Commisso: "Qualcuno da fuori voleva mandar via Palladino, io l'ho tenuto. Ora sogno la Champions"
Intervistato dall’emittente calabrese TeleMia, il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato dei più importanti temi legati alla sua vita, dalla sua gioventù passata in Calabria fino all’attuale avventura come proprietario del club viola. Queste le sue dichiarazioni più importanti:
Si ricorda quando partì per l'America?
"Arrivai a New York il 31 marzo del 1962".
Ricorda il suo maestro, Aldo Mesiti?
"Quello che mi dava abbastanza botte... (ride, ndr)".
Si sente ancora coi suoi ex compagni di scuola?
"In Italia pochissimi, sento spesso Peppe Carboni, ma al di fuori di lui l'altro mio amico storico se ne è andato 4 anni fa".
Come è stato l'impatto con gli USA?
"Io non me ne volevo andare, credevo mi avrebbero preso per stupido perché non sapevo neanche parlare l'inglese. Dopo una settimana che sono arrivato in America mi è piaciuto molto giocare, sia a calcio, che baseball che football americano. Poi ho visitato mio fratello nel Bronx e da lì sono andato alla Mount St Michael University e con una borsa di studio sono arrivato alla Columbia University".
Si è sentito accolto negli Stati Uniti?
"Assolutamente sì".
Quando giocava a calcio aveva una fonte di ispirazione?
"A quei tempi seguivo la Juventus, se lo sentono a Firenze mi ammazzano (ride, ndr). Mi ispiravo a Sivori, Boniperti e Charles".
Come ha cominciato a lavorare all'estero? Non è sempre facile...
"Prima sono andato al Piser, la casa farmaceutica, poi ho preso l'NBA, il master nel business administration e sono andato a Wall Street. Da Lì ho iniziato a imparare a fare i primi tempi prestiti ad aziende del cavo televisivo, che è la mia industria oggi. Dopo pochi anni sono andato in un'altra grande banca del Canada ma con uffici a New York e lì ho fatto un grande gruppo che dava soldi a questi imprenditori nella media e communications e da lì è uscito il nome di Mediacom dove sono dal 1995".
Lei è appassionato della fisarmonica, vero?
"Mi ha aiutato ad andare alla high school, non ho dovuto fare gli esami per entrare perché ho vinto un talent scout e il calcio mi ha portato alla Columbia. Così come la fisarmonica che suono sempre quando ho l'opportunità. Anche il piano!".
Il legame con Marina di Gioiosa Ionica come è rimasto?
"Per via delle questioni che ho qui in America non ho mai nemmeno l'opportunità di tornare a Firenze quando voglio. A Marina di Gioiosa sono tornato una volta due anni fa se non sbaglio, ma prima di allora sono ritornato in Calabria nel 2009. Tutti sanno che Marina di Gioiosa Ionica è un bellissimo paese forse col il più bel mare d'Italia. Voglio molto bene a tutti lì".
Rimane un legame speciale con la Madonna del Carmine, grande festa estiva a Marina. La fate anche là in America?
"Sì, ma quella di Marina di Gioiosa Ionica è più speciale. Quando viene portata la Madonna al mare è una cosa meravigliosa. Tornai anche per questo, tanti anni fa...".
La Fiorentina quest'anno sembra abbia imboccato la strada giusta?
"Fino a un certo punto, dopo abbiamo iniziato a sbagliare... Qualcuno da fuori voleva mandare via l'allenatore ma io l'ho tenuto, naturalmente. L'ultima partita con la Lazio abbiamo vinto, speriamo di aver cambiato rotta e che il mercato ci porti più giocatori. Siamo al sesto posto e speriamo di arrivare più in alto possibile, in Europa League e forse pure in Champions".
In Conference siete arrivate pure in finale.
"Sì, anche in Coppa Italia. Dobbiamo tornare - speriamo - in finale di Conference League e vediamo se possiamo vincere stavolta".
Avevate in mente di fare uno stadio nuovo?
"In Italia con la politica che c'è non si va avanti con gli stadi. Lo stanno rifacendo adesso, ma il padrone rimane il Comune. Mentre il Viola Park è tutto mio ed è uno dei più grandi d'Europa".
La squadra di Marina di Gioiosa è gemellata con la Fiorentina?
"Sì, quando è possibile li aiutiamo con palloni e magliette. Cose che ho fatto per tutta la vita, ho dato oltre 3500 borse di studio a università e ragazzi che vogliono provare a venire in America".
Ce l'ha ancora un sogno da realizzare?
"Prima che muoia... (ride, ndr). Ho realizzato quasi tutti i miei sogni, vediamo se si può aiutare la Fiorentina ad andare avanti come sta facendo e a portare qualcosa in Italia. Vi aggiungo che io sono tornato in Italia per dare qualcosa al mio Paese e allo sport che mi ha dato tanto: il calcio".
E' vero che lei voleva comprare il Milan?
"Parlai col Milan e altre squadre, ma alla fine abbiamo fatto l'accordo coi Della Valle per comprare la Fiorentina".
Con la Juventus ha fatto molti affari...
"La Juventus è stata molto brava, ci ha dato molti soldi comprandoci Vlahovic, Chiesa e ultimamente Gonzalez. Abbiamo fatto buoni affari".
Kean è stato un buon affare?
"Certo, l'abbiamo comprato con 15 milioni".
Con Palladino come va?
"A Raffaele voglio molto bene, siamo a posto. Non ho bisogno di portare via gli allenatori alle altre squadre".
L'ambiente di Firenze com'è?
"Mi sono trovato benissimo. I primi anni i giornalisti ce l'avevano un po' con me... li ho zittiti però (ride, ndr). Ma tutti sono ok, sia nel Comune che tra i nostri tifosi".