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tmw / cesena / Le interviste di TB
ESCLUSIVA TB - Cagni: “Serie B di bassa qualità, non mi diverte. Brescia, che tristezza: Cellino invecchia e perde colpi. Tanti presidenti vogliono fare anche gli allenatori. Delusione Samp: se l’ultratrentenne Coda è determinante..."TUTTO mercato WEB
Gigi Cagni
Oggi alle 12:00Le interviste di TB
di Marco Lombardi
per Tuttob.com

ESCLUSIVA TB - Cagni: “Serie B di bassa qualità, non mi diverte. Brescia, che tristezza: Cellino invecchia e perde colpi. Tanti presidenti vogliono fare anche gli allenatori. Delusione Samp: se l’ultratrentenne Coda è determinante..."

La Serie B vista da Gigi Cagni, recordman di presenze (485) da calciatore nel campionato cadetto e già tecnico, tra le tante, del Piacenza degli italiani (due volte promosso in Serie A), intervenuto ai microfoni di TuttoB.com. 

Mister, la vittoria dello Spezia nello scontro diretto col Pisa ha rilanciato le quotazioni dei liguri in chiave secondo posto. Chi la spunterà delle due?

“Sarà determinante la condizione psico-fisica, perché già in Serie A fatico a vedere grandi giocatori (sul piano tecnico) e a divertirmi, in B men che meno: qui la qualità tecnica dei singoli è molto bassa. Difatti ci sono solo 8 punti tra l’ultima squadra che oggi accederebbe ai playoff e la prima in zona playout”.

La Cremonese (ieri vittoriosa anche a Palermo) ha dimostrato di poter sopperire all’assenza prolungata di Vazquez: un segnale alla concorrenza in ottica playoff...

“Ai playoff – come dicevo – bisogna arrivarci in certe condizioni e la qualità pagherà: su questo non ci piove. Certo, i playoff vanno giocati, però il distacco di punti tra Spezia e Cremonese qualcosa vorrà pur dire… Detto ciò, è difficile fare previsioni nel contesto di un campionato in cui, Sassuolo a parte, le qualità sono decisamente minime”.

Palermo e Bari, invece, che ruolo potrebbero recitare nell’appendice stagionale, qualora dovessero rientrare nei primi otto posti?

“Il Palermo ha l’obbligo di qualificarsi per mille motivi: ha un allenatore vincente, buoni giocatori, uno stadio eccezionale e un pubblico fantastico. Non può fallire. Lo stesso vale per la Cremonese e il Bari. Una grande sorpresa è il Catanzaro, mentre le delusioni sono Samp, Salernitana e il ‘mio’ Brescia”.

A proposito delle Rondinelle: quanto risente la squadra della spaccatura tra tifoseria e proprietà?

“Essendo io bresciano e avendo militato per tanti anni nel Brescia, sono amareggiato nel vedere una squadra, da tempo, ridotta in queste condizioni. Non capisco cosa sia successo al presidente Cellino, di cui ho sempre riconosciuto la competenza calcistica: evidentemente anche lui, invecchiando, perde colpi…”.

Come si spiega lo ‘schizofrenico’ andamento del Cittadella, capace di imprese straordinarie a Pisa e Castellammare di Stabia e poi di rovinare tutto in casa? Pesantissimo l’1-5 con il Sudtirol (quarto ko interno consecutivo).

“Il Cittadella è una realtà consolidata della Serie B ma quest’anno vive un’annata particolare, di quelle che possono capitare. C’è stato un periodo in cui molte società prendevano giocatori giovani di qualità da lanciare, adesso però mi pare che i serbatoi si siano svuotati… Questo comunque è un problema del calcio italiano in generale: bisogna sempre stare attenti al lato economico e capita di sbagliare l’annata, è impossibile indovinare sempre tutto.

Il Sudtirol, per esempio, ha preso un tecnico esperto (Castori) così dimostrando di aver capito che gli allenatori hanno un valore sempre maggiore nel calcio di oggi, in cui i giocatori difettano di personalità. È questa la scelta che non devi sbagliare. Poi in A e in B ci sono presidenti che vogliono fare anche gli allenatori, non rendendosi conto che creano solo problemi ulteriori; basti pensare a quelli stranieri, che hanno un approccio alla situazione completamente diverso dal nostro, soprattutto se sono americani. La verità è che non sento più la passione, l’attaccamento ai colori…”.

Il Frosinone è in forte ripresa grazie all’avvento di Paolo Bianco, a dimostrazione appunto dell’importanza di scegliere l’allenatore giusto.

“A parte il Cosenza, un po’ staccato dal resto delle pericolanti, in fondo alla classifica può succedere di tutto. Per salvarti comunque non puoi prescindere dalla carica agonistica, dalla cattiveria… Se ci sono questi presupposti, poi le qualità tecniche emergono”.

Crede che la Samp dovrà tribolare fino all’ultimo per arpionare la salvezza o riuscirà a tirarsi fuori dalla mischia con qualche giornata d’anticipo?

“Temo che tribolerà fino alla fine, anche perché a questo punto della stagione la classifica rispecchia il livello delle squadre. Quindi adesso bisogna dare tutto. Ma deve fare in fretta. Certo, col vantaggio che ti chiami Sampdoria e quando giochi in casa hai un pubblico straordinario a sostenerti: fattori che vanno sfruttati. Assolutamente”.      

Il Cosenza dà segnali di vita, dopo che molti avevano già intonato il de profundis…

“Il derby con il Catanzaro dirà tanto. Vediamo cosa succederà… Il Cosenza ha una possibilità importante. Detto ciò, ripeto, non voglio tirarla a nessuno ma se hai 25 punti – che sarebbero stati 29 senza la penalizzazione, ma fa poca differenza – qualcosa significa…

Comunque, ribadisco, osservando la parte alta e la parte bassa della classifica non mi pare di ravvisare grandissime differenze, perché la qualità è modesta. Tante volte mi sono chiesto, guardando il campionato cadetto, chi di questi giovani giocatori possa approdare in Serie A… Certo, se oggi Coda, che ha più di trent’anni, diventa determinante per la Sampdoria, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona… Occorre intervenire perché la differenza, a livello tecnico, tra la A e la B è troppo marcata”.