Juventus, Di Gregorio: “Felice di essere in bianconero, di aver trovato il mister, lo staff e una società così. Thiago Motta pretende una determinata mentalità e…”
Michele Di Gregorio, portiere della Juventus, ha parlato ai microfoni di Rai Sport, dal ritiro della nazionale. Ecco le sue parole riprese da Tmw: "Ho sempre detto che il gruppo portieri italiani è pazzesco, sono veramente contentissimo per questa prima convocazione, non vedo l'ora di essere d'aiuto, di mettermi a disposizione del mister e della squadra. Sono partito in C a 19 anni, ho fatto due anni in questa categoria, poi tre in B, ho vissuto anni splendidi a Monza con la promozione in A, poi è arrivata la Juventus. Qualcuno ha creduto in me più di me, direi che il mio è stato un continuo percorso di crescita, il voler dimostrare sempre di poter andare allo step successivo".
La Juve: "Sono felice di essere alla Juventus, di aver trovato il mister, lo staff e una società così, ma adesso sono in Nazionale e voglio godermi questa settimana al massimo, perché ho desiderato tanto essere qui", sottolinea l'ex Monza.
Il rapporto con Thiago Motta: "Il mister vuole un gruppo che lo segua, indipendentemente dall'età e noi lo seguiamo. Pretende una determinata mentalità e questo ci spinge ad andare sempre forte e a non abbassare mai l'attenzione, credo sia giusto così".
L'alternanza con Perin: "Io lavoro sempre e mi metto a disposizione dell'allenatore, poi è lui che fa le sue scelte, Mattia è un portiere di grandissime qualità, una grande persona, è giusto che anche lui trovi il suo spazio, noi ci spingiamo a vicenda giorno per giorno, per migliorarci. Sono orgoglioso dei piccoli obiettivi e dei sogni che si stanno realizzando. Sono felice di aver trovato un gruppo bellissimo sia in bianconero che in azzurro".
Un pensiero per il mondo Inter dove è cresciuto: "Ho fatto tutto il percorso nel settore giovanile, ho trovato belle persone, mi sono stati vicini quando mi ha lasciato mio papà, li sento ancora, a livello umano sono molto legato alle persone che ho conosciuto lì".
I rigori: "Un aspetto che ho sempre curato da quando ho iniziato, già in C si studiavano gli avversari. Si lavora sui video, poi sul campo, si cerca di capire le caratteristiche di chi calcia, poi ci si comporta di conseguenza, a volte stando immobili, altre muovendo un ginocchio o l'altro".