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Le pagelle del Como - Cutrone in ombra, grave l'errore di Braunoder. Perrone si impegnaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 22:56Serie A
di Andrea Carlino

Le pagelle del Como - Cutrone in ombra, grave l'errore di Braunoder. Perrone si impegna

Risultato finale: Torino-Como 1-0

COMO
Audero 6 - La serata all'Olimpico Grande Torino si rivela complessa per l'estremo difensore lariano, chiamato a numerosi interventi per disinnescare le iniziative granata. Sul gol di Njie non può nulla, tradito da un errato retropassaggio di un compagno che gli impedisce l'intervento risolutivo.

Goldaniga 6 - La serata del difensore si rivela particolarmente complicata fin dalle prime battute. L'ammonizione rimediata per un intervento scomposto su Masina ne condiziona la prestazione, costringendolo a una gestione conservativa dei duelli. Nella ripresa, però, è bravissimo a chiudere su Sanabria.

Dossena 6 - Nel cuore della difesa lariana emerge come punto di riferimento per i compagni di reparto. La sua prestazione si caratterizza per una serie di interventi provvidenziali, specialmente sui calci piazzati dove la sua elevazione risulta determinante. Nel primo tempo una chiusura in scivolata su Sanabria salva il risultato, mentre nella ripresa gestisce con esperienza il duello con Adams.

Kempf 6 - La sua interpretazione del ruolo di centrale difensivo si distingue per un mix di aggressività e tempismo negli interventi. Nel primo tempo una serie di anticipi su Sanabria evidenzia il suo ottimo senso della posizione, mentre nella ripresa sale in cattedra con alcune diagonali difensive che chiudono spazi potenzialmente pericolosi.

Moreno 5,5 - Spinge poco e soffre le iniziative granata sulla sua corsia. Dal 83' Mazzitelli 6 - Pochi minuti per incidere nel finale convulso, ma all'ultimo impegna Milinkovic-Savic che gli nega la rete.

Sergi Roberto 6 - La sua esperienza si nota nei primi minuti, poi un problema fisico lo costringe al cambio. Dal 38' Braunoder 4,5 - Entra a freddo, grave il suo errore che condanna i lariani alla sconfitta.


Perrone 6,5 - Il migliore dei suoi. Nel ruolo di regista davanti alla difesa, l'argentino si conferma elemento imprescindibile per gli equilibri della squadra di Fabregas. La sua capacità di dettare i tempi della manovra si accompagna a una presenza costante in fase di interdizione

Strefezza 6 - L'esterno offensivo parte con il piede sull'acceleratore, creando scompiglio nella retroguardia granata con i suoi dribbling e cambi di direzione. Nel primo tempo una sua conclusione dal limite costringe Milinkovic-Savic alla deviazione in corner, ma con il passare dei minuti la sua influenza sul match diminuisce progressivamente. Dal 73' Da Cunha 5.5 - Non riesce a dare la scossa sperata nel finale.

Paz 6 - La posizione tra le linee non viene interpretata con la necessaria lucidità dal trequartista argentino. La pressione del centrocampo granata lo costringe spesso a giocare spalle alla porta, limitandone le capacità di inserimento. Prende la traversa nella ripresa, unico vero acuto della sua gara. Dal 83' Belotti s.v.

Fadera 6 - Sulla fascia sinistra alterna spunti interessanti a momenti di discontinuità. La sua velocità mette in difficoltà la difesa granata in un paio di occasioni nel primo tempo, ma nella ripresa il suo contributo alla manovra offensiva diminuisce sensibilmente. Dal 83' Jasim sv

Cutrone 6 - L'attaccante si muove con continuità su tutto il fronte offensivo, cercando di creare spazi per i compagni. Nel primo tempo una sua conclusione ravvicinata viene neutralizzata da un ottimo intervento di Milinkovic-Savic, mentre nella ripresa il pressing asfissiante della difesa granata lo costringe a giocare spesso lontano dall'area.

Cesc Fabregas 6 - L'impostazione tattica si rivela efficace per oltre un'ora di gioco, con la sua squadra capace di tenere testa al più quotato Torino. La gestione dei cambi, tuttavia, non porta i frutti sperati, con i subentrati che faticano a entrare nel vivo del gioco. La sconfitta matura proprio nel momento in cui la sua squadra sembrava in controllo, evidenziando la necessità di maggiore cinismo nei momenti chiave del match.