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IL CANE MALATO CHE "VEDE CALCIO". BOVE, UN GESTO TECNICO PER UN SOPRANNOME PIÙ RAFFINATOTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:00Copertina
di Ludovico Mauro
per Firenzeviola.it

IL CANE MALATO CHE "VEDE CALCIO". BOVE, UN GESTO TECNICO PER UN SOPRANNOME PIÙ RAFFINATO

Chi capisce di calcio vede il grande lavoro che fa”, prima. “Ci sono i giocatori intelligenti, lui è uno di questi. Vede calcio”, poi. Basterebbero queste ventidue parole per evincere quanto Raffaele Palladino stimi Edoardo Bove. E pensare che sono state due frasi contenute nella stessa risposta, durante l’intervista a Sky Sport dopo San Gallo-Fiorentina. L’allenatore non ha evidenziato solo la prova dell’ex Roma nel successo in terra svizzera, ma col dono della sintesi ha accorciato il più possibile il concetto: l’importanza di Edoardo Bove nella sua formazione.

Colonna fin da subito
Perché da quando si è catapultato a Firenze, il classe 2002 è diventato in uno schiocco di dita un titolare inamovibile di Palladino. Basti pensare che l’unica gara non giocata dal centrocampista è stata la prima giornata di Conference in casa contro i New Saints, poi si è sempre visto in campo, quasi sempre dal primo minuto (solo col Monza è subentrato). Un ragazzo sibillino, che fuori dal terreno di gioco è sempre stato semplice, lasciando - giustamente - che fosse il rettangolo verde a parlare per lui.

Quella voglia di un nuovo nomignolo
Lo aveva fatto percepire già alla sua presentazione, quando, dalla sala stampa del Viola Park, non solo si autodefinì un “non più giovanissimo” (a rimarcarne l’intelligenza e la maturità) ma espresse anche il desiderio di cambiare il principale soprannome che ancora si trascina dietro dai tempi di Roma, dove José Mourinho lo etichettò simpaticamente come un “cane malato”, per ribadire le sua caratteristiche di spicco.

La crescita tecnica
Ebbene, ieri nella sua prestazione non è certo passato inosservato il filtrante servito a Ikoné per il primo gol del francese. Un gesto tecnico sì facilitato dalla prateria lasciata sguarnita dagli avversari - non certo i più forti sul cammino dei viola -, ma anche degno di chi la palla la sa trattare e di chi gli spazi li vede eccome. Da qui, il “Bove vede calcio” pronunciato da Palladino nel post gara, a sottolineare come ci sia un motivo se l’ex giallorosso è stato impiegato già in quasi tutte le posizioni del centrocampo. Il giocatore sta crescendo anche sotto il profilo tecnico e vuole farlo notare anche al pubblico, con giocate come quelle di ieri che vengono apprezzate da chiunque adori questo sport, e uscire così dal guscio del “cane malato” per accollarsi un altro nomignolo che magari, in cuor suo, possa ricordare più qualcosa di calcisticamente raffinato.