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VENDITA MILENKOVIC NON TANTO SCELTA TECNICA, MA TAPPA DELLA GRANDE SFORBICIATA DEI COSTI DECISA PER QUESTO MERCATO, ALTRO CHE AMBIZIONE! L’OPERAZIONE GENERA PLUSVALENZA: TUTTI I NUMERI. EVVIVA I GIOCATORI DISFUNZIONALI E IL CALCIO CHE FANNO!TUTTO mercato WEB
venerdì 19 luglio 2024, 10:30L'editoriale
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

VENDITA MILENKOVIC NON TANTO SCELTA TECNICA, MA TAPPA DELLA GRANDE SFORBICIATA DEI COSTI DECISA PER QUESTO MERCATO, ALTRO CHE AMBIZIONE! L’OPERAZIONE GENERA PLUSVALENZA: TUTTI I NUMERI. EVVIVA I GIOCATORI DISFUNZIONALI E IL CALCIO CHE FANNO!

E dopo 22mila minuti in viola, come ci racconta il Corriere Fiorentino, termina quindi l’avventura fiorentina di Nikola Milenkovic, calciatore di carattere e qualità  che nell’ultima stagione non ha vissuto i suoi periodi migliori. Tuttavia sono i numeri che narrano di come il suo avvicendamento con il croato Pongracic, non sia tanto una scelta dovuta ad esigenze e valutazioni strettamente tecniche, bensì un atto (ne seguiranno altri? Non è dato sapere al momento) dell’operazione ‘grande sforbiciata dei costi’ che la Fiorentina ha deciso di intraprendere e ciò malgrado il fatto che il club viola paghi fin troppo (si parla di circa 15 milioni) il calciatore che lo sostituisce, sfilato, senza grande eccesso di fair play, alle visite mediche già fissate per il Rennes che lo aveva di fatto già comprato dal Lecce che a suo tempo lo pagò 1,6 milioni, sarebbe poi l’ora dopo aver campato per diversi anni di gioco di rimessa sulle idee del vecchio direttore viola oggi a Lecce (a partire dalle plusvalenze su Chiesa e Vlahovic talenti scoperti dal dirigente di Vernole) di iniziare ad averne delle proprie e nuove.

Tornando a Milenkovic, salutato ufficialmente dai canali social della Fiorentina  con un "in bocca al lupo Nikola", al quale volentieri ci uniamo esprimendo il nostro affetto per un giocatore importante, per un amico che parte e al quale auguriamo le migliori fortune. Come si legge dal bilancio del club viola al 30/06/23, Milenkovic risulta iscritto a 11,515.817 milioni di euro, ciò malgrado al momento dell’acquisto nel 2017 la Fiorentina ne versasse nelle casse del Partizan Belgrado solo 5,5. Ai quali però vanno aggiunti 6,5 milioni totali che nel bilancio sono iscritti alla voce ‘compenso agenti’, dei quali 500mila al momento dell'acquisto e ben 6 milioni incassati dal manager di Milenkovic, Fali Ramadani, poiché il calciatore nei suoi 7 anni in viola fu ben due volte ad un passo dalla scadenza a zero e accettò quegli ‘incentivi’ (chiamiamoli così) per firmare brevi prolungamenti annuali. Di lì la cifra totale di circa 11,5 milioni di euro.

Per tutto ciò la Fiorentina incassando adesso dal Nottingham circa 13 milioni realizza una plusvalenza che non sarà come quelle monstre realizzate con le cessioni di Chiesa e Vlajovic, ma è pur sempre interessante. Oltre alla quale risparmierà i 5,5 milioni lordi di ingaggio che costituivano  il compenso lordo di Milenkovic, anche perchè a Pongracic riconoscerà 2,1 milioni netti, insomma circa 3 lordi che vanno comunque computati nel decreto crescita, poiché Pongracic è uno straniero già presente in Italia che adesso rientra, insomma se non un proprio un cervello che rientra, un bel par di piedi(  speriamo) che tornano.

Resta comunque la domanda sul perché la Fiorentina paghi oggi circa 15 milioni un giocatore che Corvino a Lecce pagò a suo tempo 1,6 milioni. Così come resta la domanda sul perché il club viola prediliga ormai apertamente la ricerca della politica dei migliori bilanci, relegando ad ultimo dei problemi quello dell’esigenza di migliorare e rafforzare la squadra, proprio in vista di una stagione delicata come la prossima che arriva dopo alcune cocenti delusioni e con un cambio di allenatore dopo un triennio, frangente delicatissimo che sconsiglierebbe pericolose avventure nel regno dell’incertezza.

Tra i quesiti inevasi c’è anche quello che riguarda il perché di certe affermazioni pubbliche della dirigenza della Fiorentina. Ci si domanda con qualche ragione come sia potuto venire in mente di sbandierare urbi et orbi parola e concetto di ambizione quando si sapeva di dover operare cotanta campagna di tagli che certamente procede male a braccetto con la sbandierata volontà di alzare l’asticella delle aspettative della piazza.

Sempre in tema parole e musica in libertà, sono recentissime le dichiarazioni del Dg Ferrari che parlando dell’attacco viola se n’è così uscito: ’In  attacco siamo a posto così, Kean è un signor centravanti e poi in quel ruolo abbiamo i vari Beltran, Nzola e Kouamè’. Ora, sorvolando sui giudizi tecnici e calcistici e le certezze del dirigente viola, ammanniti con i toni che un Allodi o un Boniperti sarebbero arrossiti  nell’usare. Pensiamo al senso dell’aggettivo funzionale e del suo contrario, disfunzionale, ecco, nella storia della Fiorentina non sono mancati nè gli uni nè gli altri.

Deo gratias, ne abbiamo visti tanti in viola di calciatori che probabilmente oggi sarebbero stati giudicati disfunzionali per il mercato viola: Batistuta, Mutu, Edmundo, Toni, Baggio e cambiando ruoli, Rui Costa, Dunga, i campioni del mondo Antognoni e Graziani. Toldo, Galli e ancora tanto tempo prima Sarti, Hamrin, Petrone. Cioè calciatori che  nel loro periodo storico potevano ambire a giocare in club più forti, più prestigiosi e più ricchi della Fiorentina. Ma chi gestiva a quei tempi il club viola, forse non avendo cotanta competenza calcistica, li acquistò o li tenne a giocare lo stesso nella Fiorentina.

Ma a dire il vero in viola militano e militarono anche tanti giocatori di altissima ‘funzionalità’, non solo i recenti  Cabral, Jovic, Ikonè, Brekalo, Nzola ( ma anche Nico e Sottil hanno avuto le loro lunghe pause di funzionalità). Ma ad essere giusti, i Tanque Silva, i Benalouane e ognun si divertirà a computarne la lista per ogni periodo storico, fin dai più antichi e obliati nomi. Tutti funzionali si, ma al gioco e alle vittorie degli avversari. 

Evviva i calciatori disfunzionali quindi! Ed il calcio bello, efficace e vincente che sanno produrre per il loro pubblico. E’ proprio recentissima la finale dell’Europeo, piena di calciatori disfunzionali oltre modo. Anzi, si può tranquillamente affermare che ha vinto la squadra, la rossa Spagna, che ne aveva di più, undici giocatori disfunzionalissimi  che, per grazia ricevuta, la Fiorentina non prenderà mai, nè loro nè loro simili. No. Non li prenderà perchè Ferrari ci ha assicurato del valore assoluto di Kean e della confortante presenza in maglia viola di Beltran, Nzola e Kouamè. 

Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte, ci assicura l’aforista libanese Khalil Gibran.