SERVE DAVVERO UN VICE KEAN? SÌ, MA LA SCELTA È DELICATA. MOISE RINATO SENZA CONCORRENZA, A GENNAIO UN RINFORZO DI SPESSORE CHE ACCETTI LA PANCHINA. SIMEONE CANDIDATO IDEALE
Può Moise Kean, il drago che ha spazzato via la depressione viola in attacco con undici fiammate, aver alimentato la propria forza grazie a una concorrenza interna ridotta, se non vicina allo zero? Certo parliamo di un centravanti che a venti anni andò al PSG sapendo che avrebbe dovuto giocarsela con Mbappé e Neymar, dura eh, però Moise segnò 17 gol adattandosi anche a traslocare sulla fascia. E parliamo di un giovane attaccante che pochi mesi fa è stato a un centimetro da Madrid, sponda Atletico, dove avrebbe trovato Griezmann, Morata e Depay. 'A Moise la concorrenza non fa mica paura’, chiarì suo fratello in un’intervista, elevando così un livello di cazzimma che alla Juve sembrava rasoterra.
La domanda iniziale sembra perciò avere una risposta: Kean non soffre lo stress da prestazione. E invece crediamo che la sua arte di tornare utile sia risbocciata qui a Firenze proprio per la grandissima stima riassaporata fin dalle prime telefonate esplorative, miele per addolcire un lungo periodo cupo. Rispuntano nel frattempo le testimonianze di chi lo considerava più forte degli altri attaccanti della Juve, per esempio Allegri (che però lo faceva giocare poco) alimentando in questo modo la fama di bad boy, o meglio ragazzo incompiuto: è così bravo e resta in panchina? È così forte, ma non segna mai? Si era guastato qualcosa nella testa di Kean e la poderosa assunzione di responsabilità lo ha aiutato a tornare se stesso.
Perché il calcio è fatto di equilibri e qui a Firenze Kean ha trovato il proprio Zen dopo aver attraversato periodi molto malinconici, l'ultimo in concorrenza con Vlahovic e Milik (zero gol) in un ciclo Juve in fase calante. La Fiorentina è stata abile a inserirsi lì, surfando peraltro i cavalloni delle critiche per aver investito 13 milioni (più quasi 5 legati ai bonus) nonostante il giocatore si avvicinasse allo svincolo. È stata probabilmente questa tenacia a convincere Kean, alla ricerca di gente che lo stimasse davvero dopo essere stato un quasi soprammobile di lusso, trascurabile e polveroso, su qualche scaffale dello spogliatoio. Si può mostrare maggiore fiducia di chi mette sul piatto 18 milioni a pochi mesi dallo svincolo a zero Euro?
E torniamo al punto: il sospetto è che la Fiorentina - dopo aver anticipato i tempi e parlato con il giocatore assicurandogli un posto da titolare - abbia deciso di responsabilizzarlo così tanto evitandogli perfino la concorrenza interna. Diciamo questo con il massimo rispetto per Kouame, che a Firenze ha segnato 10 reti in 140 partite giocandone peraltro parecchie da esterno, e immaginando che la società viola stia pensando davvero a un vice Kean da individuare per il mercato di gennaio.
Certo, per quello che abbiamo detto fin qui la scelta è delicata, ci vorrebbe un altro centravanti forte ma non abbastanza, uno che sta in panchina e non crea problemi, però quando entra ricorda Kean, è capace di replicare il suo gioco da terminale, fa reparto e attacca la profondità. Fra i nomi che sono usciti, confessiamo che ci piace quello di Simeone: conosce Firenze e anche se sono arrivate smentite - Simeone non si muoverà da Napoli a gennaio - per quello che sappiamo sarebbe contento di tornarci anche in una versione part time. Ora, non è che a Napoli giochi parecchio e qui troverebbe il posto già occupato da un super titolare, ma le partite sono tante e ci sarebbe spazio anche per il Cholito.
C'è tempo per pensarci, la Fiorentina può riprendere forza prima di una lunga sgommata che dopo il Como e il Pafos la porterà a giocarsi 8 partite a dicembre. Due di queste saranno determinanti per capire alcune cose: il primo dicembre arriverà l'Inter a Firenze, il 29 la Juve. Poi via al mercato di gennaio, con la missione di trovare un vice Kean forte, ma non così tanto da portargli via il posto o metterlo in ansia per un turn over poco gradito.
Qui entra in gioco anche la psicologia e la Fiorentina la scorsa estate ha dimostrato di avere il cervello ispirato, oltreché la mano, quindi bisogna essere ottimisti.