
Beretta spiega la tattica del fuorigioco: "Tenere la linea difensiva alta è la normalità per il Barcellona, ma per altre è complicato"
L'allenatore Mario Beretta è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola durante la trasmissione 'Scanner' a cura di Giulio Dini per parlare di calcio e tecnica e in particolare della tattica del fuorigioco, prediletta da Flick al Barcellona, con la linea alzata a centrocampo: "Al Barcellona tengono la difesa alta non solo per fare quello ma in generale, la distanza della palla non rispecchia misure classiche, poi Flick avrà valutato benefici e costi ed avrà visto che i benefici di questa tattica difensiva sono maggiori. Se una squadra lo fa sempre risulta naturale, un'altra squadra deve allenarsi alla situazione in due o tre sedute. Se viene perseverata da una squadra, le altre si devono adattarsi ed è più complicata per loro e dunque le prime vengono premiate".
I dati dicono che con questa strategia il Barcellona ha il 67% di possesso medio e gli avversari la media dei passaggi completati più basso tra i top 5 campionati europei, perché il pressing del Barcellona costringe all'errore:
"Non ho letto le statistiche ma capisco la situazione, perché come dicevo è l'abitudine a tenere la linea alta per loro e la disabitudine per chi l'affronta e prepararsi in poco tempo a questo tipo di gara. Poi può sbagliare chiunque, la perfezione non esiste. Poi va considerato il motore che hanno i giocatori della linea difensiva che, anche quando non riesce, possono recuperare facilmente anche 50 metri alle spalle situazioni di pericolo".
Servono centrocampisti di un certo tipo al Barcellona?
"La linea alta la possono tenere perché c'è una pressione continua sul possessore di palla, perché riaggrediscono forte in avanti e togli all'avversario la possibilità di giocare e dunque puoi tenere la linea più alta perché c'è grande intensità in zona palla".
I dati dicono che ci sono 115 falli di fuorigioco fischiati a favore del Barcellona, quando il picco sono i 65 del Brighton o i 54 dello Stoccarda. In 30 minuti Mbappe con il Real è andato 8 volte in fuorigioco. Sulla base di questa premessa, i giocatori devono essere consapevoli di quando partire, senza esitazioni e senza porsi il problema della palla persa:
"I tempi di attacco della linea difensiva del Barcellona, con questo atteggiamento cambiano. Perché se altre squadre scappano, possono attaccare la profondità senza porsi il problema ma quando giocano col Barcellona i tempi non sono mai giusti perché hanno la linea alta e nel caso di recuperano. Il Var è determinante in queste situazioni perché si tratta di centimetri e il guardalinee può non vederle, per quello che se le regole e la tecnologia cambiano, cambiano anche le strategie dell'allenatore"
Sui terzini nella transizione il Barcellona può essere attaccato bene?
"L'attacco sul lato cieco del Barcellona ossia sul lato opposto, se una squadra riesce a uscire dalla pressione ed attaccare appunto sul lato opposto, può metterla in difficoltà perché la linea difensiva scivola molto sul lato palla e dunque può costringere a fare diagonali molto lunghe e non recuperare.
Il lancio lungo da dietro magari del portiere va scomparendo?
"No, se ne vedono anche più ultimamente. Le squadre fanno un pressing molto offensivo e vengono a prenderti al limite dell'area e creano situazioni di uomo contro uomo nell'altra metà calcio e se hai un portiere che ha un buon calcio è un vantaggio perché hai parità numerica. Con Ederson l'ha fatto tante volte Guardiola o De Zerbi con il Brighton che amano partire dal basso ma quando possono vanno diretti"
Quali altri giocatori essenziali deve avere per giocare subito la palla davanti? "Nel calcio moderno si tende ad allenare i giocatori in varie parti del campo e che sappiano fare più cose. Tendenzialmente è meglio che l'attaccante sappia smarcarsi e abbia i tempi per attaccare la proofondità e il portiere sappia dove trovarlo ma è ovvio che poi dipende dalle caratteristiche del centravanti"







