Mignani: “Il fischio di Salerno? L’ho sentito. Südtirol? Gara difficilissima”
Torna in campo la truppa di mister Michele Mignani, dopo un pareggio esterno che ha fatto discutere per tanti motivi a cominciare dalle scelte iniziali del tecnico. Il trainer bianconero difende le proprie scelte nella conferenza stampa che precede la prossima gara: “Quando un allenatore fa delle scelte ha delle motivazioni: in primis il fatto che abbiamo avuto per la prima volta un match infrasettimanale a due giorni dalla partita precedente, nella quale hai speso tanto a livello mentale e fisico; poi abbiamo in rosa venticinque giocatori sui quali abbiamo investito e crediamo che possano essere utili alla causa. Inoltre ci sono altre motivazioni che non sono obbligato a dire… per me l’importante è il risultato finale e la prestazione della squadra, e parlare alla fine della gara è sempre più facile di parlare prima che cominci.
Quando dico che questo è un campionato veramente equilibrato non lo dico per buttare una frase lì. In questo momento ci sono delle squadre che hanno fatto qualche risultato in più, ma sono convinto che la classifica possa tranquillamente ribaltarsi: come è difficile pronosticare chi potrebbe andare direttamente in Serie A, è difficile ipotizzare chi potrebbe retrocedere. Ecco perché secondo me, in un modo o nell’altro, il punto di Salerno ha un grande valore”.
Il tecnico genovese si è successivamente espresso sul secondo tempo di Salerno nel quale il Cavalluccio non ha sfruttato l’uomo in più. Per di più, a Mignani va dato il merito di aver spento le reiterate sterili polemiche relative al triplice fischio del direttore di gara, Scatena, pur potendone trarre vantaggio personale cavalcando il vociare di chi per consuetudine punta il dito sempre e solo l’operato altrui, senza mai analizzare obiettivamente la prestazione dei bianconeri in campo. “Quando una squadra ha la superiorità numerica se vince ha fatto il suo, se pareggia è un rimpianto e se perde è una tragedia… nel mio percorso da calciatore e da allenatore non ho mai trovato scontato che una squadra con un uomo in più debba per forza vincere. A me è capitato di vincere in casa una semifinale play-off contro il Südtirol rimanendo in dieci nel primo tempo su risultato di parità, così come mi è capitato di vincere in casa contro il Modena per 4-1 dopo essere rimasti in dieci nella mezz’ora del primo tempo. Sicuramente avremmo dovuto creare qualcosa in più, però se avessimo concretizzato una di quelle occasioni che abbiamo avuto il giudizio sulla nostra partita sarebbe cambiato. Invece ho trovato una certa maturità nella squadra nel concedere quasi nulla se non quell’occasione di Simy, dove c’è stata un’evidente marcatura persa.
Il fischio finale dell’arbitro? Devo essere onesto e dire che l’ho sentito prima che Cristian puntasse l’avversario. Io l’ho sentito e credo che anche alcuni dei miei giocatori l’abbiano sentito, quindi chiuderei qui ogni polemica”.
Nonostante un periodo certamente non esaltante, gli altoaltesini sono un avversario da non sottovalutare. “Conosco bene il Südtirol, perché negli ultimi anni l’ho affrontato diverse volte considerando anche i play-off. È una squadra che ogni anno dà la sensazione di essere una squadra viva e che non molla mai l’obiettivo. Anche nei momenti in cui sembra che possa andare in difficoltà poi ne viene fuori, grazie alla qualità della rosa e della società. Domani sarà una partita difficilissima e che personalmente temo tantissimo, perché conosco l’avversario e so che ti mette in difficoltà anche quando non è nelle giornate migliori”.
Il turnover messo in atto nel turno infrasettimanale ha coinvolto anche il portiere… “Anche un portiere esperto come Pisseri può avere avuto poco tempo per recuperare sotto tutti gli aspetti. In più credo che il calcio vada sempre più nella direzione di avere più portieri affidabili, che questi ogni tanto meritino di giocare per tenere vivo il gruppo e per dimostrare che l’allenatore vede come i ragazzi si allenano quotidianamente. La società non mi ha mai imposto di far giocare uno o l’altro, mi ha dato sempre ampia libertà e tutte le scelte le ho fatte in coscienza di mettere in campo quelli che, in questo momento, possono essere più affidabili dall’inizio”.