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Conte: "Faccio parte della storia della Juve, sarò emozionato. Ma ora alleno il Napoli". E su Motta...TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 21:10News
di Marco Costanza
per Tuttochampions.it

Conte: "Faccio parte della storia della Juve, sarò emozionato. Ma ora alleno il Napoli". E su Motta...

Antonio Conte , allenatore del Napoli, ha presentato in conferenza stampa la sfida di sabato alle 18t tra Juventus e Napoli.

Queste le sue parole: "“Come ho detto prima del Cagliari, con il mercato finito tardi un po’ per tutte le squadre c’è una fase di assestamento. Alcuni nuovi sono arrivati da pochi giorni e devi fronteggiare poi tre partite con chi è partito. Stiamo tutti lavorando sodo per trovare la giusta quadra, chi ha tempo non aspetti tempo, ogni partita vale tre punti. Mi aspetto di dare continuità, di crescere, sotto tanti punti di vista, non fermarci a pensare cosa è stata l’ultima partita e non illuderci perché ogni santa partita per noi è un test. La partita di sabato? Ci auguriamo possa essere una sfida che conti qualcosa, sia per loro che per noi, oggi è presto per dirlo. Partiamo su due livelli diversi, rispetto all’anno scorso ci sono 18 punti da recuperare, ma sicuramente entrambe avranno voglia di rivalsa. Non penso che una squadra come la Juve possa accontentarsi di arrivare terza ed a distanza siderale dall’Inter, noi non possiamo pensare di finire 20 punti dietro loro, il Milan e 40 dall’Inter. Partiamo da differenti livelli di partenza, ma ci auguriamo al ritorno in casa nostra che si possa parlare con maggiori certezze. Il mio coinvolgimento emotivo? E’ inevitabile, la mia storia parla chiaro, 13 anni alla Juve da calciatore, sono stato capitano per diversi anni, vincendo praticamente tutto. Ho avuto la possibilità di allenare tre anni in un periodo difficile della Juve, aprendo un ciclo di  nove anni di Scudetti. Faccio parte della storia della Juventus per ciò che ho fatto e dato, è inevitabile da calciatore per ognuno di noi è più semplice, puoi anche scegliere di restare per sempre. Mi riferisco a Bruscolotti a Napoli, Maldini, Baresi, Antognoni, Totti e non solo. Da allenatore è molto difficile, impossibile che sia tu a decidere la tua carriera. Ho allenato la Juve per tre anni, la carriera mi ha portato in piazze diverse che ho onorato. Ho il piacere immenso di allenare una squadra come il Napoli, per me che sono del Sud è orgoglio e soddisfazione. Ci sarà grande emozione nel tornare in quello stadio, c’è stata l’inaugurazione con me, sarà la prima volta con i tifosi perché tornai col Covid, sarà sempre così come sarà in futuro tra molti anni affrontare il Napoli da avversario. Dobbiamo indossare un bell’abito, ho il piacere con i ragazzi di offrire sempre un bello spettacolo. Durante le partite devi essere pronto con il tuo bell’abito, appena uscito dal sarto, a sporcartelo perché senza la giusta cattiveria… Devi farlo, anche se hai un bell’abito. E’ il connubio vincente per le grandi squadre, ci sono diversi momenti della partita. Anche l’Inter ieri, è andata in casa del Manchester City e ha alternato momenti in cui ha giocato a calci ed altri in cui era in 25 metri tutti dietro a difendere dimostrando di essere una squadra con la S maiuscola. Non si può indossare solo un abito e dobbiamo capirlo. L’anno scorso si pensava spesso ad attaccare, non c’era equilibrio  o non c’era voglia feroce di riconquistarla o di ricompattarsi. Noi su questo stiamo lavorando". 

Su Motta: "Thiago Motta? Raccoglie un’eredità pesante, un allenatore che ha scritto parecchie pagine di storia come Allegri. Non è una cosa banale allenare lì, c’è richiesta di vittoria, come al Milan o all’Inter. E’ stato un mio calciatore con la nazionale agli Europei, mi fa anche sorridere, ma anche rattrista un po’ perché sto diventando vecchio. E’ un ragazzo serio, bravo, a Bologna ha fatto benissimo e quindi gli auguro il meglio dal punto di vista umano, non nelle partite contro di noi. Sulle coppe sapete che io dico sempre la verità: c’è un vantaggio e uno svantaggio. Per me che sono al primo anno mi dà modo di lavorare di più: quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee e dopo tanti giocatori arrivati all’ultimo. Non nego che c’è l’aspetto positivo di lavorare, lo svantaggio è che senza coppe fai una rosa che non è competitiva come quelle per giocare in Europa. Anziché 25-26 elementi ne hai 17-18”.