comprate. Nessuno lo dice, ma ci sono aziende da 200-250 giocatori. Come fai ad avere una leale concorrenza?. Omertà? Noi abbiamo fatto tante denunce, degli abusivi specialmente. Non abbiamo mai avuto riscontro dall’altra parte. Le battaglie ho sempre cercato di farle, fate nomi e cognomi, non dico che siamo perfetti, però è giusto fare nomi e cognomi. I giocatori sotto contratto non andrebbero contattati, ma anche quelli vincolati... Molti club si lamentano ma lo fanno tutti. Sarebbe bello mettere a tavolino e creare qualcosa di costruttivo”.