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NAZIONE, Lesione al ventricolo sinistro per Bove. A rischio la carriera in ItaliaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024
Oggi alle 08:13Rassegna stampa
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

NAZIONE, Lesione al ventricolo sinistro per Bove. A rischio la carriera in Italia

Anche La Nazione, nella sua edizione odierna, analizza la situazione di Edoardo Bove e afferma che ad oggi, c'è il rischio che non possa più tornare a giocare a calcio, almeno in Italia. Il centrocampista è stato spostato ieri nella terapia intensiva della Cardiologia di Careggi, monitorato a scopo precauzionale. L’accurata indagine di cinerisonanza magnetica del cuore effettuata lunedì - si legge sul quotidiano - sembrerebbe aver messo in rilievo una lesione del ventricolo sinistro. Che parrebbe essere stata presente anche nelle tre risonanze magnetiche cui il calciatore era stato sottoposto dal 2020 dopo aver avuto una miocardite post Covid. Ora toccherà ai test genetici dare un nome all’eventuale patologia cardiaca. Servono da uno a tre mesi per individuare possibili alterazioni. La causa della fibrillazione, se sarà confermata la lesione del ventricolo, sarebbe chiarita. Mentre agli esami genetici spetta il compito di individuare il motivo per cui si sarebbe formata la lesione. Potrebbe essere l’esito cicatriziale della pregressa miocardite oppure l’espressione di una cardiomiopatia aritmogena congenita su base genetica, il male che aveva ucciso anche Astori e Morosini.

All'interno dell'approfondimento, si leggono delle dichiarazioni sul futuro calcistico di Bove da parte del professor Domenico Corrado, direttore dell’Unità operativa delle Cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport all’Università di Padova, uno dei massimi esperti al mondo: "Per le linee guida nazionali di Medicina e cardiologia dello sport gli atleti con defibrillatore non sono idonei all’attività sportivo-agonistica che potrebbe favorire recidive che, pur in presenza di defibrillatore, rimarrebbero eventi potenzialmente letali. Inoltre l’attività agonistica potrebbe favorire la progressione della malattia cardiaca strutturale sottostante, specialmente se dovesse trattarsi di una cardiomiopatia genetica".