KEAN, Le frasi più 'trap' del nuovo album "Chosen"
La trap è un genere che nasce a inizio 2000 dai sobborghi di Atlanta, intriso di criminalità, droga e reati di ogni genere; è un hip-hop 2.0, nasce dalla cultura delle battle rap ma si appoggia sulle basi da pop platinato. Ed è di per sé, soprattutto per chi non riesce a scindere il valore di una canzone dal suo contenuto, un genere respingente, crudo, violento, che parla di un mondo a sé con parole a sé. Per questo, se a farlo è un centravanti plurimilionario che giace comodamente nello spicchio del mondo più agiato, tutto stride ancor di più. È il caso di Moise Kean, attaccante principe della Fiorentina, nonché protagonista dell'album 'Chosen'. Che alla fine 100% trap non é, che risente delle influenze inglesi (drill) e jamaicane (new-raggae) e che è comunque un'opera - per basi, studio, feat - da professionista del settore. Dopo questa intro doverosa che serve per contestualizzare il tipo di prodotto e dopo aver dato qualche ascolto all'album, condividiamo qui una serie di frasi 'culto' di Chosen; una specie di portfolio, un bouquet di affermazioni che sono, né più né meno, periodi passepartout del linguaggio trap ma che detti da un calciatore professionista fanno di certo un effetto diverso - a voi i giudizi di merito, noi ci limitiamo a un breve commento finale.
- Il mio vibe è per uno non per tutti (da Celebrate)
Frase che si trova in una delle prime tracce, è un avvertimento per tutti, boomer e non solo. Questo disco non è fatto per piacere (e si sente). Manifesto anche stilistico: Kean, di nazionalità italiana ma figlio del mondo e con un legame forte con gli Stati Uniti, mischia lo slang Usa con l'italiano, in una pratica sempre più ricorrente nella musica moderna.
- Io non sento il jetlag col mio rolex (da Nelle Zone)
Come in tutti i prodotti dell'hip hop moderno, l'ostentazione dei soldi e degli agi derivanti da una condizione economica elevata è la base anche di questo disco. In questo passaggio Kean indaga la relatività del tempo fondendola con la famosa massima di Marlyn Monroe - Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò -.
- Conto cash sul divano (da Nelle Zone)
Questa dev'essere la morning routine dell'attaccante viola. Per l'esattezza 2,2 milioni netti all'anno.
- Il flow viene da Giove (da Nelle Zone)
Per flow si intende l'insieme di timbro, frequenza e cadenza che forma di fatto il 'flusso' di una canzone e che è proprio del cantante. In questo caso si suggerisce che il flow di Kean sia qualcosa di mai visto, linguaggio alieno.
- Entro nel tuo block col passamontagna e la Glock
Qui Kean, dal nulla, ci dice che ha intenzione di arrivare nel nostro quartiere con un passamontagna e una pistola. L'avrà mai fatto? Pensiamo di no, è solo la dimostrazione di come in questo genere il contenuto si pieghi alla forma e che quindi non ci sia legame tra il 'detto' e il 'fatto'. Semplicemente, suonava bene.
- Ho collane sul collo che fanno bling, diamanti sul collo come MVP
Nell'album di Moise Kean colpisce la totale assenza di qualsiasi riferimento al suo 'mestiere'. Non ci sono metafore col mondo del calcio, citazioni a squadre, compagni, a Firenze o altro. Solo un termine, Mvp (Most Valuable Player) che viene sì dall'immaginario sportivo, ma dal basket.
- Fanno a botte per chi tocca per prima i miei dread
Anche il rapporto con il mondo femminile è più volte tirato in mezzo in maniera piuttosto superficiale e banale. In poche parole, con questa strofa e tante altre Kean lascia intendere come ci siano tantissime ragazze pronte a fare follie per lui.
- Dicono che sono strano perché sono libero e loro no
Per concludere: questo è un disco, opinione personale, che sa di occasione persa: piuttosto scontato, ripetitivo, di plastica, un'opera in cui l'artista ha dimostrato di non volere (o peggio) di non avere quasi nulla da dire, neanche di un mondo, come quello del calcio, che poteva essere raccontato in chiave diversa. Alla fine è un prodotto che, calato nel mare magnum dell'hip hop italiano, non sfigura neanche, ma per potenzialità, appeal mediatico e mezzi utilizzati, poteva di certo spiccare. Ma forse la frase più interessante è proprio questa, l'ultima che citiamo. Ed è forse partendo da questa che dovremmo giudicare e giustificare tutto ciò: Kean non vuole diventare il nuovo Lazza, né raccontarsi, l'ha fatto solo perché si diverte a farlo. E perché non ha paura di farlo.