GIOVANNI KEAN A RFV: "A FIRENZE TUTTO FANTASTICO. JUVE? A SAPERLO CE NE SAREMMO ANDATI PRIMA"
Giovanni Kean, fratello del centravanti viola Moise Kean, ha parlato a Radio FirenzeViola durante "Viola Amore Mio" dell'attaccante: "Dopo la tripletta ci siamo sentiti e gli ho detto che era ora... (ride, ndr). Ero e sono molto contento per lui".
A Firenze cosa c'è di diverso?
"Sicuramente l'aspetto mentale fa tantissimo, ci sono persone che gli vogliono bene e che gli mettono tutto a disposizione. Il gruppo è fantastico, se lavori col sorriso ti viene tutto meglio. Anche la città lo fa stare bene, è calorosa. Questo vuol dire tanto".
Che rapporto ha con Palladino?
"Parla spesso col mister, si confrontano su tante cose. A Moise piace essere al centro del progetto. Hanno un buon rapporto".
Se l'aspettava così in alto nella classifica cannonieri?
"Lo conosco bene e so di cosa è capace, quindi sì. Sapevo che se avesse avuto spazio avrebbe potuto fare bene. La concorrenza con Retegui, a livello di campionato, non può che essere uno stimolo in più. Ma gli dico che non deve essere ossessionato dal gol. L'importante è che stia bene fisicamente".
Ha detto che lo hanno troppo sottovalutato a Torino.
"La Juve ha cresciuto mio fratello, ci ha aiutato tanto. Poi ha preso decisioni diverse, forse non lo vedevano all'altezza. Però, statistiche alla mano, Moise si è sempre fatto trovare pronto... E lo dico io che sono il fratello maggiore quindi se lo devo massacrare lo faccio (ride, ndr). Se sapevamo che dovevano andare così le cose, andavamo via prima".
Moise ha ambizioni azzurre?
"Ricordo quando esordì, mi emozionai molto. E' cresciuto tanto nel giro di otto anni, ha girato diverse squadre. Comunque è giovane, visto che ha debuttato molto preso, a 16 anni. Poi come molti ragazzi ha fatto degli errori ma niente di grave o di così inusuale... Quanto alla Nazionale, è il sogno di ogni giocatore rappresentare il proprio Paese. Lui ora che ha ritrovato l'azzurro vuole provare a rimanerci".
Suo fratello sta preparando un disco?
"Non lo so... Dico solo che per me se la cavicchia, non è male. Ha un amico in America che è un cantante, il quale si è inventato quel passo che poi Moise ha riportato in campo. Gli piace molto lo stile americano. Gli piace tanto ballare, gli ho sempre detto che se non avesse giocato a calcio avrebbe fatto il ballerino".
Come è nata la passione per il pallone? Anche lei fa il calciatore.
"Come tutti i ragazzi cresciuti per le "strade" il sogno è sempre quello di far cambiare la vita alla propria famiglia. Il calcio poi è bello, regala emozioni. Noi oltretutto a scuola non eravamo dei geni, quindi ci siamo concentrati sul calcio. Io portavo mio fratello agli allenamenti, gli facevo da spalla. E' stato bravo ad ascoltare indirizzandosi sulla strada giusta".
Lo ha aiutato il fatto di essere diventato padre?
"Il fatto di essere diventato padre lo ha aiutato. Più ti immedesimi, poi, più sai quello che vuoi. Aveva tante cose lasciate in ballo dopo l'annata a Parigi. Il suo obiettivo era riabilitare il suo nome e provare a fare qualcosa di ancora più grande".
Stasera vedrà la Nazionale o Sinner?
"La Nazionale, spero di vedere Moise titolare con la Francia".
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