Juve, a Lille prestazione confortante ma risultato molto pericoloso: ora il calendario si fa tutto in salita
Buona la prestazione, molto meno il risultato.
La trasferta di Lille lascia in dote alla Juventus due certezze
La Juve torna da Lille con due certezze: la prima è che in Champions League la sua attitudine a comandare il gioco e ad assumere per prima l’iniziativa attraverso il palleggio risalta in modo evidente. L’unica eccezione, in tal senso, è stata la gara interna persa contro lo Stoccarda. La seconda è che la qualificazione agli ottavi di finale è ancora tutta da costruire. Una vittoria in Francia avrebbe infatti portato la Vecchia Signora a nove punti in classifica, che avrebbero rappresentato una discreta ipoteca almeno in vista dei playoff. I sette punti attualmente in dote, invece, lasciano un tantino meno tranquilli.
La strategia "all'italiana" dei francesi ha (parzialmente) pagato
Il Lille ha confermato di essere una squadra abile nel ripartire velocemente e nell’imbeccare in profondità i suoi attaccanti. Il gioco dei francesi ruota attorno a una difesa accorta e piuttosto bassa e ai contropiede fulminei con i quali ha colpito tanto il Real Madrid quanto, ieri, la Juventus nel primo tempo. Una tattica vagamente “all’italiana”, che ha pagato contro una Juve manovriera e intraprendente: visti i pochi spazi disponibili per vie centrali, i bianconeri hanno allargato costantemente il gioco sulle fasce, trovando ancora una volta un Conceicao ispirato e capace di essere determinante nei momenti topici del match.
Juve, ora il calendario è un potenziale nemico
Thiago Motta, nel dopopartita, si è detto – a ragione – soddisfatto del volume di gioco prodotto dalla Vecchia Signora, che ha provato a vincere fino a oltre il novantesimo e che è stata arginata da un portiere, Chevalier, in stato di grazia. Però il tabellino dice 1-1, il che significa che la Juventus dovrà andare a prendersi nelle restanti quattro partite i punti di cui ha bisogno per approdare agli ottavi di finale. E gli avversari che la attendono - tra cui il pericolosissimo Aston Villa e il Manchester City di Guardiola, reduce dalla scoppola di Lisbona - non sono esattamente morbidi.