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Ora conta solo vincere, il resto è nulla. Bentornato Moise, Firenze ti ama. A Siviglia con Kean, non è poco. In Spagna serve una Fiorentina all'italiana. De Gea ancora qui per qualche annoTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it

Ora conta solo vincere, il resto è nulla. Bentornato Moise, Firenze ti ama. A Siviglia con Kean, non è poco. In Spagna serve una Fiorentina all'italiana. De Gea ancora qui per qualche anno

Altri tre punti. Sporchi, sofferti, poco estetici, ma valgono una nuova vittoria. Il resto è nulla. Solo discorsi astratti perché a questo punto della stagione, cioè a quattro partite dalla fine delle serie A e con due gare di Conference da giocare, speriamo tre, non c’è più spazio per niente se non per il risultato, uguale vittoria. Se uno pensa di cambiare una squadra a maggio è fuori rotta. Quello che poteva o doveva essere fatto, in termini di gioco, bellezza, creatività, ormai è declinato al passato. Il presente bussa pesante alla porta e gli deve essere aperto. Per il futuro ripassare più avanti. Quello sarà il momento adatto per decidere che Fiorentina dovrà essere varata, come dovrà esprimersi sul campo, quanto dovrà essere bella e spumeggiante. 

Quindi avanti con un alto trionfo sbilenco, ma efficace. Il trittico della gare che facevano paura perché le avversarie erano piccole, e la Fiorentina, si sa, va meglio con le grandi, è stato superato positivamente. Pari storto col Parma, successi con Cagliari ed Empoli per un totale di 7 punti. Non male. A che servono? Per continuare a sperare in una qualificazione all’Europa League che comunque risultata difficile. Ma per alimentarla occorre vincere le restanti 4 sfide con Roma, Venezia, Bologna e Udinese. 

Bisogna pensare alla sostanza delle prestazioni, alla concretezza dei verdetti. Con l’Empoli i viola hanno giocato un buon primo tempo e una ripresa al rallentatore: col braccino e poche idee. L’Empoli ha fatto un gol con Fazzini e poco altro. Non è stata una gara in generale da ricordare negli anni. Palladino ha spiegato che non è contento di vedere spesso il lancio lungo e che i suoi uomini non devono abbassare il baricentro. Era già accaduto e la cosa si è ripetuta. Significa che ormai il difetto è conclamato e non può essere curato. Si va avanti così cercando di prendere il buono di ogni partita, “badando al sodo”, come ha ripetuto Palladino. Senza dimenticare che ieri mancavano contemporaneamente Kean e Dodò, non due a caso. 

Moise tornerà oggi a Firenze dopo le vicissitudini familiari che lo hanno portato a Parigi. Gli siamo vicini, senza aggiungere altro. Serve rispetto. Bentornato Moise, Firenze ti ama. Non è una città banale, magari tienilo a mente quando dovrai scegliere se restare o no. 

A Siviglia con Kean e senza Dodò. Il brasiliano ne avrà per qualche settimana, è prassi dopo l’operazione di appendicite, mentre Moise guiderà l’attacco dei viola in Andalusia. In una gara difficilissima per contesto ambientale, il Villamarin tiene 55mila spettatori anche se ci saranno molti tifosi viola, e per quello tecnico. Nel Betis ci sono calciatori forti, esperti, con esperienze importanti alle spalle. Giocano un calcio diverso. Per dinamismo e per quella capacità di puntarti e saltarti. Il campionato spagnolo è migliore del nostro. Ci lamentiamo del poco spettacolo visto al Franchi, ma dobbiamo essere onesti: quante partite in Italia, in questa serie A, ci rubano l’occhio? Questa Fiorentina, con i propri limiti, ma con un carattere figlio di un gran gruppo, farebbe un errore esiziale se andasse a sfidare il Betis sfrontata e spavalda. Palladino dovrà fare l’italiano (con la “i” minuscola), tra l’altro gli riesce benissimo. Ricordate le 8 vittorie di fila tra ottobre e dicembre? La Fiorentina giocava addosso agli avversari, spezzava le trame e ripartiva con ferocia. Difesa e contropiede. A Siviglia contenere gli spagnoli potrebbe funzionare. Senza vergogna. I viola possono anche pareggiare e puntare tutto sul ritorno a Firenze, quando la gente viola spingere i motori al massimo.

Al Villamarin aspettiamoci un’altra notte di De Gea anche perché pensiamo che l’ex United avrà il suo bel da fare. Non è la quantità di parate a fare la differenza, ma la qualità. De Gea quando lo chiamano in causa c’è sempre. Le base di una formazione forte non può prescindere da un portiere grandissimo. La Fiorentina lo ha in casa e ha intenzione di tenerlo con un contratto pluriennale. E’ un’ottima mossa. Ripartire con De Gea sarà una polizza per il domani.