Gasp, il Barcellona di Flick è come una scatola di cioccolatini: non sai mai che versione dei blaugrana dovrai affrontare...
Dopo una vittoria tutt’altro che banale, come quella ottenuta a Como sui lariani di Cesc Fabregas, l’Atalanta è chiamata a quella che sarebbe un’impresa epocale, ovvero espugnare Barcellona e certificare così la sua qualificazione diretta agli ottavi di finale di Champions League.
I bergamaschi non vivono il loro momento migliore
Perché “impresa epocale”? Essenzialmente per due ragioni. Intanto perché la Dea anche al Sinigaglia ha dimostrato di non attraversare un gran periodo di forma: il primo tempo è stato totalmente appannaggio dei padroni di casa, andati meritatamente in vantaggio con la rete di Nico Paz. La reazione nerazzurra nella ripresa ha poi portato al ribaltone targato Mateo Retegui, dimostrando ancora una volta che l’undici di Gasp è ormai in grado di riemergere dalle sabbie mobili anche “solo” con la sua forza morale e nervosa, nelle giornate in cui non riesce ad esprimere il suo calcio scintillante. Però resta viva la sensazione che la brillantezza tecnica di un mese e mezzo fa, ora come ora, sia un ricordo piuttosto sbiadito.
Il Barcellona è una micidiale macchina da gol, ma...
La seconda ragione è legata al valore dell’avversario europeo di turno. Il Barcellona è una formidabile macchina da gol, ma soprattutto assomiglia alla scatola di cioccolatini di Forrest Gump: non sai mai che versione dei blaugrana scenderà in campo. Se i catalani dovessero ripetere la prestazione di ieri contro il Valencia, culminata in un rutilante 7-1 che non lascia adito a repliche, anche per la migliore Atalanta sarebbe durissima uscire indenne dallo stadio Olimpico Lluís Companys. Figuriamoci per la squadra che viaggia a corrente alternata vista, nel mese di gennaio, tanto in Supercoppa quanto in campionato.
In Catalogna non basteranno cuore e personalità
Insomma, contro i blaugrana non basteranno cuore e personalità. Serviranno anche intraprendenza, spigliatezza e pulizia (anzi, assoluta precisione) tecnica, soprattutto nel gestire le transizioni una volta recuperata la sfera, considerando che Hansi Flick schiera la sua retroguardia praticamente a centrocampo…