PUNTI DI VISTA CONDIVISI
Un'ultima istantanea parecchio sfuocata non può (e non deve) cambiare l'immagine del suo complesso. La Fiorentina chiude il suo girone d'andata al sesto posto, con 32 punti e una gara da recuperare al cospetto dell'Inter finalista in Supercoppa italiana. I viola sono partiti con qualche stento, leggere alla voce dei tre pareggi con Parma, Venezia e Monza, qualche incertezza tattica e tre rinforzi risultati utili come Cataldi, Bove e Gosens. Poi hanno trovato la giusta quadratura del cerchio arrivando a scrivere il proprio nome nella storia del club con 8 vittorie consecutive, inciampando in coppa Italia ma guadagnandosi l'accesso alla fase finale di Conference League.
La crescita di Palladino
In questo cammino è innegabile anche la crescita del tecnico, finito in fretta sulla graticola ma poi assolutamente in grado di gestire il gruppo nelle varie competizioni. La difesa strenua dello spogliatoio, tradotta nel fastidio mostrato da Palladino ogni volta in cui si è voluto sottolineare la distanza tra una versione titolare e una di alternative della squadra, del resto ha funzionato al netto di qualche passo falso europeo come avvenuto a Nicosia, e sotto questo profilo andrà ricordato anche un gioco verticale che a più riprese, e su più campi esterni, ha divertito.
Il confronto con la dirigenza
Non andrà però dimenticato che come per tutti gli allenatori giovani pure Palladino deve mettere esperienza nel suo curriculum e sotto questo profilo il dialogo (fitto a giudicare dalle scelte di mercato, dall'arrivo di Kean all'addio a Biraghi) con la dirigenza è parso fondamentale nel cambio di passo d'inizio settembre. Dall'eventualità di giocare a quattro fino all'ultimo riferimento di Pradè al suicidio, nel dopo gara di sabato sera, rappresente un'opportunità da cogliere per ripartire nel girone di ritorno e, perchè no, anche nelle strategie di mercato. Se Valentini pare essere una mossa ereditata dall'estate Folorunsho e Pablo Marì seguono indicazioni condivise, e d'altronde è da questo confronto costante tra guida tecnica e società che la Fiorentina può concendersi il lusso di credere di poter fare bene nel girone di ritorno come le è capitato fino a ora.